J souma qui!

di Pier Giorgio Tamaroglio
249 pagine
1991, Giancarlo De Alessi Editore


Indice generale
Presentazione
Uno sguardo al passato
Fonti fotografiche
Premessa
BIELLA: GIPIN e CATLIN-A, 'L BABI
Barazzetto: 'L MARGHÈ E LA LACERA
Chiavazza: 'L CUCU
Cossila S.G.: 'L SOCOLAT E LA SOCOLATA
Cossila S. Grato: 'L CADREGAT
Oremo: IL MARCHESE GRANBOTTONE E CONSORTE
Pavignano: NÒPE
Piazzo: LA BELLA CASTELLANA E IL CONTE DI VALTROMBOSA, JACOLIN DLA BRENTA E JACOLIN-A DAJ MASSÉ
Riva: 'L GAL E LA GALIN-A
S. Paolo: MORISSO DAL CAMPLAS E PAOLIN-A LA VERDURERA
Vaglio: TONIN E ROSETA
Vandorno: TÒNI GAMBÈT E MARIETA
Vernato Thes: 'L CONT DAL THES E LA BELA GINEVRA
Vernato: A.R.C.I. DUCA E A.R.C.I. DUCHESSA
Villaggio Lamarmora: IJ CONT DLA FORNAS
Istituti scolastici: FANFULLA DA LODI, MERCURIO, CIRANO DI BERGERAC, NERONE, DIAVOLO, MARY POPPINS, MARIA VITTORIA DAL POZZO DELLA CISTERNA
ANDORNO MICCA: LA STRUSA SCIAVATE E LA BELA ANDORNEISA
Locato: 'L PASAROT
S. Giuseppe di Casto: I CONTI DI MONTE CASTO
BENNA: PRINCIPE HILDEBRANDUS E LA CASTELLANA
BIOGLIO: 'L FORICC E LA MAJIN
BRUSNENGO: CHICHIBIO
CAMANDONA: GIPIN e CATLIN-A
CANDELO: RE TOULON, I CONTI DI ISINGARDA, PINÒT E PINÒTA DLA VAL
CAPRILE: 'L BOIET
CASTELLETTO CERVO: 'L RASPET
CAVAGLIA: IL GENERALE, IL COLONNELLO, GIANDUJA e GIACOMETTA
CERRIONE: LA PIGNATA E'L PIGNATON, 'L PASARAT
Magnonevolo: ,L PASTISCÈT
Vergnasco: 'L PASARÒT
COGGIOLA: MONSÙ MOMBARON e MADAMA PONASCA
COSSATO: SUCOT e SUCOTA
Spolina: 'L BEP E LA CICHIN-A
CREVACUORE: 'L VETTU
Azoglio: 'L BECH e LA BECA
CURINO: 'L CAGLIÈ C MÒRFINA
DONATO: IL GENERALE E LA PASTORELLA
Ceresito: PINOT E CAROLIN-A
DORZANO: LA BELA DORSANIN-A SPIRITOSA
GAGLIANICO: LA PASSERA, 'L CAUNAT E LA CAUNATA
GUARDABOSONE: 'L BELLO E LA BELLA
LESSONA: 'L MARCHÈIS E LA CONTÉSSA
MAGNANO: 'L MAGNIN E LA MAGNIN-A
MASSAZZA: IL CONTE E LA CONTESSA
MASSERANO: 'L TREMARELL
MIAGLIANO: 'L GAVASCION e LA GAVASCION-A
MONGRANDO: IJ FATE
Ceresane: 'L PRESCÈT E LA PRESCÈTA
Curanuova: 'L FORGIARON E LA BELA TESSIORA
S. Michele: 'L CASTLAN E LA CASTLAN-A
Barban: 'L CONT E LA CONTÈSSA 'D L'INGAGNA
Graziano e Ruta: 'L GOVERNATORA 'D MONGRAND AUT, 'L MUNJANO e LA RUATELA
S. Lorenzo: 'L GIUDICE E 'L CARCERATO, IL CAPITANO DI VENTURA E LA SUA DAMA
MOSSO S. MARIA: IL CASTELLANO E LA CASTELLANA
MUZZANO: 'L BÈRGÈ C LA BERGERA
NETRO: IL CONTE E LA CONTESSA
OCCHIEPPO INF: 'L PICIOROSS E LA CAPINERA, IL SIBERIANO E LA SIBERIANA
OCCHIEPPO SUP: IL CONTE E LA CASTELLANA, 'L MANGIA GALIN-E E LA GALINÈTA
Galfione: 'L SCIUCH e L'AVOCAT
PISTOLESA: IJ TURCH: 'L MÉGRO E LA BIONDA
PONDERANO: SIN e MARIETA
PORTULA: IL PORTULACCHIO
POSTUA: 'L MAGON E LA MAGON-A
PRALUNGO: 'L PORCHÈT E LA PORCHÈTA
PRAYPianceri: CECHIN E CECHIN-A
Roasio: PIDRIN E LA BELA MARIETIN
RONCO: 'L MARCHEIS E LA MARCHEISA DAL PAILÈT DLA COA
ROPPOLO: IL GENERALE E LA BELA RÒPOLEISA
SALA: L'EMIGRONT, LA TESIOIRA, 'L TRABUCONT
SALUSSOLA: MONSÙ SOCLON E SOA MADAMA
SANDIGLIANO: 'L RAMPIN E LA RAMPIN-A
SERRAVALLE SESIA: 'L MUGION E LA MUGION-A
SOPRANA Cerruti: 'L GRAND SCERÙ E LA SCERUÈTTA
SORDEVOLO: L'AMBROSON
SOSTEGNO: IL MARCHESE E LA MARCHESA
TOLLEGNO: IL GATTO E LA MICIA
TRIVERO Bulliana: BIANIN E BIANIN-A
Gioia: LA BELA GIOIA
Ponzone: 'L PONSONÒT E LA PONSONÒTA
VALLEMOSSO: 'L TRABUCH, FIORITO E FIORITA
Crocemosso: 'L CICIARON E LA CICIARÈTA
VALLE SAN NICOLAO: CIORIT e CIORITA
VEGLIO: IL GATTINO E LA GATTINA
VERRONE: 'L FONGION E LA FONGION-A
VIGLIANO BIELLESE S. Lucia: 'L MALASC E LA MALASCIA
Villaggi Rivetti e Trossi: L'ONCIN E LA CAPINERA
VILLANOVA: 'L RANAT E LA MONDIN-A
VIVERONE: IL GENERALE E LA BELLA ARIANNA
ZIMONE: CAUGIÒT E CAUGIÒTA
ZUBIENA: SINIBALDO E LA SULFUROSA

