29 maggio 2005

Circa una settantina di persone sono partite domenica scorsa dalle cave del Favaro, alla volta di Oropa, per inaugurare il nuovo Sentiero della Madonna che passa per l’Alpe di San Bartolomeo.
La prima parte dell’escursione ha permesso di ripercorrere quella che era una volta la strada dalla tramvia Biella - Oropa. Si sono toccati punti di particolare interesse come la galleria in curva (opera non indifferente visto che è costruita in pietra ed è ancora perfetta!) e la zone ove era presente lo scambio che permetteva ai due tram di incrociarsi.
Scesi sulla strada asfaltata all’altezza dell’hotel Miravalle, si è proseguito attraverso il sentiero che porta a “la tana dell’orso” e che permette di giungere all’Alpe di San Bartolomeo. Qui si è stati rifocillati con dell’ottimo formaggio e del latte appena munto.
Proprio dall’Alpe di San Bartolomeo si inizia a salire con il nuovo Sentiero della Madonna. Ottimamente sistemato, il sentiero permette di percorrere una salita alquanto ripida senza particolari problemi grazie ai molti “tornanti” che fanno sentire molto meno il pendio. Corrimano e scalini in legno per tutta la lunghezza del sentiero (circa mezz’ora dall’Alpe di San Bartolomeo ad Oropa) rendono la passeggiata agevole e molto piacevole. Sono inoltre da rilevare le innumerevoli indicazioni che si possono trovare lungo il percorso e che toccano vari punti che riguardano Oropa ed i sentieri per raggiungerla: il pellegrinaggio e la scala dei pellegrini sono due di questi.


Di seguito un estratto dai testi della cartellonistica presente sul percorso:

LA TANA DELL’ORSO - Questo è il toponimo – citato già alla fine del XV sec. con altri “orsonimi” oropei (pian del orso, fontana dell’orso) – dello scosceso e roccioso versante in cui lungo il “sentiero Oropa” inizia la proprietà del Santuario; toponimo che ha consimili, anche per caratteristiche del luogo, nell’Ursere dell’alta Valsessera e nel Colle dell’Orso bruno fra Ailoche e l’Alpe di Noveis, e sembra trarre origine dall’ancestrale presenza di questo animale nelle nostre terre “alte”: ne sono prova i reperti fossili rinvenuti nelle grotte del Monte Fenera (Borgosesia) ed attribuiti sia all’Orso delle caverne sia a quello bruno. Oggi l’orso è presente nello stemma di Biella (prima grafia nel 1379) dove è in posizione quadrupede, e, sotto forma di due orsi in piedi che si affrontano, negli stemmi dei Comuni di Andorno (consegnamento del 1614), di Sagliano e di Tavigliano (distaccatisi dal primo nel 1699) e della Comunità Montana Valle Cervo “la Bürsch”, costituita nel 1973.

SAN BARTOLOMEO - Dalla “lettura” del tratto di muratura più vetusto la “nascita” dell’attuale Alpe di San Bartolomeo può essere fatta risalire ai secc. VIII-IX, sotto forma di chiesa e di casa (domus) di eremiti. ...Gli eremiti sia di San Bartolomeo sia di Santa Maria si differenziavano dai loro “colleghi” biellesi – di San Paolo, San Pol, in Burcina, dell’ecclesia et domus di San Tommaso a Campiglia, del priorato di S. Maria del Brianco a Cavaglià – esclusivamente per un compito specifico: dare assistenza ed ospitalità dapprima ai viandanti della “linea” Biella-Valle d’Aosta, e viceversa, attraverso il Colle della Barma, e da quando l’ecclesia Sancte Marie assunse carattere santuariale ai pellegrini che qui salivano. ...Nei secc. XIII-XV l’ecclesia Sancti Bartolomei fu meta di pellegrinaggio; in passato lo erano anche altre chiese intitolate a Santi: dai paesi della Serra si andava ad Andrate per venerare S. Giovenale, protettore contro i lupi; alle parrocchiali di Vergnasco e Zimone, titolare l’”antipeste” S. Giorgio, si peregrinava dai paesi vicini; per la salute del bestiame e l’abbondanza dei raccolti dal basso Biellese si andava alla tomba del B. Pietro Levita, a Salussola, ancora oggi pellegrinata da Olcenengo (VC) per un voto risalente alla peste del 1483; la fine di una guerra spinge ancora oggi, dal 1613, a processionare da S. Germano (VC) alla chiesa di S. Vitale a Roppolo. San Bartolomeo era, ed è, patrono dei beccai (macellai) e dei pellicciai (conciatori di pelle)... Nella meteorologia popolare San Bartolomeo (da cui il nome proprio, un tempo comune, Bartramé, per lo più abbreviato in Tamé) è un “marcatempo”: a Veglio si predice l’autunno con “tal Bartramé, tal simiché” e per chi abita al Favaro “al pióvi ‘d San Bartramé sa i vèn-u gni-n dadvè-n a vèng-u daré – le piogge di San Bartolomeo se non vengono prima vengono dopo”, a significare la ricorrente piovosità della seconda quindicina di agosto.

