Il 20 aprile del 1971 Peppo Sacchi registra, al Tribunale di Biella, il marchio di Telebiella A21, come giornale periodico a mezzo video. La sigla A21 richiamava l’Articolo 21 della Costituzione, in cui si garantisce la libertà d’espressione. Il profilo dei personaggi che parteciparono alla nascita dell'emittente porta Telebiella ad essere qualcosa di diverso dalle “televisioni pirata” che si sperimentavano nel periodo.
Negli anni '70 la RAI, unica emittente televisiva autorizzata alle trasmissioni, era completamente estranea alle realtà territoriali, era gestita tramite un colossale sistema burocratico, politicizzato e privo di strutture locali.
Peppo Sacchi che alla RAI aveva lavorato come regista, voleva realizzare dei programmi nuovi, mostrare la vita della gente, raccontare la loro giornata tipica. Decise di realizzare una televisione che raccontasse i fatti del territorio.
Il 6 aprile del 1972 iniziarono le trasmissioni sperimentali via cavo: Ivana Ramella lesse un messaggio annunciando il programma della nuova televisione. Il nucleo delle prime trasmissioni ruota attorno a Peppo Sacchi, Ivana Ramella, Adriano Gandolfo ed Enzo Gatta. Il segnale televisivo era trasmesso tramite un cavo che collegava diversi negozi e condomini della città. Consapevole di essere ai limiti della legge, Peppo Sacchi chiese ad un amico di presentare una denuncia contro Telebiella: la sentenza del pretore gli consentì le trasmissioni che divennero regolari a partire dal dicembre 1972.
Telebiella crea un modo di fare televisione moderno e realizza trasmissioni anche con persone celebri. Oltre ai già citati Tortora, Oddo e Lauzi ci sarà l'esordio del comico Ezio Greggio e le collaborazioni di Beppe Recchia, Cino Tortorella, Memo Remigi, Ugo Zatterin, Daniele Piombi, Anna Maria Rizzoli, Vanna Brosio, Febo Conti, Mario Soldati, Fatma Ruffini. Un gruppo di personaggi della cultura e dello spettacolo di notevole profilo, alcuni già famosi (es. Enzo Tortora) altri che lo diventeranno (es. Ezio Greggio).
Nel 1972 non aveva senso contare quante persone guardavano la televisione. L’importante era la diffusione dei programmi. Le trasmissioni di Telebiella facevano parlare e informavano. Si racconta che nel 1973 vi fossero tre chilometri di cavo che trasportavano i programmi agli apparecchi installati nelle strade, in piazza, nei bar, nei ristoranti e nelle abitazioni private. Nel 1974, il cavo raggiunse gli otto chilometri. In poco tempo Telebiella diventò un fenomeno nazionale. “Sorrisi e Canzoni Tv” pubblicava i suoi programmi accanto a quelli della Rai. In occasione di un Festival di Sanremo, le canzoni scartate dalla RAI vennero cantate dai loro autori nelle trasmissioni di Biella. Era una televisione libera, famosa, lontana dal controllo della politica.
Il 9 maggio 1973 il governo italiano emise un decreto che vietava le trasmissioni televisive via cavo. Ritornava il monopolio della RAI. Il 1 giugno del 1973 il cavo venne reciso da funzionari statali, negli studi dell'emittente, in diretta televisiva e Telebiella non poté più trasmettere, ufficialmente, per molti mesi.
Un merito di Telebiella fu quello di non arrendersi ad un decreto del governo. Si rivolse alla Corte Costituzionale ottenendo una sentenza favorevole, valida per la libertà di trasmissione televisiva in generale. Non solo Telebiella poteva riprendere la sua attività ma potevano nascere legalmente le televisioni private, autorizzate a trasmettere direttamente nell'etere a vantaggio della capillare diffusione del segnale. Il monopolio RAI era legalmente finito. La Corte Costituzionale aveva previsto che il Legislatore disciplinasse con legge l’esercizio delle televisioni private ma nessuno scrisse la legge col risultato che nacquero una moltitudine di emittenti il cui scopo trascendeva le trasmissioni locali per approdare ad un modello di tv commerciale.