BIELLA: GIPIN e CATLIN-A

pag. 28


Il Gipin è un vecchietto vegeto e robusto, sulle cui labbra scoppiettano motti arguti e pungenti. Ha ancora del-macigno, ma se le scarpe ha grosse, il cervello ha fine. Scende in città con l'immancabile ombrellone rosso sotto il braccio destro ed il rustico canestro infilato nel sinistro; porge a chi lo ferma la castagna bianca ('na grella) o i1 pizzico di tabacco che accompagna sempre con un motto [...] Per la damina bella ha il complimento che colorisce con immagini rusticane; per il giovonotto che fa il patito, ha l'ironia scherzosa e motteggiatrice [...] Al ricco poltrone poi non le risparmia! Già nel Biellese ce ne sono pochi: ma se gliene capita uno sotto mano, che bazzo! La gente intorno si sbellica dalle risa, ed egli sciorina senza velature la storia del padre, del nonno e di chi ha fatto i denari che il malcapitato gode; onde una situazione talvolta scabrosa pel povero Gipin, da cui giunge in tempo a liberarlo la non meno indispensabile compagna Catlin-a. Questa non è una vecchia brontolona schizzinosa, ma è pettegolina, curiosa, ed ha imparato a conoscere il mondo attraverso la cronaca spicciola del suo paese [...] Le due maschere vogliono incarnare il buon senso e il senso pratico dello gente biellese montanina, dall'ingegno sottile, gente positiva che tiene alla sostonza e poco all'apparenza; gente tenace e sana che conosce tutti gli ardimenti del lavoro e però piglia la vita pel suo verso: lavora e gode. (Alessandro Roccavilla, 1923)

'L BABI

pag. 30


...Carnevale 1926. In quell'anno, per la prima volta, il professor Marcello Oppezzo presenta sulla pubblica piazza, la sua idea innovatrice: "'L process dal Babi", destinato a diventare uno dei momenti più significativi del Carnevale di Biella. Il Babi è ovviamente un babi, cioè un rospo, anfibio anuro ovverosia batrace, come ripetutamente viene identificato durante il processo che lo condanna al rogo. Un babi, animale di palude, della Bassa, il quale emigrato sugli splendidi monti biellesi, riesce a trarre tale giovamento ed a corroborarsi al punto di piccarsi di essere: "Il più bel uccello di Biella". Scandalo, eresia, usurpazione, oltraggio! [...]

