Il primo documento che cita Sordevolo risale all'anno 827 dopo Cristo, unitamente ad altri paesi facenti parte della giurisdizione civile dei Vescovi di Vercelli. Sordevolo, comune della Provincia di Biella, spazia dai 580 mt. s.l.m. della Frazione di Rubiola, ai 2337 del Monte Mucrone
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Un aiuto alle famiglie bisognose
Nel 1863 viene fondata la prima società dei tessitori chiamata "Perseveranza" che dopo dodici anni confluirà nella "
Società di Mutuo Soccorso" denominata "Alpina". ... La Società forniva sussidi agli inabili, aiutava le famiglie bisognose, veniva incontro a coloro che per malattia non potevano recarsi al lavoro e dava un aiuto ai soldati reduci dalla guerra 1915-1918. La società operaia istituì anche una scuola serale di aritmetica e di disegno.
La famiglia Ambrosetti
L'origine del cognome Ambrosetti nasce dalla famiglia Martano, originaria di Verona ed insediatasi in Sordevolo nel '400 nella persona di Gregorio Martano, che donò beni per la confraternita di Santa Marta e probabilmente il nipote Ambrogio, in omaggio al Santo Patrono di Sordevolo (S. Ambrogio), trasformò il cognome in Ambrosetti. L'intraprendenza di questa famiglia già nel '500 e poi nel secolo successivo era volta ad accrescere sempre più la capacità di aumentare la produttività in campo manifatturiero e di dirigere la propria attività, compresa quella artigianale esistente in paese, verso la commercializzazione del prodotto finito. Gli Ambrosetti già nel '700 hanno costituito l'unico gruppo di imprenditori tessili che ha dato il via al grande sforzo di emancipazione sia sui mercati che sulla produzione interna, accentrando in proprio laboratori di follatura e tintoria. I fratelli Ambrogio Bernardo e Giovanni Francesco Ambrosetti nella seconda metà del '600 possedevano cinque fabbriche in Sordevolo dislocate nelle seguenti zone: Rua, Fiusina, Parauretto, Bornello e Bruco ove si concentrava gran parte della produzione. Bernardo Ambrosetti sul finire del '600 andò in Olanda, ad Harem, Leiden e Amsterdam, allora fra i maggiori centri industriali d'Europa, per impratichirsi sui tessuti marmorizzati. Al suo ritorno introdusse la fabbricazione di panni grigi, che erano i più richiesti dall'esercito. Introdusse le prime macchine per frisare o rattinare, che potevano sostituire il lavoro di circa 10 operai; praticamente anticipò Pietro Sella di un ventennio con l'importazione dei primi macchinari tessili. Il patrimonio degli Ambrosetti era valutato, alla fine del '600 in 65/70.000 lire piemontesi che sestuplicò nel volgere di 50 anni, grazie alle forniture militari, che da un iniziale contratto quindicinale divennero continuative. Per tutto il '700 gli Ambrosetti furono il nucleo più importante di tutta l'industria tessile "subalpina", in grado di controllare tutta la produzione. ...