Il Biellese Orientale è un territorio poco conosciuto e a torto trascurato che racchiude, in uno spazio relativamente piccolo, un grande patrimonio di storia, arte e devozione. La natura incontaminata poi è il suo valore aggiunto. In questo contesto è inserito il "Cammino della Gran Madre”, un cammino montano nato grazie anche al supporto del Capitolo Piemontese della Confraternita di San Jacopo de Compostella. Il cammino comincia al Santuario della Brughiera e si sviluppa su un ampio percorso ad anello, per poi dipanarsi verso sud ovest fino al Santuario di Graglia. La tappa finale giunge ad Oropa, il più grande Santuario mariano delle Alpi. Un cammino devozionale in un biellese inaspettato, un vero tuffo nel cuore spirituale di questo spicchio di Piemonte che offre occasioni di incontro con opere d’arte mirabili e sconosciute. Sempre immersi nella natura dove il silenzio è rotto solo dai propri passi e dal proprio respiro.
Il cammino di 150 Km sviluppa circa 5000 metri di dislivello positivo e lo si percorre in 9 tappe di varia lunghezza e difficoltà.
Il Cammino è fruibile da tutti, siano essi pellegrini, viandanti, camminatori o trekkers. E’ possibile percorrerlo durante tutto l’anno, in inverno però va valutata la possibilità di trovare neve e ghiaccio sui sentieri, visto che il percorso si spinge fin oltre i 1100 metri di quota. E’ inoltre possibile evitare le tappe che per alcuni potrebbero essere troppo impegnative con delle varianti, ora segnalate anche queste, che permettono il raggiungimento della tappa successiva in completa sicurezza. Il cammino è segnalato con immagini plastificate con il logo del cammino e con frecce gialle. Sono disponibili le tracce GPS, ma la guida cartacea rimane indispensabile per tutte le informazioni necessarie e per la conoscenza del territorio. E’ edita dalla casa editrice “Porziuncola” di Assisi con il titolo “Il Cammino della Gran Madre. In Piemonte sui passi della Madonna Nera” e si può acquistare nelle librerie e on line. Lungo il cammino ci sono vari tipi di accoglienza. Le strutture sono piccoli B&B ed alberghetti, locali messi a disposizione dalle amministrazioni comunali e strutture ricettive presso alcuni santuari per cui è consigliabile contattarle anticipatamente per verificarne l’apertura e la disponibilità. E’ indispensabile avere la Credenziale che viene rilasciata dalla Confraternita di San Jacopo de Compostella scaricando il modulo di richiesta sul sito www.confraternitasanjacopopiemonte.blogspot.it
Il percorso segue l’andamento morfologico montano che lo rende un cammino impegnativo. La bellezza dei molti paesaggi incantevoli compensa ampiamente per la fatica. Inoltre riserva occasioni di scoperte culturali imprevedibili. Ecco alcuni esempi: Postua, nel piccolo Santuario dedicato alla Madonna Addolorata si conserva un raro affresco di scuola Gaudenziana dove, ai piedi della Vergine trafitta di spade, un angelo si lascia sfuggire una lacrima. Presso il museo parrocchiale si possono ammirare tesori di arte sacra come una scultura lignea realizzata tra XII e XIII secolo di Madonna in trono con Bambino. A Guardabosone si possono visitare ben cinque musei, un orto botanico, una bellissima chiesa e tre oratori di altrettanta bellezza. Il percorso attraversa anche un antico Principato, quello di Masserano, nel cui centro storico si può ancora sentire il respiro dei secoli e nella chiesa è possibile ammirare la stupenda Salus Infirmorum, un'altra Madonna Nera. A Sagliano Micca è possibile visitare la casa dove nacque Pietro Micca. La musica si avverte nell’oratorio di San Grato, a Sordevolo. E’ qui che Giuseppe Giacosa veniva a soggiornare ed è qui che trovò l’ispirazione per scrivere opere del peso della Bohème, Madama Butterfly e della Tosca. Il famoso librettista veniva raggiunto in questo luogo da personaggi del calibro di Giacomo Puccini e di Giosuè Carducci. Altre mura che trasudano storia sono quelle del complesso monumentale della Trappa, una costruzione iniziata nel 1700 che divenne rifugio di monaci trappisti, fuggiti dalla Francia, dove imperversava la rivoluzione. Questi non sono che pochi esempi, molte altre realtà, più nascoste e sconosciute ai più, sono lì, tutte da scoprire.