IL PELLEGRINAGGIO - Il pellegrinaggio è il cammino, fatto con spirito di penitenza e di preghiera e per lo più per impetrare grazie od in ringraziamento di quelle ricevute, verso un luogo sacro (chiesa, pilone, ecc.) dedicato alla Madonna. Il Biellese è terra d’elezione di questi luoghi: sono infatti ben 52 quelli dove nel corso dei secoli i pellegrini al termine della loro fatica hanno “salutato” la Vergine. Ma evidentemente ai suoi abitanti non sono bastati: si ha infatti notizia di pellegrini biellesi alla Chiesa di S. Maria di Losanna (Svizzera) agli inizi del XIII sec., il Santuario mariano di Vicoforte (Mondovì) nella seconda metà del XVI sec. è stato raggiunto da pellegrinaggi collettivi da Biella, Andorno, Candelo, Graglia, Masserano e Sordevolo, ed alla stessa epoca risale la prima notizia di biellesi a Loreto ed al Sacro Monte di Varallo, i parrocchiani di Cavaglià nei secc. XVII-XVIII erano usi peregrinare al Santuario della Beata Vergine del Trompone di Moncrivello (VC), i viveronesi da sempre peregrinano al piccolo Santuario di Santa Maria delle Grazie di Anzasco (sec. XIII) ed alla Cella di Santa Maria di Areglio (sec. XI) a Borgodale, da Sala è uso recarsi in pellegrinaggio al Santuario di Machaby (sec. XVII), sui monti di Arnad (AO), dove è venerata la Madonna della Neve, e così fanno pure gli alpigiani biellesi quando monticano i pascoli della Vallée.

LA “SCALA” DEI PELLEGRINI - Le strade che portano ad Oropa, così come alle altre sedi di culto mariano del Biellese, sono state “scavate” nel corso dei secoli dal passo dei pellegrini; passo che con l’avvicinarsi alla metà era sì più stanco ma ancor più ritmato dallo scandire della preghiera mariana per eccellenza: il Rosario. Nel ricordo di questo antico peregrinare il tratto terminale del “sentiero Oropa” è suddiviso in tre sezioni, fra loro separate da punti di “infoOropa”, ciascuna delle quali è a sua volta suddivisa in cinque rampe: le sezioni corrispondono ai tre gruppi di misteri del Rosario - Gloriosi, Gaudiosi, Dolorosi – e le rampe alle decine di Ave Maria di ogni gruppo di misteri. ...Nei “tornanti” fra una rampa e l’altra sono ricordate le altre sedi di pellegrinaggio mariano nel Biellese: il “sentiero Oropa” è quindi «sentiero del Biellese e dei biellesi» anche attraverso questo voluto collegamento del suo tratto finale con un antico ed odierno camminare pregando diffuso in tutta la terra che si stende dal Mucrone alle risaie.

1 giugno 2005 - testo e fotografie di Roberto Negro


Biellaclub.it offre una panoramica sul biellese. E' un grande archivio che si migliora nel tempo. Tutto il materiale è pubblicato gratuitamente. Il nostro unico obiettivo è di valorizzare il biellese. Tutti possono aderire al progetto e collaborare.


Credits
questo sito appartiene a chiunque abbia contribuito alla sua crescita nel tempo. E' utile e gradita qualsiasi collaborazione, anche solo occasionale. Per contattarci o inviare materiale: biellaclub@gmail.com