IL CUCU

pag. 34


Era l'anno 1957 quando, per la prima volta, Amilcare Griva accompagnato dai bimbi delle scuola portava al Carnevale di Chiavazza una nuova maschera: il CUCU. [...] La sua adozione come maschera deriva dal fatto di essere un uccello migratore e dal suo particolare modo di arrangiarsi per vivere. "Anche i Chiavazzesi" era solito precisare Amilcare Griva "sono stati per anni uccelli migratori in tutti i continenti e per cavarsela hanno dovuto sempre aguzzar e l'ingegno". Le ragazze da marito traggono auspici dal richiamo del cuculo: "cucu, cucu bèl, vari agn par buteme l'anèl?". La risposta è un numero variabile di "Cu cu". [...]

ANDORNO MICCA: STRUSA SCIAVATE

pag. 80


Si dice che gli Andornesi abbiano un modo assai poco ortodosso di camminare. Non gia che essi soffrano di particolarivizi o malformazioni fisiche, ma piuttosto per un adattamento collettirro ad un assunto filosofico particolare: "Perché consumare energie per sollevare i piedi da terra? A l'è mei struseje!" [...] La maschera ufficiale non poteva essere altri che lo STRUSA SCIAVATE. Era comunque pacifico che, considerando con particolare attenzione le sue brillanti attitudini motorie, si rendeva necessario dargli un sostegno, una compagna appropriata... la BELA ANDORNEISA [...]

CASTELLETTO CERVO: Raspët

pag. 102


Quando ancora essere "briganti" era prerogativa di pochi eletti e non era dato, come oggi, di incontrarne più d'uno ad ogni angolo di strada, si dice che nella zona di Castelletto imperversasse il "Bandito della Garella", un temuto grassatore, terrore dei miseri viaggiatori in specie se forniti di borse consistenti. Si direbbe che il desso abbia saputo prevalere sugli altri abitanti ed imporsi all'attenzione tanto da indurre alla attribuzione generalizzata, a tutti i Castellettesi dello stranome: "Raspët' (ladruncolo appunto). Se Raspët era il sopranome, Raspët aveva da essere la maschera [...] un Robin Hood nostrano. Mai il Raspët perdonerebbe ai potenti! Sprimaccia loro le piume in mille modi, li affronta, li vitupera, molto spesso li condanna [...]

COSSATO: Sucòt e Sucòta

pag. 116


Qualcuno, non importa chi dal momento che siamo in clima di leggenda, avrebbe scoperto un vecchissimo libro che tratta della storia di Cossato. Da tanto tomo si apprende che il primo insediamento abitativo di quella che sarebbe stata la seconda città del Biellese, sorse in un terreno fino all'epoca ttilizzato per la coltivazione delle zucche. Sicché dunque Cossato sarebbe: "il posto delle zucche". Che nel posto delle zucche nascano zucche e zucchini è la cosa più naturale di questo mondo. Fu così che quando la maschera di Cossato decise di nascere, nacque zucchino, o meglio "SUCÒT"... a cui si affianca una legittima consorte che non può essere altro che una "SUCÒTA" [...]

OCCHIEPPO INFERIORE: il pettorosso

pag. 170


[...] Indubbiamente il "pettirosso" o più precisamente 'L PICIOROSS, denominazione che maggiormente caratterizza la maschera, sottointendendo maliziosamente un richiamo anche troppo evidente, deve considerarsi come una delle maschere più antiche del Biellese. Ne è prova il fatto di appartenere al gruppo delle maschere "animiste" che sono appunto le più antiche. Con l'andare degli anni la maschera si è modificata, aggiornandosi ed adeguandosi... Oggi, veste da Generale, sfoggiando ovviàmente un bel pettorale rosso, ed è accompagnata da una leggiadra figura femminile: la "bella" CAPINERA.


pagina realizzata in data 04 dicembre 2018

Lo scopo di queste pagine è di mostrare (attraverso i libri) le caratteristiche storiche, turistiche, sociali ed economiche del Biellese. Qualche fotografia e un po' di testo, senza pretesa di fare un lavoro perfetto, creando un archivio che cresce e migliora nel tempo. IL BIELLESE NEI LIBRI è a disposizione di tutti gli editori/autori che vogliano fare conoscere le opere riguardanti il territorio, un invito alla lettura dell'opera completa. La pubblicazione avviene in forma gratuita.
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