Un cammino prevalentemente montano che, attraverso un percorso ricco e avvincente, collega tutte le chiese biellesi (e non solo) in cui è venerata una Madonna Nera. Nell’agosto-settembre 2016, è stato il cammino ufficiale della Confraternita di San Jacopo di Compostella.
Un itinerario che custodisce uno straordinario patrimonio storico-artistico, con pregevoli opere pittoriche, scultoree ed ebanistiche realizzate da vari artisti nel corso dei secoli. Nell’area attraversata dal cammino si trovano 28 santuari, e in ben 9 di essi si venera una Madonna Nera.
L'enigma delle Madonne Nere
Le Madonne di tanti santuari Mariani in Europa sono nere: Oropa, Loreto, ad esempio in Italia, Montserrat in Spagna, Czestochowa in Polonia, Einsiedeln in Svizzera, Rocamandur in Francia ecc.. Il colore per certi versi inconsueto di queste immagini, siano statue o icone, è sempre stato un enigma, terreno di incontro, confronto e discussione fra studiosi, autorità religiose e fra gli stessi devoti. Fiumi di inchiostro e quintali di carta non sono serviti a chiarire il mistero. Dopo decenni di ricerche, ognuno è rimasto con la propria teoria e la sua verità. Chi dice che si tratti di immagini "affumicate", scurite dai fumi delle candele e dai ceri che da secoli ardono al loro cospetto, o scampate a furiosi incendi, oppure che si tratti di culti antichi, dedicati alle dee madri, che per sincretismo, vengono assorbite e trasformate nelle Vergini Nere cristiane. Non importa. La devozione popolare le vuole cosi e guai a toccarle! Là dove si è cercato di "restaurarle con una pulizia totale, cioè sbiancandole, ci fu un tracollo di presenze di fedeli che subito si è corsi ad annerire nuovamente il simulacro (emblematico il caso della Madonna di Einsiedeln, che per salvarla dalla iconoclastia durante il periodo napoleonico, fu nascosta in Austria e qui sbiancata. Fu poi prontamente annerita quando fu riesposta nel suo Santuario, in quanto i fedeli non riconoscevano più in quel colore naturale del legno la loro Madonna). L'origine della pigmentazione scura nelle rappresentazioni mariane tra il X e il XIII secolo rimane un fenomeno di notevole interesse storico-artistico. La comprensione di questo aspetto iconografico potrebbe arricchire ulteriormente la nostra conoscenza di queste importanti testimonianze della devozione medievale, aggiungendo un nuovo tassello alla loro complessa storia culturale e spirituale.
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Tappa corta ma caratterizzata da forti dislivelli: 330m in discesa e 700m in salita. Cosa c’è da vedere: il Santuario della Novareia, luogo di due apparizioni, il Santuario del Cavallero con il ponte sospeso sul torrente Sessera (altro luogo di apparizione della Vergine nel 1678), il paese di Coggiola, l’oratorio di San Giovanni a Formentero dove al suo interno è custodito un affresco di Madonna con Bambino del XV sec., Viera con la chiesa di San Grato e il piccolo Santuario delle Piane dedicato alla Madonna Nera di Oropa e infine l’Alpe di Noveis, la piccola “Svizzera Biellese”.
Tappa che dopo una breve salita, si svolge praticamente tutta in discesa. Cosa c’è da vedere: la chiesetta alpina di Noveis che domina la valle e la pianura, il Sant. della Brugarola dedicato alla Madonna di Oropa, Venarolo con il piccolo oratorio dedicato a san Giacomo, Piasca, paese natale del Beato Giacobino Canepacio, al quale si ispirò il futuro san Carlo Borromeo, del quale troveremo altre tracce del suo passaggio lungo la via. Fucine, Naulina con i suoi oratori dedicati a San Grato e a San Bernardino. Roncole, dove alcuni mulini sono ancora oggi in uso e l’oratorio di San Sebastiano che è l’edificio più antico della valle, dove al suo interno si può ammirare un ciclo di affreschi del XV sec. sulla Passione di Gesù. Il centro storico di Postua infine è di straordinaria bellezza. Nel museo parrocchiale, accanto al Santiario dell’Addolorata, è custodita la preziosissima Sedes Sapientie, del 1200.
