copertina libro

188 pagine
2022: Botalla Editore
Dimensioni: cm 23 x 21

INDICE
Centro Incontro
Donato - Duná
A Donato fra Litigaire e Furmije Russe
Le feste di Donato
Le feste di Ceresito
'1 Carver
La "Mappa Napoleonica"
La "Mappa della Discordia"
La storia della Bastia
Le "Nostre Mappe"
A sud, vicino alla Viona
'l Furnat
Lace - La Las
La costa di Lace
Donato, Casale e dintorni
Casale - Casal
Donato e i Cammini
Ceresito - Sarsì
Ceresito e dintorni
Verso il Tracciolino
Dalla Viona alla strada Farciasso-Raviale
Dalla strada Farciasso-Raviale al Rio Gre
Il Tracciolino
Oltre il Tracciolino
Dalla Viona a Pian Bres
Pian Bres
Dal Pian Bres al rio Gre
Gli Alpeggi - Parte 9 Gli alpeggi
Il lago "del Mombarone"
Il Mombarone
Il nostro dialetto
Moda 'd parlè 'd na vota
Parole e robe da ten-e da ment

Dunà

Pag.8 [...] ANNO 1863. Erano tempi difficili, in cui la povertà costringeva la maggior parte degli uomini di Donato a lasciare il paese per raggiungere la Savoia. Attraversavano a piedi la Serra, portando nel cuore le ultime note suonate “a memoria” con gli amici. Nei mesi di lontananza riecheggiavano nella mente a rendere più acuta la nostalgia. Un sogno, accarezzato da chissà quanto tempo e condiviso con altri amanti della musica, quello di fondare una Filarmonica donatese [...] I primi strumenti furono certamente acquistati a prezzo di grandi sacrifici: si rivelarono però negli anni un investimento grandioso, che ripagò tutta la comunità in termini di orgoglio, dignità, soddisfazione. La banda diventò la colonna sonora della vita del paese, quando la gente viveva ancora intensamente e con semplicità gli avvenimenti che permettevano di stare insieme. Feste, spettacoli teatrali, balli si concentravano nei mesi invernali, fra una “stagione” in Francia e l’altra [...]


Donato fra Litigaire è Furmije Russe

Pag 19 [...] Nel passato gli abitanti di ogni paese o borgata erano accomunati da uno o più soprannomi, sovente ironici, mai benevoli. Erano il frutto di gelosie e ripicche fra paesi confinanti che a volte si perdevano nel tempo; fomentavano discordie che ora non trovano più seguito nei giovani, ormai cittadini del mondo. Persino nello stesso comune c’era uno scambio di soprannomi fra il capoluogo e le frazioni. Una qualità generalmente invidiata come l’alta statura, caratteristica di alcuni abitanti di Casale, faceva invece meritare a tutti il soprannome di BASLUNG, oblunghi. Lace fino a qualche decennio fa era il luogo delizioso che conosciamo, ma piuttosto isolato: i suoi abitanti erano perciò LÙV DAL BUSCH. Fra gli abitanti di Donato e Ceresito esisteva una certa rivalità, forse perché la frazione, pur così piccola, aveva la sua scuola, la parrocchia con la cantoria e la Confraternita, la Società operaia. Erano definiti FURMIJE RUSSE, cioè sempre pronti a criticare in modo ritenuto... fastidioso dai residenti nel capoluogo. Lo stranom si è protratto nel tempo più degli altri [...] i netresi, che venivano prontamente rimbeccati come Rabas-ciun per la loro pronuncia della erre, o Brusafer, ritenuto molto offensivo perché metteva in dubbio la loro abilità nella lavorazione del ferro[...]


Stranom

Pag. 22 [...] Quando si doveva nominare una sola persona della famiglia, si indicava prima il nome proprio, seguito dal soprannome (Ilario dla Bela Sort, Giuanin dal Tato). Ovviamente non spettava ai depositari decidere il destino del proprio stranom (ad esempio se poteva rimanere individuale o meno), come non avevano partecipato all'attribuzione: la gente del paese, in modo quasi corale, diventava arbitro di tutte le scelte nel campo dei soprannomi [...] Le località avevano la funzione del soprannome, perché indicavano (e indicano) anche la famiglia di appartenenza. Ad esempio cui dal Gal lo sono anche se hanno cambiato residenza o addirittura hanno lasciato il paese da anni [...] PROFESSIONI : 'd Caposarto, dal Cavajer, dal Frer (fabbro), dal Magnin, dal Panaté, dal Segretare [...] CARATTERISTICHE PERSONALI: dal Binel (gemello), dal Chëcca (che balbuzia), dal Gros, du Lung, du Sop (zoppo) [...]


