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Biella 1800
La storia della città di Biella durante l’ottocento seguirono le travagliate vicende del periodo con il susseguirsi di numerosi eserciti invasori. Primi furono i repubblicani francesi seguiti dagli Austro-russi. A seguito della battaglia di Marengo la città di Biella fu annessa alla Francia di Napoleone per passare, infine, sotto al regno sabaudo dopo il congresso di Vienna. Per un breve periodo la città fu invasa dall'esercito austriaco in ritirata sotto l'azione dell'esercito guidato da Giuseppe Garibaldi, che entrò in città il 18 maggio del 1859. 

La situazione urbanistica agli inizi dell’ottocento era ancora sostanzialmente quella di una città tardo medievale, divisa in molti nuclei abitativi separati da ampie aree prive di costruzioni, con le mura medievali oramai in rovina, solo le porte della città erano ancora in buono stato di conservazione. Fu la dominazione francese ad imporre dei radicali cambiamenti giuridici-amministrativi al territorio biellese. L’applicazione rigida e dura da parte dei francesi ha fatto vivere alle popolazioni biellesi questi come autentici soprusi.
A livello urbanistico le maggiori modifiche furono la nuova destinazione di numerosi gruppi di edifici, a partire da quelli religiosi, infatti furono soppresse le Corporazioni Religiose, a cui furono requisiti beni ed edifici. Ad esempio l’ex convento di San Francesco fu destinato ad occupare le scuole secondarie di Biella, funzione che ricopre ancora oggi ospitando una scuola media. Con l’inizio del Risorgimento la città non vide grandi eventi passati, ma diede i natali a due personaggi destinati ad entrare nella storia: Alfonso Lamarmora e Quintino Sella, il primo fondatore dei bersaglieri ed il secondo fu ministro delle finanze in diversi governi, ma anche forte alpinista a cui si deve la prima salita completamente italiana del Monviso e la fondazione del CAI (Club Alpino Italiano)


Cartina tratta da: Biella cent'anni fa : notizie statistiche colla pianta della citta nell'anno 1800 e 1900 di Alessandro Roccavilla (Biella : Tip. G.Amosso, 1900) 

pagina realizzata da Giorgio Gulmini, Roberto Moretto, Marcello Rossi - 2 febbraio 2013


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