stemma Pettinengo
Stemma troncato, in capo d'azzurro al mastio d'argento merlato alla ghibellina, murato di nero e aperto del campo; in punta contro fasciato di rosso e d'argento.
Pettinengo
Frazione Vaglio

IL TERRITORIO
Pettinengo fu chiamato anche “balcone del Biellese”. Il centro del paese è situato tra il monte Turlo, cima S. Eurosia e il monte Rovella, al culmine della strada che sale da Biella e di qui scende verso Pianezze e Valle Mosso. Sul versante est del monte Turlo, sorge la frazione di Vaglio; altre frazioni affiancano la vecchia strada che scende verso S. Francesco e Ternengo. Sul versante nord del monte Turlo, nasce il torrente Tamarone, che fino alla sua confluenza con il torrente Strona, segna il confine con Selve Marcone e con Callabiana. Il torrente Strona, scendente da Callabiana, dalla confluenza del torrente Tamarone a quella del rio Evera, nel fondovalle di Pianezze, segna il confine con Camandona. Sul versante sud del monte Rovella, nasce il torrente Quargnasca.


NOTIZIE STORICHE
Etimologia: deriva dal latino Pectinennum o forse Petinaneum, termine riferito ai pettini utilizzati nei secoli passati per la cardatura della lana.

Pur essendo frazione di Bioglio ebbe nel medio evo una certa importanza dovuta alla strada che univa il basso Biellese alle valli di Mosso e di Trivero. Il 7 giugno 1237, gli uomini di Pettinengo furono soggetti con altri comuni biellesi ad una intimazione dell'Imperatore Federico II che li costringeva ad arruolarsi, bene armati, contro Alessandria. Nel 1621 si staccò da Bioglio, dal quale dipendeva con la qualifica di “Cantone”. Esso fu il primo dei “Cantoni” che formavano il comune di Bioglio a chiedere la separazione. Fu così che Pettinengo (a differenza di Valle San Nicolao, Piatto, Camandona, Vallanzengo) non versò, per la sua separazione, alcuna somma. Il 1° maggio 1722, Pettinengo veniva infeudato a Giuseppe Maino vicario di Torino.


UOMINI INSIGNI
AZARIO CARLO SECONDO, nato a Vercelli nel febbraio del 1803 da famiglia originaria di Pettinengo. Avvocato; membro della chiesa carbonarica; ritenuto il capo della Carboneria di tutta l'Alta Italia.
BELLIA CELESTINO (15 settembre 1847-3 dicembre 1926), pioniere dell'industria laniera. Giovanissimo, entrò nell'azienda paterna (Ditta Bernardo Bellia) dando ad essa nuovi e più vasti sviluppi e creandosi fama di industriale abilissimo nel campo della maglieria.
VAGLIO GIOVANNI, figlio dello scultore Giovanni Battista. Fu uno dei migliori intagliatori biellese del sec. XVII. E' opera sua la pregevole edicola lignea della Confraternita della SS: Trinità di Biella eseguita negli anni 1682-1684.


CHIESE

Chiesa Parrocchiale dedicata ai SS: Stefano e Giacomo. L'attuale è un rifacimento secentesco di una costruzione molo più antica: Nell'interno, a cinque navate vi sono opere degne di nota: l'altare maggiore a forma piramidale, scolpito da mastro M. Garabello nel 1610. il pulpito in legno in legno scolpito con cinque pannelli, raffiguranti scene dell'infanzia di Gesù, certamente la più bella opera di Pietro Giuseppe Auregio Termine, una tavola, raffigurante S. Caterina da Siena, di scuola romana del XVII sec., i tre portali della chiesa, della metà del XVIII sec. Il campanile, alto 67 mt, venne eretto nel XIII sec. in pietra martellata.

Chiesa parrocchiale di Vaglio Pettinengo. Dedicata a S. Bernardo, è una ricostruzione del preesistente oratorio (XVII). L'altare maggiore è in massoneria (1766) con tabernacolo in legno, scolpito da mastro Giacomo Trivero. La “via Crucis”, in stucco, è opera degli stuccatori Fissotto di Mongrando.

Oratorio di San Rocco (cantone Livera). Venne costruito probabilmente nel XVI sec. ma subì in seguito diversi rifacimenti. La facciata, con ampio portico, è opera di Giovanni Battista Chiorino da Ponderano (sec. XVII). Il piccolo campanile è del XVII sec. Verso la fine del XIX sec. l'oratorio fu adibito a cappella della confraternita di S. Rocco. I cui membri, dediti alla preghiera ed alle opere di misericordia, indossavano un camice ed un cappuccio bianchi. L'oratorio possiede un organo del 1847, opera di Costantino Mazzia di Pettinengo.


VILLA PIAZZO
Costruita a partire dalla seconda metà del XIX secolo per la famiglia Bellia, occupa la sommità dell'omonima collina che domina da sud il capoluogo comunale. La villa, divenuta in seguito proprietà dell'Amministrazione Comunale, è circondata da un grande parco nel quale tra vari esemplari arborei di pregio spiccano un monumentale cedro del Libano e tre sequoie giganti.


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Pagina realizzata nel mese di marzo 2016 - Testo di Giorgio Gulmini, notizie tratte da:
- Tip. Lib. “UNIONE BIELLESE” Biella, Biellese Industriale, Professionale, Comerciale, Artigianale, vol. 2° 1971.
- EOS Editrice Novara, STEMMARIO CIVICO Biellese, Cusiano, Novarese, Ossolano, Valsesiano, Verbano, Vercellese.
- Gabriella Giovannacci Amodeo, Nuova Guida Biella e Provincia, Libreria V. Giovannacci, Biella, Stampa Urbana, Vaprio d'Adda, MI, 1994.
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