Tappa interessante anche dal punto di vista storico, per le miniere di ferro della zona dell’ ”Urtin” già sfruttate dai Celti, dai Romani poi e infine dai Fieschi, principi di Masserano.
Tappa movimentata dal susseguirsi di salite e discese. Cosa c’è da vedere: Il Sant. Madonna di Loreto immerso nei boschi sopra Postua, Guardabosone con i suoi musei (arte sacra, antichi mestieri, scienze naturali, tradizioni agricole) e l’orto botanico, l’antico nucleo medievale, con la chiesa di Sant'Agata e l’oratorio di Luppia dedicato alla Madonna nera di Loreto. Appena fuori dal paese, il Sant. Madonna del Carretto e la cappella ottagonale barocca del Gongora. Poco prima di Crevacuore, l’oratorio della Madonna della Serra, completamente affrescata da Tommaso Cagnola nei primi anni del 500. Crevacuore, fu sede del Marchesato appartenuto ai Fieschi di Masserano. Nella chiesa parrocchiale, una pregevole opera attribuita ad un allievo di Gaudenzio Ferrari del 500. Bellissima la finestra in cotto di Casa della Zecca. Il Sant. della Madonna della Fontana, che merita una deviazione di 15 minuti e infine Sostegno, che vanta una notevole storia artistica, visibile specialmente nell’oratorio di San Giacomo.
È importante partire ben forniti di acqua e viveri in quanto lungo questa tappa, non si troverà niente fino a Gattinara. E’ una delle tappe più dure del Cammino per i continui dislivelli e per l’isolamento completo in cui si svolge. Saranno il silenzio dei boschi e la bellezza dei panorami a ripagare della fatica. Cosa c’è da vedere: la Bocchetta delle Chignole, storico passaggio usato fino al 1700 circa, per portare i morti da Sostegno alla Pieve di Naula. La chiesetta della Madonna del Grappa alla Bunda Granda, da dove nei giorni più tersi, la vista spazia dalla città di Novara al Monte Rosa. Le rovine del Castello di San Lorenzo, la torre delle Castelle e la chiesetta della Madonna della Neve da dove si gode un bel colpo d’occhio su Gattinara e la Madonna Nera di Rado nella chiesa di San Pietro.
Tappa molto bella con interessanti spunti storici e paesaggistici e con solo una asperità: il monte Pilone e l’eventuale salita al Sant. Madonna degli Angeli sul colle omonimo, da dove si gode di un panorama stupendo. Cosa c’è da vedere: i vigneti di Gattinara, Lozzolo con l’antico borgo fortificato, il Sant. della Madonna Annunziata (a 10 minuti da Lozzolo). I piccoli paesi di Orbello e Corticella che precedono S. Maria, dove oltre alla chiesa del XI sec, (ricostruita nel XVIII sec) c’è il monastero di Santa Chiara. La parrocchiale di Roasio S. Maurizio, della metà del XII sec, vanta un campanile in struttura romanica e uno spettacolare soffitto affrescato del 1703 con figure di Apostoli, Evangelisti e con l’allegoria delle virtù e arti nobili. Il Sant. della Madonna dei Cerniori con affreschi del primo 500 e la chiesa di S.Eusebio de Pecurili, meritano una deviazione di un paio di Km.La facciata in cotto della parrocchiale di S. Eusebio, è tra le più interessanti del 700 Vercellese. La Via della Croce e la Via del Paradiso, poste all’interno della comunità di don Luigi Longhi, sono due percorsi di fede realizzati in arte contemporanea. Rongio è l’ultimo piccolo paese prima di Masserano. Quest’ultima località è una tra le più interessanti attraversate dal Cammino. Ricco di storia, di arte e di chiese, fra cui l’antica chiesa di S. Teonesto del X sec, e la Collegiata, dove c’è la stupenda Salus Infirmorum, la Madonna Nera. Da non perdere la visita a palazzo dei Principi, sede del Comune.
