Il Museo del Territorio Biellese è stato inaugurato nell’attuale sede di Via Quintino Sella nel dicembre del 2001, dopo anni di lavori tesi a ripristinare i locali del cinquecentesco convento di San Sebastiano, utilizzato negli ultimi decenni del Novecento come magazzino comunale. La chiesa e il convento sorgono sul terreno che Sebastiano Ferrero (1438-1519), biellese di nascita, abile uomo politico al servizio dei Duchi di Savoia e dei re di Francia, donò con la precisa finalità di far costruire un complesso conventuale destinato a ospitare i Canonici Lateranensi, potente e prestigioso ordine monastico che aveva avuto un’ampia diffusione durante la seconda metà del Quattrocento. Nel 1500, si diede inizio alla costruzione del complesso, ma i lavori si protrassero a lungo nel tempo e la consacrazione della Chiesa avvenne soltanto nel 1540. Non si conosce con sicurezza il nome dell’architetto che ha progettato l’intero complesso; dai pochi documenti che si sono conservati emerge il nome di “maestro Eusebio”, che recenti studi hanno identificato con il pittore–architetto di raffinata cultura, Eusebio Ferrari da Vercelli. In ogni caso le maestranze che lavorarono alla costruzione del convento e della chiesa, rivelano una cultura molto affine a quella milanese codificata da Donato Bramante, che alla fine del Quattrocento si trovava al servizio degli Sforza. Dopo quasi quattro secoli, alla vigilia dell’arrivo delle truppe napoleoniche (1798) i Canonici furono costretti ad abbandonare il convento, che venne presto destinato a sede del deposito di mendicità della Città di Biella. L’antica struttura conventuale fu dunque trasformata dall’architetto Nicola Tarino, in base alle esigenze del nuovo ente insediatosi.

Nel 1860 il convento divenne di proprietà del Comune di Biella, gli spazi ospitarono dapprima una caserma, poi vi trovò sede la Scuola Professionale. Proprio all’inizio del secolo, nei locali che ormai erano stati totalmente modificati, venne collocato per iniziativa di Corradino Sella, un primo nucleo delle opere che andranno poi a costituire il futuro Museo Civico di Biella. Negli anni Trenta del Novecento il costituendo Museo trovò sede in un edificio costruito ex novo destinato a ospitare anche la Biblioteca Civica e l’Archivio di Stato. A quel tempo il Museo poteva vantare già collezioni di un certo rilievo, frutto di donazioni e lasciti istituiti a suo favore da parte di generosi donatori. Questa prima sede, i cui locali vennero completamente rinnovati dall’arch. Nicola Mosso nel secondo dopoguerra, si rivelò già pochi anni dopo insufficiente per l’esposizione dell’ingente patrimonio, e il Museo chiuse definitivamente alla fine degli anni Ottanta.

Dopo un lungo intervento di restauro le collezioni civiche hanno trovato sede adeguata nei rinnovati locali dell’antico convento di San Sebastiano. Attualmente il percorso espositivo comprende una sezione archeologica che raccoglie reperti dalla preistoria fino all’età romana, provenienti dal territorio ed una sezione egizia, intitolata all’archeologo biellese Ernesto Schiaparelli, nata con la donazione del 1908 di Corradino Sella e arricchita da una mummia risalente all’epoca tolemaica. Recentemente è stata inoltre inaugurata la sezione storico-artistica, che propone un duplice percorso di visita: cronologico e collezionistico; esso pone in evidenza le testimonianze pittoriche rappresentanti lo sviluppo della cultura figurativa biellese e il gusto di alcuni collezionisti locali, grazie a cui oggi il museo può vantare opere di Fattori, Fontanesi, Pellizza da Volpedo, Chagall, Mirò, Magrittte.
COLLEZIONI PERMANENTI : sezione STORICO-ARTISTICA
La sezione storico-artistica del Museo del Territorio Biellese occupa un grande salone situato al primo piano, nell'ala est del Chiostro di San Sebastiano. Vi sono esposte opere che cronologicamente coprono un arco temporale che va dall'XI secolo fino ai primi anni del Novecento. Un periodo talmente ampio che non poteva certo essere testimoniato in tutte le sue varianti, ma che, proprio per la varietà dei materiali in esso esposti, esemplifica bene l'iter delle espressioni artistiche sviluppatesi in territorio biellese nel corso dei secoli. Affreschi, sculture, dipinti su tavola e su tela ne ripercorrono cronologicamente, attraverso un dinamico allestimento, gli sviluppi storico-artistici e culturali. Dal grande affresco absidale, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria di Castelvecchio (Mongrando), datato tra la fine dell'XI secolo e l'inizio del XII a quello più tardo della fine del XIII secolo, a motivi geometrici, staccato da un interno di una casa privata, si giunge a scoprire, passando tra i due leoni stilofori scolpiti nella locale pietra verde d'Oropa, il cospicuo nucleo di opere rinascimentali: il grande Polittico del maestro dell'Incoronazione, il Compianto sul Cristo morto di Gerolamo Giovenone, la Crocifissione e la predella con le Scena della Passione di Cristo di Bernardino Lanino e alcune opere di Boniforte Oldoni, esposte insieme a un portale e una grande finestra monofora in terracotta stampate a rilievo. La visita prosegue attraverso testimonianze pittoriche del XVII e del XVIII secolo, soffermandosi su una grande tela realizzata da Giuseppe Maffei come scenografia teatrale, prima di entrare nella Galleria dei benefattori dell'Ospizio di Carità, composta da una serie di ritratti a mezzo busto commissionati dall'amministrazione dell'Ospizio ad artisti locali, per celebrare la magnanimità di alcuni illustri personaggi biellesi che aiutarono, tramite lasciti e donazioni, tale Ente. Il percorso termina con i numerosi dipinti di Lorenzo Delleani, l'esponente più illustre della pittura biellese della seconda metà dell'Ottocento, e le tele di Giuseppe Bozzalla.

www.museodelterritorio.biella.it

Museo del territorio

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23 aprile - 28 agosto 2008

testi e immagini forniti dal Museo del Territorio Biellese
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