2014, Elle.Esse Editore

Indice
Introduzione 7
PRIMO TEMPO: IL CONVENTO BENEDETTINO 17
Il luogo 19
Le monache benedettine di Biella 20
La clausura 24
La vita delle monache 29
La dote spirituale 32
Le Educande 36
Famiglie 38
Il nuovo convento 40
L’ edificio 42
Visite pastorali nel nuovo convento 45
La soppressione napoleonica 47
SECONDO TEMPO: L’ORFANOTROFIO FEMMINILE 49
Fine XVIII secolo e periodo napoleonico 51
Inaugurazione dell’Orfanotrofio femminile Gaspare Antonio Ravetti 53
Un testamento prudente 54
Prima sede 59
Primo regolamento 66
La vedova Caterina Ravetti 69
Ogni eccezione ed opposizione cessante 71
La Commissione degli Ospizi e degli Ospedali e una nuova sede 78
La questione della chiesa rustica e della cappella 81
1- La chiesa rustica 81
2- La cappella 83
Opere pittoriche dell’Orfanotrofio 89
La festa di San Gerolamo 97
Ritratti del fondatore 99
Note d’epoca: le proprieta’ più antiche 101
Da Stupinigi al convento di S. Caterina 111
Si restaura e si stabilisce la qualità delle figlie 113
Le madri 116
Cambiamenti nell’amministrazione 118
L’acquisto dell’ex monastero 120
Le figlie 123
Il lavoro delle orfane 124
Rapporti delle orfane coi parenti 127
La salute delle figlie 130
L’abito delle figlie 132
La festa della Rosiera 134
Il regno di Sardegna sotto Carlo Alberto 135
Crocevia di scuole 136
1. La scuola dell’Orfanotrofio per le figlie di civile condizione, ritiro S. Caterina 136
2. La scuola per fanciulle povere proposta dal can.co Marochetti 140
3 La scuola per fanciulle povere per volonta’ regia 146
4 La scuola delle orfane ravettiane 149
Rosmini e le Suore Rosminiane 152
Italia post risorgimentale e nuovi Statuti 156
I diari delle direttrici 158
Rapporti con la Congregazione Amministratrice 159
Dal 1900 al 1944, sr. Costantina 160
Ristrettezze di guerra 164
Dal periodo fascista alla seconda guerra mondiale 165
Orfane armene 167
Vocazioni 171
Le Figlie e un cattolicesimo attivo 175
L’ Ispettore Scolastico. 176
La voce delle orfane: il canto 178
Gli anni dal 1955 al 1993 182
Il punto di vista interno 189
Testimonianze orali 198
TERZO TEMPO: FONDAZIONE RAVETTI ONLUS 201
L’ultimo Statuto 204
ORIENTAMENTI BIBLIOGRAFICI 213
Testi 213
Manoscritti 217
Siti web 219
Periodici locali 220
Fotografie 220

Introduzione

pag. 19


Luogo defilato. Poco noto. Confuso con l’Ospizio di Carità del Vernato. Questo è l’Orfanotrofio Ravetti, in via Orfanotrofio, 16, a Biella. Poi si entra, si visita e si scopre un grande edificio, dalla lunga storia, lì tenacemente collocato dal 1760. Grande portico, giardino, tanti locali, grandi e piccoli, scale in pietra, innumerevoli finestre, belle volte [...] I locali nel passato hanno ospitato donne, solo donne, da famiglie abbienti prima, povere poi. Prima monache, poi orfane [...] L’istruzione femminile a Biella nel 1700 e all’inizio del 1800 non era affidata a pubbliche scuole o ad istituti privati. Le fonti d’insegnamento erano, in generale, la famiglia, che dava alle bambine qualche rudimento, giusto il necessario per tenere una casa, e il corso di catechismo, che era prevalentemente orale e mnemonico, ma richiedeva un minimo approccio alla lettura. La scrittura era spesso riservata ai migliori [...]

Il nuovo convento

pag.40


Nel 1758 le suore di Biella chiesero al vescovo e al re il beneplacito per portarsi a Biella Piano in una sede da costruire, adducendo a motivo l’insufficienza della casa del Piazzo. Il vescovo oppose loro solo la raccomandazione di non vendere beni né di far debiti e di utilizzare solo gli avanzi [...] L’edificio si sviluppa a forma di C, con due piani fuori terra, nei bracci di ponente e levante e tre in quello settentrionale; l’ampio chiostro è circondato da portici di undici campate su ogni lato. Manca il quarto lato, in origine previsto. La chiesa era pensata e progettata come piccola, ma maestosa, poiché era il luogo di accoglienza del pubblico e quindi doveva rappresentare la magnificenza di Dio e la capacità del convento di offrire uno spazio adeguato.

Le figlie

pag.123


Il numero delle ragazze entrate nell’Orfanotrofio Ravetti dalle prime nove andò aumentando, fino ad arrivare a circa settantacinque nel 1888, come ci dice la Storia anonima. Accolte con età dai sette agli undici anni, rimanevano nell’istituto fino ai diciotto anni. Le domande di accoglimento erano vagliate secondo la famiglia e le condizioni, l’età, e, più tardi, un buono stato di salute, valutato dal medico dell’ente, perché la struttura non poteva offrire assistenza medica continua. Il registro delle entrate e delle uscite conferma che, entrando, le bambine dovevano avere un “piccolo fardello”, ad esempio Francesca Masserano, entrata nel 1826, aveva una veste di rigadino, due fazzoletti da collo, due da naso, due grembiuli, tre paia di calze e due di scarpe [...] Le orfane, al tempo delle direttrici laiche, erano sorvegliate dalla madre, avevano rigidamente fissate le ore per andar a letto e per alzarsi, non potevano parlar fra loro sottovoce, né dividersi in gruppetti durante la ricreazione, ma dovevano stare unite. Non potevano uscire se non accompagnate. Non poteva entrare nessuno nell’istituto, se non con permesso scritto dei direttori mensili, senza fare eccezione per il medico o il chirurgo, se non chiamati dalla madre [...]

La voce delle orfane: il canto

pag.178


La tradizione del canto nacque presto nell’Orfanotrofio Ravetti e le figlie furono spesso guidate dai migliori maestri in Biella [...] La proibizione per le donne di ‘cantare in chiesa’ venne ripetuta più volte dalla Sacra Congregazione per la Liturgia. ‘Le ragazze o le donne non possono essere membri di nessun coro’ (decreto 17 settembre 1897). “Le donne non possono essere parte del coro. Cori di donne separati sono assolutamente vietati, eccetto che per particolari motivi e con l’autorizzazione del vescovo” (decreto 22 novembre 1907). “Qualunque tipo di coro misto di uomini e donne, anche se stanno in piedi lontano dall’altare, è totalmente vietato” (decreto 18 dicembre 1908) [...] Nella rubrica Note italiane, in “Musica Sacra”, XLIV (1919), 9-10 (25 settembre/ottobre), p. 57 viene riportato che a Biella ci si lamenta che vengano ignorate le disposizioni sulla promiscuità dei cori; a Oropa in particolare dove un manipolo di fanciulle con due monache salirono trionfalmente la cantoria del Santuario con un gruppo di maschi. Potrebbero proprio esser state le nostre figlie dell’Orfanotrofio Ravetti! L’unico accenno, da me trovato, di testimonianza in tal senso è molto più tardo. Nel diario del 26/8/1951: Le Orfane della cantoria si recano ad Oropa come di consuetudine ogni ultima domenica di agosto, per cantare la Messa unitamente ai Chierici del Seminario.



pagina realizzata in data 29 novembre 2014

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