Garibaldi

Pag.26 [...] Nella casa di Donato [detta Casa di Garibaldi] non soggiornò mai Garibaldi, che nel 1859, quando giunse in treno a Biella per tre giorni, preceduto dalle sue truppe in fase di spostamento, fu ospitato dal vescovo Losana. Il vescovo, uomo di mondo, colto, vissuto per anni in Medio Oriente con importanti incarichi, era ben conscio di trovarsi di fronte ad un anticlericale convinto, perciò lo intrattenne con discorsi molto "terreni”. Da Garibaldi ebbe, così, ottimi consigli su come trattare le viti della diocesi, colpite come in tutto il Biellese dalla crittogama. Da allora, grazie ad una pubblicazione del Vescovo al riguardo, i nostri contadini cominciarono la pratica della solforazione. Quando a Donato si ebbe notizia dell'imminente arrivo di Garibaldi, un giovane del paese, pieno di entusiasmo e a suo modo impegnato, partì a piedi per Biella dalla casa che proprio per gli eventi di quei giorni porta ancora oggi un nome così importante. Giunto in città, in preda all'euforia si aggirava gridando “Garibaldi, Garibaldi!”. Mentre le signore della buona borghesia biellese, dopo aver convinto il vescovo, poterono incontrare e ammirare il bel Garibaldi in un salone del palazzo vescovile, il povero donatese, considerato disturbatore della pubblica quiete se non pazzo, concluse la sua avventura al Piazzo, dove allora c'erano le prigioni. Perse, perciò, l'opportunità di vedere Garibaldi quando dal balconcino (sulla destra) del Vescovado salutò la folla che lo acclamava dalla piazza del Duomo, perché fu scarcerato solo dopo la partenza del suo eroe. Al ritorno a Donato lo stranom Garibaldi per lui fu inevitabile. [...]


LA CAUDANA

Pag.62 [...] la storia inizia nel 1829, quando nel luogo in cui da molto tempo era già in attività un piccolo mulino, proprio a ridosso della fucina Gattino (riportata nella mappa del 1792), fu costruito un altoforno di cui rimangono i ruderi dei muri perimetrali: era l'unico "forno reale" del Biellese, di proprietà d Antonio Gallo e in seguito del notaio Giacomo Gastaldi. Rappresentava una fonte di reddito non solo per chi vi lavorava direttamente, ma anche per molte altre persone del nostro paese, comprese le donne, addette al faticoso lavoro di trasporto della legna verde per le carbonaie. Il carbone di legna nell'altoforno era indispensabile ed aveva due funzioni: non solo serviva per scaldare il forno. ma veniva mischiato al ferro, proveniente dalle miniere della valle di Lanzo, in modo da ottenere la ghisa [...] La ricchezza del Furnat nel passato è sempre stata l'acqua, ma non soltanto quella della Viona. Nella parte superiore della proprietà esisteva (perché è stata distrutta dalla captazione per la costruzione dello stabilimento dell'acqua minerale negli anni Settanta) una sorgente unica non solo nel nostro territorio: la Caudana. Sgorgava freschissima d'estate, molto apprezzata per la conservazione dei prodotti caseari, ma era tiepida, quasi calda d'inverno, tanto che nelle giornate fredde fumava... Il terreno intorno ne beneficiava; non solo la neve non si fermava, ma i prati erano i primi a rinverdire. Le donne di Donato d'inverno si recavano a lavare in quell'acqua tiepida: ai bordi del ruscello c'era posto per quaranta lavandaie.[...]


MA PUSSAVEI!

Pag 112 - "Ma davvero!?". In realtà l'esclamazione, che denota stupore e di volta in volta rammarico o sorpresa piacevole a seconda delle circostanze e dell'intonazione della voce, è la più tipica di Donato. Le esclamazioni dei donatesi erano conosciute in tutta la valle non solo per la loro originalità, ma anche per l'enfasi con cui venivano pronunciate, sovente precedute da un lungo Iiih!
[...] BEICA! Guarda! - CUDIR!? Perché!? - CUJUN! Che lusso! - SAGRINTE GNI! Non prendertela! - TASS! Taci! - MA BASTA LÁ! Ma cosa dici! - STA CITO! Stai zitto! - PUCAPI! Ma figurati! - VENTA GNI! Non si deve! - BANFA GNI! Stai zitto! - BUNDÌ! (stupore) - BUNDÌ STEVO! (stupore) - PORCOCAN! (imprecazione) [...]


Pagina realizzata il 11 ottobre 2023 grazie alla collaborazione con Botalla Editore

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