Il conte Edgardo Sogno Rata del Vallino di Ponzone (1915-2000) discende da antica famiglia biellese, originaria di Camandona. È stato soldato, partigiano, politico, diplomatico, scrittore e, forse, anche altro.
Edgardo Sogno entrò nella scuola Allievi Ufficiali di Pinerolo, conseguì tre lauree (Giurisprudenza, Lettere, Scienze Politiche), fece un concorso per entrare in diplomazia ma non fu subito ammesso alla carriera. La delusione lo spinse ad arruolarsi nella guerra civile spagnola, contro i comunisti, anche se non era fascista.
Nel 1940 intraprese la sognata carriera diplomatica ma nel novembre del 1942 fu richiamato alle armi. Nel maggio 1943, a Nizza, protestò contro la partenza di un convoglio di ebrei e finì in carcere. Poi il Duce fu arrestato e l'armistizio dell'8 settembre lo sorprese a Torino col grado di tenente dell'Esercito Regio. Decise di partire per il Sud e arrivò a Brindisi, dove venne assegnato allo Stato Maggiore del Governo Badoglio. Si arruolò nello "Special Operation Executive" britannico e venne paracadutato nel Biellese, dove i partigiani... lo arrestarono! Riuscì a convincerli e muovendosi tra Biella, Torino e Milano creò l'Organizzazione Franchi, una gloriosa formazione militare di lotta antifascista. Tra le sue imprese vi fu il tentativo di liberare il partigiano Ferruccio Parri (futuro Presidente del Consiglio dei Ministri); indossando una uniforme tedesca entrò, con tre compagni, nella sede delle SS fingendosi latore di messaggi speciali, ma qualcosa andò storto e venne catturato e mandato in un campo di prigionia a Bolzano.
Edgardo Sogno ricevette la Medaglia d'Oro al Valor Militare per il suo contributo alla lotta partigiana. Nel 1951, gli Stati Uniti, lo premiarono con la Bronze Star Medal, la più alta onorificenza statunitense a cui può ambire chi non è americano.
In seguito ai risultati del referendum del 2 giugno 1946 nacque la Repubblica Italiana. Edgardo Sogno, di dichiarata fede monarchica ed esponente del Partito Liberale, subisce una netta sconfitta politica. Le sue idee intransigenti non mutarono mai e lo portarono ad essere osteggiato dalla quasi totalità dei partiti politici italiani. Riprese la carriera diplomatica, prestando servizio in Argentina, in Francia e negli Stati Uniti, quindi fu nominato, nel 1966, ambasciatore in Birmania, dove resterà fino al suo ritorno in Italia, nel 1970, dove riprenderà le sue lotte politiche concentrandosi contro il comunismo.
Il 2 giugno 1974 ricevette il titolo di Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica, il più alto degli ordini della Repubblica italiana. Il 23 agosto dello stesso anno la magistratura ordinò una perquisizione della sua abitazione; il magistrato Luciano Violante lo accusò di tentato Colpo di Stato (Golpe Bianco). Passò un mese e mezzo in carcere. Il 12 settembre 1978 il giudice istruttore pose fine al procedimento dichiarando di non doversi procedere.
Edgardo Sogno non rinnegò mai le sue idee politiche, monarchiche, liberali, anticomuniste e antifasciste, convinto che l'Italia necessitasse di una Repubblica Presidenziale simile alla Francia del generale Charles de Gaulle. Per questi obiettivi, forse, propose anche idee antidemocratiche. Poi, disilluso, si dedicò alla scrittura di numerosi libri: "Guerra senza bandiera" (1995), "La Franchi. Storia di un'organizzazione partigiana" (1996), "Due fronti. La guerra di Spagna nei ricordi personali di opposti combattenti" (1997), "De Gaulle: la spada appesa al filo" (1997), "La storia, la politica, le istituzioni" (1999) e "Testamento di un anticomunista" (2000) che completano il suo precedente impegno di scrittore: "La pietra e la polvere" (1971), "La croce e il rogo. Storia di fra Dolcino" (1974), "Il golpe bianco" (1978), "Per la libertà" (1988).
Edgardo Sogno in alta uniforme diplomatica
Pagina pubblicata il 30 /05/2021