Ogni paese ha, per i suoi abitanti, un soprannome antico che si perde nella notte dei tempi. Generalmente si tratta di “stranom” che fanno riferimento ad attività lavorative o alla morfologia del territorio o ancora al carattere dei paesani. Capitava che questi stranomi fossero raccolti in filastrocche prive di autore, che sono il risultato della elaborazione comune della gente. La Valle del Cervo è passata in rassegna con sottile vene umoristica nella "Pìstula” del “Mandighët", una filastrocca che, partendo da Piedicavallo e scendendo fino ad Andorno, sciorina argutamente gli stranomi assegnati agli abitanti di ogni paese. Questi nomignoli, molti dei quali ancora oggi conosciuti e diffusi, erano quasi sempre ironici, spregiativi, miranti a cogliere i difetti delle persone di ogni borgata. Il “Mandighët” era un arrotino di Sala Biellese che verso la fine del 1800 passava di paese in paese svolgendo il proprio mestiere: il “mulìta” al suo arrivo gridava per richiamare la gente o bussava alle porte delle case per chieder forbici, coltelli o altri utensili da molare. Mentre arrotava mettendo in rotazione col piede la mola inumidita da un filo d’acqua che scendeva da un “barachìn” e tra mille “falìspe” procedeva al lavoro, attaccava la sua filastrocca, avendo l’arguzia di sostituire lo stranome del paese in cui si trovava con quello di “brava jent”. La “pìstula” è riportata nel libro “Il Santuario di San Giovanni Battista di Andorno” del prof. Giuseppe Maria Pugno che ha avuto il merito di conservarla e tramandarla intatta nella sua versione originale. Va annotato che nel secolo successivo alcuni di questi soprannomi sono stati dimenticati e sostituiti da altri nuovi.
18/10/2017 - Deanna Gatta vallecervobiella.wordpress.com