copertina libro


Le Rogazioni sono antiche processioni per benedire i campi, tuttora praticate in qualche paese, ma per lo più scomparse. Esse hanno origini antichissime, che risalgono al paganesimo, ma riprese intorno al V secolo d. C. da un vescovo cristiano. Lo scopo è quello di assicurarsi il pane quotidiano, invocando sui campi benedizioni e difesa dal maligno. Col tramonto della civiltà agricola e l'avvento dell'industrializzazione hanno pian piano perso importanza fino a quasi scomparire. Tali processioni avvenivano all'inizio della primavera, al rinascere della vita e all'uscita dall'inverno. Fermissima la convinzione che lo spazio fra il cielo e la terra fosse dominato dal diavolo, istigatore di malanni e tempeste. L'uomo si proteggeva ammantandosi di benedizioni, che portava percorrendo il suo territorio, parrocchia o Comune: in tal modo lo delimitava e in esso riconosceva il proprio sazio sacro.


Indice

  • Introduzione - pag.7
  • A fulgure, et tempestate, Libera nos Domine - pag.8
  • Origini storiche - pag.8
  • Le feste di primavera - pag.13
  • Stratificazioni - pag.13
  • Il sacrificio - pag.14
  • L'uovo - pag.16
  • Feste greche romane - pag.17
  • Riti cristiani e medievali - pag.18
  • Uso politico - pag.21
  • Oggi in Europa - pag.24
  • Popolo in cammino - pag.32
  • Le Rogazioni - pag.34
  • Il nostro spazio sacro - pag.34
  • Le nostre difese dal male - pag.37
  • Le Rogazioni nel Triveneto - pag.44
  • Rogazioni nel resto dell'Italia settentrionale - pag.65
  • Rogazioni in Italia centrale - pag.90
  • Rogazioni Italia meridionale e nelle isole - pag.104
  • Rogazione nel Biellese - pag.111
    Occhieppo Inferiore, Barazzetto, Mongrando, Chiavazza, Cossila San Grato, Andorno Micca, Donato, Gaglianico, Massazza, Netro, Occhieppo Superiore, Ponderano, Pralungo, Sala Biellese, Salussola, Sandigliano, Santa Maria di Mosso, Valle Mosso, Viverone
  • Conclusione - pag.138

Lunghezza: 145 pagine
Pubblicazione: 10 settembre 2021



[...] Un elemento ricorrente nei riti antichi per il suo forte valore simbolico, è l'uovo.
L'uovo rappresenta il Cosmo, motivo attestato in molti paesi lontani fra loro... In Iran si scambiavano uova di gallina bene auguranti. A Roma era di buon augurio seppellire nel terreno uova dipinte di rosso, in Russia e in Svezia sono state trovate uova di creta in molti sepolcri, in Beozia si sono trovate nelle tombe statue di Dionisio con l'uovo in mano, segni di ritorno alla vita. In Piemonte, nel Pavese e nel Piacentino è sopravvissuta la tradizione di cantar le uova o la gallina grigia: l'inverno è finito che le galline riprendono a fare le uova. E si donano perché simbolo di rinascita, la terra sboccia di nuovo. Si va di casa in casa, si raccolgono le uova in un cesto, dare le uova e un gesto di generosità reciproca, e si sa chi è generoso e chi no. Rimasta, in qualche caso ripresa, la tradizione, il vero significato del l'uovo se smarrito... quindi le uova di Pasqua non c'entrano direttamente col cristianesimo, che ci è arrivato attraverso tutti i passaggi precedenti [...]



Enrica Mossone
Piemontese, nata il 13/11/1947, dopo aver frequentato il Liceo Classico di Biella, si è laureata in Lettere Classiche presso l'Università agli Studi di Torino. Intrapresa la carriera di insegnante, ha cominciato a scrivere solo dopo il pensionamento. Ha scritto vari articoli per la Rivista Biellese e poi è passata ai libri. Ha così scritto "L'Orto Chiuso. Monache e orfane in un convento" nel 2014, seguito da "Le cascine tra l'Oremo e l'Elvo", nel 2019 e infine "Le Rogazioni, antiche processioni di popolo" nel 2021.

Contatti: enricamos@virgilio.it


Il libro è disponibile su www.amazon.it

Origini storiche

pag. 8


[...] uomini che nulla potevano opporre allo scatenarsi dei fenomeni naturali si affidavano alla Misericordia di Dio e alla sua protezione. Un forte senso del peccato li spingeva a credere che qualunque disgrazia dipendesse dal cattivo comportamento umano ed allora prima bisognava chiedere il perdono di Dio e poi il suo aiuto... una formula comunitaria per affrontare questi fenomeni furono le cosiddette Rogazioni. Il nome viene dal verbo latino rogare, chiedere, invocare.
Esse sono processioni che si svolgono all'inizio della Primavera, quando la vegetazione si rinnova. Vengono chiamate Maggiori quelle del 25 Aprile, e minori quelle dei 3 giorni che precedono l'Ascensione di Nostro Signore... la collocazione in quel momento dell'anno richiama alle tante feste di primavera, tra le più antiche celebrazioni dell'umanità.
In ogni epoca, cultura e popolazione ci furono riti primaverili, legati alle varie concezioni religiose. Pur essendo i popoli che li celebravano molto diversi e spesso lontanissimi nel tempo e nello spazio, i festeggiamenti avevano sempre caratteristiche, simboli e significati in comune ai quali si aggiungevano poi, simboli e riti particolari del luogo, dell'epoca o della religione. Le Rogazioni non sono perciò nate nel Cristianesimo e contengono qualcosa che le collega ad un passato molto più lontano [...]

