Il Lago di Viverone è il terzo lago, per grandezza, in Piemonte dopo il Lago Maggiore e il Lago d’Orta. Una linea di navigazione turistica unisce i porti di Viverone Lido, frazioni Masseria, Comuna e Anzasco. Circondato da vigneti e colline moreniche, il lago offre una passeggiata lungolago perfetta per rilassarsi o la possibilità di fare sport come canottaggio e vela. Viverone è anche un luogo ricco di storia: i suoi palafitticoli preistorici, dichiarati patrimonio UNESCO, raccontano di un insediamento umano risalente all’Età del Bronzo.
Origine
L'origine del lago è correlata agli eventi glaciali verificatisi durante l'epoca definita Pleistocence, quando le calotte polari iniziarono ad espandersi quella artica giunse a coprire gran parte dell'Europa. Dalla Valle d'Aosta un enorme ghiacciaio, lungo oltre 100 km, sfociò nella pianura canavesana depositando durante le sue avanzate e ritiri una serie di sedimenti disposti a "ferro di cavallo" che formarono l'attuale Anfiteatro Morenico di Ivrea. Il lago di Viverone è un residuo di un lago un tempo più grande.
Roggia Fola
Il lago ha una profondità massima di 50 metri ed è alimentato principalmente da acque sotterranee e da piccoli immissari, mentre il suo unico emissario è la Roggia Fola – il cui nome in piemontese significa "matta". Questo curioso appellativo deriva da un'antica leggenda locale: si narra infatti che il corso d'acqua occasionalmente invertirebbe la propria direzione, trasformandosi da emissario in immissario e sfidando le normali leggi dell'idrografia.
Ricetto e panchina gigante
Il ricetto, a pianta quadrangolare, difeso da una torre, venne costruito nel 1405 con l'autorizzazione del conte Amedeo VIII° di Savoia. La necessità di una rifugio si era fatta forte dopo che Viverone fu devastato dal passaggio della compagnia di ventura di Facino Cane, che aveva combattuto al soldo dei marchesi di Monferrato contro i Savoia. La struttura, che in tempi di pace funzionava da magazzino, era annessa ad un preesistente castello signorile, del quale restano i ruderi ed una cappella del XII secolo, con affreschi cinquecenteschi.
La panchina gigante si trova nei pressi del ricetto (o vecchio castello) di Viverone, in regione Rolle. Si lascia l’auto nel posteggio per poi percorrere una stradina sterrata e raggiungere, in pochi minuti, la panchina da cui si gode una meravigliosa vista sul lago.
I primi abitanti e le palafitte
Tra il 1965 ed il 1976, ricerche subacquee sui fondali occidentali del Lago di Viverone, localizzarono i resti di villaggi sommersi, databili I millennio a.C. (età del Bronzo). Tra il VI ed I millennio a.C. le sponde del lago furono abitate a diverse riprese: erano ambienti favorevoli con suoli fertili e facilità di caccia e pesca. Le abitazioni erano costruite sul terreno o su palafitta sul suolo umido, ed erano abbandonate qualora il livello del lago salisse stabilmente. I più antichi reperti rinvenuti risalgono al Neolitico Medio (V millennio), ma la quasi totalità è riferibile alla Media Età del Bronzo (1550-1450 a.C.). Sono due i siti rinvenuti: il primo si segnala per la sua estensione (oltre 10.000 mq) e per il considerevole numero di pali utilizzati (circa 5.000). Il secondo sito è di dimensioni molto più contenute, presentando solo 173 pali. Si calcola che nel solo Sito Palafitticolo del Lago di Viverone vivessero all’incirca un migliaio di persone. I reperti sono rappresentati da numerosi cocci di vasellame, pettini, ornamenti, falcetti, lame d'ascia, pugnali, punte di lancia e due splendide spade in bronzo. Sulla sponda di Azeglio, nel punto dove furono rinvenuti i primi reperti archeologici del villaggio palafitticolo del Lago di Viverone (oggi segnalato con una boa), è stato ricostruito un piccolo insediamento sull’acqua. Sono stati ricreati due piccoli edifici in legno, al cui interno sono esposti alcuni pannelli illustrativi sull’origine del lago, sulla fauna e la flora del territorio circostante e sui ritrovamenti palafitticoli.
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