Alla fine degli anni ‘70 ci sono già oltre 500 televisioni private in Italia. La prima televisione libera italiana trasmette ma non è più protagonista. Risucchiata nel caos televisivo dove i pionieri sono sostituiti da imprenditori e gruppi editoriali. Problemi non solo economici portarono Peppo Sacchi a stipulare accordi con altre reti televisivi e nel 1986 a cedere la testata. Tanti passaggi di mano e nel 1992 Telebiella viene dichiarata fallita. Ne acquisterà il marchio il gruppo Pirenei Srl. Tuttora un'emittente trasmette con l'originale logo "Telebiella". Ma è un'altra storia...
www.telebiella.it/index.php/diretta-web-tv-2
... alcuni giovani decidono di mettere su una Televisione via cavo. Danno fondo a qualche risparmio, si autotassano, magari a costo di litigare con le mogli. Ci sono improvvisazione, fascino dell’avventura, ma soprattutto emozione di essere protagonisti di una vicenda che non ha precedenti. Viene collegato qualche condominio ... I programmi sono varati com’è possibile, e con i mezzi di cui si dispone. Le idee e la volontà non mancano. Si fa parlare la gente, le cineprese scendono in strada, la porta dello studio è aperta a tutti. Notiziari, avvenimenti sportivi, inchieste graffianti, denunce ... Telebiella scava tra le pieghe della città, è seguita, diventa una voce di popolo perché è una Tv paesana ...
www.massimoemanuelli.com/2017/08/16/telebiella
... Sacchi, in Rai e alla Tv Svizzera ha fatto di tutto, ha un’incredibile dimestichezza e padronanza con le apparecchiature, da qualche tempo dal Giappone sono arrivate incredibili novità tecnologiche e Sacchi acquista un videoregistratore portatile da un quarto di pollice dell’Akai, inizia a filmare partite di calcio, comizi elettorali, feste di paese. Poi la sera tutti al bar della piazza per vedere le facce, i goals, le ragazze di quartiere. La voce si sparge in poco tempo e il bar è fin troppo piccolo, la gente resta fuori protestando. Si capisce allora che c’è tanta voglia di “locale”, di cose semplici e di casa nostra. Il problema dunque non è cosa registrare, ma come far vedere tutto questo ...
www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2010-11-04/piccole-libere-064702.shtml
... quella è l'era delle TV rivoluzionarie. Che, prima via cavo, e poi via etere, non si fermano davanti a nulla, investono fondi propri, lavoravano per passione, e trasmettono, trasmettono, trasmettono. Sono pirati, si sa, ma pirati depoliticizzati, simpatici, alle volte caciaroni ...
www.famigliacristiana.it/articolo/telebiella_190711150439.htm
... Peppo Sacchi si presentò negli uffici del tribunale di Biella, con un incartamento pieno di documenti e carte bollate, per depositare la testata “Telebiella A21 periodico audiovisivo indipendente”. Sono passati 40 anni da quell’atto burocratico in apparenza insignificante ... Pochi se lo ricordano, ma si trattò del primo passo di una svolta epocale nel nostro Paese (ma non solo) sia per quanto guarda la storia della televisione, che per l’ evoluzione del costume e della cultura ...
www.lastampa.it/biella/2016/04/20/news/l-inventore-di-telebiella-la-prima-tv-libera-adesso-trasmetto-su-internet-1.35015328
... mi “rovinarono” i film di Frank Capra dove i giornalisti dicevano la verità ed erano degli eroi. Ero un bambino e pensavo che fare informazione fosse bellissimo. Una maledizione che ancora oggi mi porto dietro. Fu la necessità di riempire quegli spazi che la “TV generalista” non aveva a farmi imbarcare nell’avventura. Le notizie locali, gli avvenimenti, gli artisti, avevano diritto di usare quel mezzo come i cittadini di fruirne ...