Giovedì prossimo, ricorrendo il Natale di Roma, avrà luogo l’inaugurazione del nuovo edificio dei Bagni Pubblici fatto costruire dal Comune in via Arnulfo sull’area della ex Biblioteca Civica... Il fabbricato ha linee semplici e moderne, ha le facciate principali rivestite parte in marmo bianco e parte in litoceramica rosso ed è coperto a tetto piano. Si compone di tre piani fuori terra e di un semisotterraneo.
Al piano terreno sono ricavati 12 camerini per bagno e 10 camerini per doccia riservati agli uomini, al primo piano si sono ricavati 8 camerini per bagno e 2 camerini per doccia riservati alle donne.
Al secondo piano invece ci sono ricavati due alloggi per il personale di servizio. Nel semi-sotterraneo è stato ricavato un piccolo albergo diurno con servizi di gabinetti per uomo e signora, barbiere, lustrascarpe, telefono, deposito e custodia valige e piccoli pacchi. Sempre nel semi-sotterraneo vi è un ampio locale che verrà adibito a lavanderia pubblica per il rione...
I camerini da bagno e delle docce sono lindi e spaziosi, hanno le pareti rivestite di piastrelle di ceramica bianche a piccoli elementi. Le vasche da bagno sono in ghisa porcellanata, le docce in grés porcellanato. I camerini sono attrezzati di tutto l’occorrente, specchio, attaccapanni, sedie e sono serviti da acqua calda e fredda. Tutto il fabbricato è provvisto di impianto di riscaldamento a sistema centrale...
Tratto dal giornale: "Il Popolo Biellese", del 18 aprile 1938
A Biella, nel 1983 scoppiò una polemica contro lo smantellamento i bagni pubblici di piazza Curiel. La Cassa di Risparmio voleva acquistare tutto l’edificio per costruirci la sua nuova sede, ma molti cittadini non erano d’accordo. L’edificio non era nemmeno così obsoleto come qualcuno voleva far credere. Erano stati installati i pannelli solari sul tetto, per seguire il sole e scaldare l’acqua nelle grandi caldaie. Un investimento di una trentina di milioni, una cifra importante per l'epoca. Ma i tempi stavano cambiando. Il numero degli utenti era calato. Negli ultimi anni i bagni pubblici erano aperti solo nel fine settimana. Il sabato era il giorno più affollato, con circa 200 persone. Chi li usava? Soprattutto chi viveva in case ancora senza bagno, ma anche persone che cercavano un ambiente più pulito e confortevole rispetto alla propria abitazione. Quei bagni erano più di un semplice servizio: erano un pezzo di storia della città.
Si pagava 1000 lire per un bagno o una doccia. Potevi anche comprare la saponetta (100 lire), oppure chiedere shampoo e sali da bagno. Con 200 lire ti davano anche l’asciugamano. Tutto era gestito senza alcuna sovvenzione comunale.
21/06/2025, da una ricerca di Giorgio Gulmini