In territorio di Sagliano Micca, camminando lungo il torrente Cervo o passeggiando tra i boschetti, si possono incontrare numerosi “buchi”, che altro non sono che sondaggi di ricerche intraprese o ingressi di gallerie minerarie aperte dai Savoia.
Nel 1666 Carlo Emanuele II, duca di Savoia, principe di Piemonte, marchese di Saluzzo, conte d'Aosta, Conte di Moriana e Conte di Nizza, forse per procurare i metalli all'Arsenale Militare da lui voluto, decise di impegnarsi in attività minerarie a spese delle finanze ducali.
Diede quindi incarico al capitano savoiardo Carlo Emanuele de Montendons, che era considerato un esperto nel settore, poichè in Sassonia si era aggiornato sulle metallurgie. Il 7 settembre 1666 de Montendons, come direttore responsabile, si recò con 7 uomini ad Andorno per scavare minerale di rame e di piombo. Subito iniziarono le opere per la sistemazione e la costruzione di edifici, forni e fucine, lavori che durarono per oltre un anno e mezzo, tanto che nei primi venti mesi si produssero solo 20 rubbi (un rubbo corrispondeva a circa di 9,2 kg) di"rosetta", cioè rame raffinato.
Una delle cause del ritardo nell’estrazione fu dovuta alla difficoltà nell'approvvigionamento della calce per la costruzione degli edifici: infatti, per gli acquisti di calcina, si era fatto ricorso al Sig. Micheletti di Roasio, al sig. Domenico Tonet di Brusnengo e presso i calcinai di Maggiora, distanti da 30 a 50 chilometri di distanza da Andorno.
Interessanti sono i dati dei salari degli operai, pare 14/15, che provenivano in parte dalla Sassonia e parte erano minatori locali: i fonditori "allemanni" ricevevano uno stipendio di £ 7 e 10 soldi alla settimana, mentre le paghe dei minatori locali variavano da un massimo di soldi 22 soldi ad un minimo di 15 per giorno di lavoro.
Fu istituita anche una parvenza di assistenza previdenziale: nel 1674 furono infatti pagati £ 29 e soldi 10 al chirurgo, allo speziale ed a persone che avevano fornito cibo al minatore forestiero Antonio Giorgio che si era ferito cadendo in miniera e per mastro Simone Graffmuller ammalato; nel 1672 furono rimborsate £ 100 a Giacomina vedova del fu Bernardo Bego morto casualmente nel servizio della miniera; nel 1675 furono versate £ 50 a Maria vedova del fu Giovanni Pasquale per la morte del marito; nel 1671 furono pagate altre somme "Per il morto minatore donativo e sepoltura” e per "Stipendi e strenne et ammalati".
Non mancarono i risarcimenti dei danni ai proprietari dei terreni, compresi quelli per la morte di alberi di noci a causa dello "spuzzore del solfore".
L'esercizio delle miniere di rame, parrebbero 4, durò fino al luglio 1682, data in cui si cessò ogni attività, nonostante si fosse avuto un sia pur piccolo margine di utile. Le 120 tonnellate di rame prodotto furono inviate quasi totalmente a Torino per la produzione di cannoni, 50 rubbi furono utilizzati per una campana di Chiaverano e 15 rubbi furono utilizzati ad Andorno per costruire tubi per le pompe necessarie ad eliminare l'acqua dalle "fosse".
Nel 1711 fu nominato direttore delle Miniere regie il capitano sassone Nicholaus Mühlhan, che dimostrò subito un’attenzione particolare per le miniere d'Andorno ormai chiuse tanto che fissò la residenza sua e della famiglia nella valle del Cervo. I motivi della preferenza del Mühlhan parrebbero essere stati due:
Fu così che nel 1724 furono impiegate ingenti risorse finanziarie per riattivare le miniere dopo oltre 40 anni d'inattività, ma l'esercizio rimase sempre passivo tanto che nel 1735 le miniere di rame vennero definitivamente chiuse.