Occhieppo Inferiore

pag. 112


[...] Le Rogazioni vi si svolgono regolarmente ogni anno da chissà quanto tempo!

La chiesa di S. Clemente fuori dall’abitato del paese è un piccolo santuario, cui gli Occhieppesi sono molto legati ed è il luogo delle Rogazioni. Sorta anche prima del Mille come Rettoria di un villaggio ora scomparso, lo fu almeno fin verso il 1500, luogo a cui accorsero ben presto fedeli da Occhieppo e da altri paesi vicini per le molte grazie ricevute. La piccola chiesa campestre fu più volte ampliata, proprio per la necessità di accogliere più devoti. Oggi è suddivisa in tre navate da colonne in pietra. All’esterno presenta caratteristiche dello stile rinascimentale: linee sobrie, dentellatura lungo gli spioventi, ma soprattutto l’ordinata scansione degli spazi, suddivisi da lesene, e la corrispondente ripetizione dei tondi: è considerata uno di migliori edifici sacri biellesi del tempo [...]
Un manoscritto del 1596 riportato da Lebole è una vera e propria commissione d’inchiesta voluta dal Vicario diocesano di Vercelli. Vengono analizzati diciassette casi di miracoli ottenuti a S. Clemente, con tanto di testimoni e di medici che attestano le condizioni di ogni graziato prima del miracolo. Ecco alcuni esempi [...]
Verso questa chiesa confluisce dunque fin da antico l’affetto degli Occhieppesi. Non stupisce dunque che essa sia rimasta legata a quando dominava una zona di campi e prati, mete del lavoro agricolo degli abitanti del paese un tempo, ma ancora oggi punteggiata di cascine, dove quelle attività non sono mai state abbandonate. E’ naturale dunque che in essa si svolgano ancora le Rogazioni. Il 25 aprile il parroco dice messa e una piccola processione si snoda nel piazzale di S. Clemente e/o nel prato antistante, intonando le Litanie dei Santi, benedicendo poi le campagne [...]

Mongrando

pag. 124


[...] il Bollettino parrocchiale di Mongrando S. Rocco, dell’aprile del 1961, indicava sotto il titolo di “Calendario religioso” che martedì 25 aprile, alle ore 6.30, ci sarebbe stata la processione delle Rogazioni, in questo caso la maggiore. A tal proposito ho potuto raccogliere la testimonianza di due collaboratori dell’attuale parroco, il can. Stefano Vaudano.
Carlo Faggio, nato a Mongrando nel 1936, ricordava che partiti in ora assai mattutina, un gruppo di parrocchiani, fra cui lui come chierichetto, accompagnavano il parroco, che dopo aver fatto il giro della Bessa, passava dalle cascine Gilino e Minazia, fermandosi a pregare. Giovanni Guabello, del 1948, di Mongrando S. Lorenzo rammentava che col parroco don Antonio Perazzone si partiva dalla Madonna delle Grazie e si raggiungeva la fraz. S. Michele, al pilone dell’Immacolata, si pregava e si percorreva un sentiero fino alla piazzetta dove c’era il pilone del Sacro Cuore di Gesù (tavola dipinta oggi sostituita da una Madonna)... Nel 1710 un fulmine colpisce il campanaro, mentre suona per scacciare la tempesta [...]

Netro

pag. 130


[...] Nella sua relazione il parroco, nel 1770, scrive che si fanno le quattro rogazioni e per la particolare devozione del popolo altre tre, una dalla parrocchia alla Cappella di S.Pancrazio, sulla montagna il 12 maggio, una il giorno dell’Ascensione che comincia dalla parrocchia e fa il giro dei confini di Netro verso Donato, veramente lungo che stanca il sacerdote e i poveri vecchi, e termina alla Madonna delle Grazie. Un’altra rogazione che si fa per uso antico dalla comunità il giorno di S. Croce, anch’essa assai lunga. Qui si trova un antico motivo di contrasto fra il parroco e i paesani: la lunghezza del cammino, che però come ormai sappiamo aveva una forte ragion d’essere nel controllare i confini e delimitare il proprio spazio sacro o comunitario.
Quella dell’Ascensione era stata istituita per protezione contro i lupi. I lupi costituivano un problema di gran conto in questi paesi, perché non erano solo un pericolo per le greggi, ma direttamente per l’uomo. Entravano nei paesi e uccidevano, perciò le popolazioni di Torrazzo, Donato e Sala nel giorno dell’Ascensione si recavano in processione all’antica chiesa parrocchiale di Andrate, dove si conservava il corpo di S. Giovenale, per invocare il suo patrocinio contro i lupi [...]



Pagina realizzata il 4 dicembre 2021

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