stemma Lessona
Stemma d'argento a cinque ferite di rosso sanguinose di cinque stille dello stesso. Motto: Laesa sum.
Lessona
Meridiana sul palazzo comunale.

IL TERRITORIO
Il territorio di questo Comune vasto e accidentato, si stende su un sistema di colline, collegate attraverso Crosa al Mortigliengo, che scende da nord a sud est fino alla Battiana, presso i confini della Baraggia di Masserano e di Castelletto Cervo, delimitate a nord est dal rio Osterla che le separa da quelle di Masserano, e a ovest del torrente Strona. Lessona conserva le caratteristiche agricole ove sorge la parte collinare, per la coltura della frutta e in particolar modo per i vigneti. Fa spicco il suo vino, il “Lessona” famoso per il pregiatissimo aroma. Il sorgere e l'accrescersi di Lessona e' attribuita all'esistenza, nel suo territorio, di una strada romana, nei documenti medioevali denominata lexonasca, che congiungeva le zone montuose del Triverese alla pianura biellese fino a Monteberuardo (Mottalciata).


NOTIZIE STORICHE
Etimologia: deriva dal latino ilex, -icis, leccio. Alcuni dicono che potrebbe derivare dal motto: Laesa sum ( sono ferita)

L'antichità del paese è provata dai resti di una strada, che nei documenti medioevali è detta “Lexonasca”, e dal ritrovamento di una lapide romana (II sec. d.C.) con iscrizione relativa ad un sagarius, vale a dire ad un tessitore. Questa iscrizione è importante perché, oltre al valore archeologico, è il più antico documento dell'artigianato tessile biellese. In epoca medioevale Lessona fece parte del Comitato di Vercelli e nel 1039 il feudo fu donato , con diploma imperiale , ai Guala di Casalvolone (insieme a Cossato). Parte di questo territorio era però anche nelle mani dei Bulgaro e nel XII sec., degli Avogadro. Nel 1527 il paese fu devastato dalle truppe del Conte Filippo Tornielli di Briona che, quasi certamente distrussero anche il castello. Nel 1620 il feudo passò a Giovanni de Villaris ed ai di lui figli: l'avvocato Germano Barossi e Pietro Lorenzo Barossi, segretario di Stato. Alla fine del XVII sec. Lessona si eresse a comune indipendente.


PERSONAGGI STORICI

FRATELLI VIANO (XV-XVI). I tre fratelli, Albertino, Bernardino e Giovanni, detto il Rosso, sul finire del XV secolo partirono alla volta di Treviso e da lì si stabilirono a Venezia. Nella città lagunare, dove l'arte della stampa raggiunse tra Quattro e Cinquecento uno straordinario sviluppo, diventarono tipografi affermati.
CORINNA BEGLIA (XIX-XX secolo). Prese ad occuparsi della tenuta di Lessona dopo la morte del padre. Nei primi vent'anni del Novecento fu protagonista di molte vicende legate al lavoro dei braccianti agricoli, con i suoi risvolti sindacali e le lotte con la Lega contadini. Fu anche coinvolta nella vicenda quasi secolare della costruzione di una strada che collegasse il Monte con la pianura della Ratina., che tante liti portò in Comune e che coinvolse anche la rappresentanza del Partito socialista lessonese. La storia culminò con la costruzione della strada intitolata al figlio Casimiro.


CHIESE

L'antica chiesa di Lessona dipendeva dalla Pieve di Cossato. Nel Medio Evo, si formò l'attuale Parrocchia dedicata a S. Lorenzo. Nell'abside è esposta la tavola di Bernardino Lanino, rappresentante la Madonna con S. Lorenzo. A sinistra, dipinto con due gentiluomini e una Santa: sono due fratelli Leria con la loro Madre Rosa, raffigurata sotto le sembianze della santa di quel nome.
Oratorio di S. Fabiano e Sebastiano (in zona Castello); probabile costruzione del XVI sec ( se non precedente). Fu rifatto interamente nel XVIII sec.
Oratorio di S. Grato (fraz. Castello); edificato nel XVII sec. Ad unica navata, fu rifatto nel secolo successivo.
Chiesetta dedicata a S. Gaudenzio, (antica rettoria), la chiesa venne eretta nel XIII sec. In stile romanico ma fu completamente rifatta nel XVIII sec. L'interno ad unica navata asimmetrica e bassa,, contiene un solo altare. Il campanile è del XVIII sec.


EDIFICI STORICI

Villa Sella, è una bella costruzione del XIX sec. Con vasto parco circostante.
Villa Simiana, di proprietà dei principi di Masserano, la villa conserva preziosi affreschi secenteschi.


LAPIDE DEL SAGARIO (fabbricante o mercante di panni).
Rinvenuta una prima volta alla fine del XVIII secolo, scomparve nuovamente, finché negli anni Trenta non fu ritrovata dal parroco di allora, Delfino Maggia, in circostanze a dir poco rocambolesche: la lapide era diventata un coperchio per un tombino di scarico delle acque piovane nella piazzetta antistante la parrocchia. L'iscrizione recita: “Diis Manibus Quinti Quarti Sagarii Quinta Sextilia coniugi carissimo”: Quinta Sextilia rendeva omaggio ai Mani, cioè alle anime dei defunti, del coniuge Quinto Quarzio, di professione sagario


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Pagina realizzata nel mese di marzo 2016 - Testo di Giorgio Gulmini, notizie tratte da:
- Tip. Lib. “UNIONE BIELLESE” Biella, Biellese Industriale, professionale, Commerciale, Artigianale, vo. 2° 1971.
- COMUNI DELLA PROVINCIA DI BIELLA, vol. III, collana a cura del Consiglio Regionale del Piemonte, NEROSUBIANCO Edizioni, aprile 2005.
- EOS Editrice Novara, STEMMARIO CIVICO Biellese, Cusiano, Novarese, Ossolano, Valsesiano, Verbano, Vercellese.
- Gabriella Giovannacci Amodeo, Nuova Guida Biella & Provincia, Libreria V. Giovannacci – Biella, Stampa – Urbana Vaprio d'Adda- MI, 1994.
- Andrea Coda Bertetto, BIELLA E IL BIELLESE TRA IL PRIMO ED IL SECONDO MILLENNIO, Edizioni Ieri e Oggi, Tip. Lit. Polgraf di Vigliano B.se, 1999.
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