Questa è dura, veramente dura per chi non è abituato alle salite. Il dislivello da superare complessivamente sarà di 900 m in salita e 600 in discesa. Cosa c'è da vedere: la fatica di questa tappa, sarà mitigata dalla bellezza del paesaggio, attraversando una delle zone più interessanti ed esclusive del Biellese: le Rive Rosse. Nella prima parte di questa tappa, sarà la Natura a dare spettacolo: l’albero di Cacciano, il Parco Arcobaleno, il lago delle Piane, per poi arrivare alla chiesetta della Madonna del Sabbione e successivamente al rifugio La Sella, dove il 26 dicembre del 1944, fu teatro del lancio aereo più importante da parte degli alleati a favore dei partigiani. Si entra così nella valle del Ponzone. Ponzone, Pramorisio, dove nel piccolo oratorio di San Defendente c’è un pregevole affresco di Madonna con Bambino del XVIII sec, e Pratrivero, dove nella parrocchiale, una tela di Bartolomeo Caravaglia del 1650 rappresenta la Sacra Famiglia, sono i paesi che si incontrano prima di giungere a Portula, dove su un colle si trova il Santuario di Rossiglione, nel quale è posta la statua della Madonna nera.
Tappa che si svolge lungo le strade che percorrono i pellegrini del Triverese per giungere a Oropa. Lunga e articolata, ma non impegnativa, attraversa molte piccole frazioni dove tante sono le manifestazione di fede verso la Madonna Nera. Cosa c’è da vedere: la chiesa di Trivero, dedicata ai SS Quirico e Giulitta, con preziosi quadri e una stupenda Madonna del Carmine, opera lignea di Giovanni Mainoldi del 1662. Il Sant. della Madonna di Brughiera con due chiese. La più grande rappresenta una delle migliori espressioni barocche del 600 biellese. Una pregevole tela, posta sull’altare, rappresenta l’adorazione dei pastori (1651). Bellissimi gli affreschi della volta e delle pareti del presbiterio. Le chiese di Bulliana, di Veglio, di San Giuseppe di Casto, ricche di opere d’arte soprattutto lignee, gli oratori di Trivero, Sella di Mosso, San Antonio di Marcone, una via Crucis, le innumerevoli cappelle e i dipinti murali lungo la via, ne fanno una vera via di pellegrinaggio. A Vacchiero c’è un piccolo oratorio dedicato alla Madonna di Oropa, a Sagliano la chiesa dei Santi Giacomo e Stefano e l’oratorio della SS Trinità, edificio a pianta ottogonale con affreschi di Daniele de Bosis. In via Roma 4, vi è la casa natale di Pietro Micca, l’eroico patriota.
È la tappa più lunga del Cammino, caratterizzata da continui sali e scendi, che dalla valle Cervo, attraversando la valle dell’Oropa, giunge in valle Elvo, la più verde e aperta valle del Biellese. Cosa c’è da vedere: il parco della Burcina, con le splendide fioriture e gli alberi secolari, Pollone, paese che diede i natali a uomini illustri: Lorenzo Delleani, pittore; De Agostini don Alberto Maria, missionario ed esploratore; De Agostini Giovanni, geografo e cartografo; Frassati Alfredo, fondatore de “La Stampa” di Torino; e Frassati Pier Giorgio, beatificato da Giovanni Paolo II nel 1989, ed è protettore delle Confraternite. Sordevolo, paese di origine molto antica, è oggi conosciuto nel mondo come “il paese della Passione”. Qui infatti ogni cinque anni si svolge il tradizionale spettacolo della “Passione di Cristo”, che viene rappresentata con la partecipazione di tutta la popolazione. Il Santuario di Graglia, dedicato alla Madonna di Loreto, che è posta nel Sacello a sinistra dell’altare maggiore.
Quest’ultima è una tappa di media montagna. Sono gli ultimi 800 metri di dislivello per giungere alla meta. L’ultima ascesa della nostra ascesi che terminerà quando oltrepasseremo la soglia e ci troveremo al cospetto della Madonna Nera di Oropa. Cosa c’è da vedere: panorami stupendi sui monti e sulla pianura, sui pascoli e sulle cascine della valle Elvo. Lo storico ponte Ambrosetti sul torrente Elvo, la chiesetta di S. Grato che ebbe come ospite anche Giosuè Carducci, e, per chi ha ancora fiato e un pò di forza, San Bartolomeo, luogo dove nacque il culto di Oropa. (oppure, volendo percorrere la strada asfaltata del Tracciolino, è possibile visitare il bellissimo borgo di Bagneri e la grande struttura della Trappa) per poi giungere al magnifico complesso del Santuario Mariano di Oropa.
Link al sito ufficiale: Il Cammino della Gran Madre
22 febbraio 2025 - Testi e immagini Antonio Crestani - contatti: tonicrestani@gmail.com