TERRITORIO
Selve Marcone è situato tra i boschi, su un dosso scendente verso nord dal monte Turlo, spartiacque tra il rio. Tamarone, il rio Soccasca, e il rio Sobbia. In confine con Pettinengo scorre il corso superiore del rio Tamarone, affluente di destra del torrente Strona, che scende dal versante nord del monte Turlo. Tutto il territorio è un alternarsi di boschi e castagneti.
NOTIZIE STORICHE
Etimologia: il toponimo deriverebbe dalle vaste selve che ammantavano (e che ammantano) le colline circostanti.
Selve Marcone si staccò da Andorno per erigersi a Comune indipendente nel 1694. Nel 1721, fu smembrato dal feudo di Mosso S. Maria cui apparteneva e infeudato a Bernardino Baudi, capitano da Vigone che ebbe il titolo di Conte il 15 agosto 1722.
LEGGENDA DELL'EREMITA
All'incrocio della strada che sale da Andorno verso Callabiana, circondata da castagneti, si trova su un dosso, spartiacque tra il rio Soccasa (Strona) e il rio Sobbia (Cervo), una piccola Cappella campestre detta di S. Antonio di Marcone. Narra la leggenda che, una volta, qui vivesse un pio eremita il quale dovette sostenere terribili prove da parte del demonio, prove che egli superò vittoriosamente. In ricordo di ciò la gente del luogo edificò la Cappella.
UOMINI INSIGNI
P. ENRICO ROSA, (1870-1938). Storico, dotto ed apologista di grandissimo valore. Sue opere principali sono: Storia della Compagnia di Gesù, Commenti sull'Enciclica “Pascendi”e il Modernismo.
CHIESE
Chiesa parrocchiale dedicata a S. Grato del XVIII. Venne edificata nel XVIII secolo, all'interno si può ammirare un quadro ottocentesco dedicato all'Assunta e l'altare maggiore in marmo.
Cappella di Sant'Antonio Marcone. Questo piccolo edificio venne eretto in ricordo di un eremita che si era ritirato nei paraggi per dedicarsi alla vita contemplativa e aveva dovuto superare numerose difficili prove per dimostrare la propria santità.