“ FRANCESCO MESSINA. PRODIGI DI BELLEZZA” 120 OPERE A 120 ANNI DALLA NASCITA
Vercelli, Arca. Palazzo Arcivescovile ed ex chiesa di San Vittore.
A cura di Marta Concina, Daniele De Luca, Sandro Parmiggiani.
Fotografie di Carmelo Patea.
Orari: da giovedì a domenica: 10 –19 Arca. 14-18 Palazzo Arcivescovile
Prenotazione obbligatoria. Ingresso gratuito.
Anche la Città di Vercelli, come la Città di Novara, possiede tesori artistici di così alto livello da farla sembrare, dal tempo lontano, come la piccola capitale di un regno.
La Basilica di Sant’Andrea con il grande chiostro, sede di antiche Università, l’imponente Duomo che conserva eccezionali reliquie di Santi e lo splendido Crocefisso medioevale d’argento, le vie con i numerosi palazzi nobiliari , i preziosi Musei che ospitano ricchissimi tesori d’arte, la chiesa di San Cristoforo con i magnifici affreschi e dipinti di Gaudenzio Ferrari, con altre chiese in cui si venerano sacre immagini, care alla devozione cittadina.
Sono soltanto citazioni di una realtà grandiosa che concorre a costituire la straordinaria ricchezza d’arte del Piemonte.
Anche Vercelli continua a segnare la propria presenza nel mondo dell’arte con un susseguirsi di importanti mostre che stanno superando anche i disastrosi limiti imposti dalla recente pandemia.
L’ultimo grande impegno è l’attuale mostra dedicata alle opere dello scultore FRANCESCO MESSINA “PRODIGI DI BELLEZZA. 120 OPERE A 120 ANNI DALLA NASCITA”, che occupa ben tre siti: l’Arca, il Palazzo Arcivescovile, l’ex Chiesa di San Vittore (esterno).
Promossa dal Comune di Vercelli e dall’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi, con lo Studio Copernico, la mostra è curata da Marta Concina, Daniele De Luca, Sandro Parmiggiani.
E’ costituita da uno straordinario numero di sculture, di grandi e piccole dimensioni, che ripropongono all’ammirazione degli appassionati d’arte e degli studiosi le capacità artistiche di uno dei grandi maestri d’arte del ‘900 che oggi viene ripresentato in tutto il vigore della sua capacità raffigurativa della realtà umana, sospesa tra gli ideali della classicità e la forza interpretativa della nuova ricerca verista.
Ne risulta una leggerezza espressiva che segna in modo inequivocabile la sua produzione artistica in un’ accattivante sospensione fra la sublimazione dell’immagine nella sua bellezza classica, inverata nella dolcezza quieta di un sano realismo.
Le graziose fanciulle, le celebri danzatrici, i molti ritratti, femminili e maschili di personaggi a suo tempo famosi o amici, ricordano la purezza caratteristica dell’arte classica, ripresa in una serena dimensione di viva modernità.
Di lui scrive Antonio Paolucci, citato nel saggio da Parmiggiani, “Francesco Messina si colloca nella linea italiana della grande scultura del Novecento che si dipana da Wildt, attraverso Arturo Martini, Marino Marini, Giacomo Manzù, Messina stesso, fino a Giuliano Vangi”.
Un settore è dedicato anche all’immagine del cavallo che, viene sottolineato, “ricorda il grande cavallo modellato nel 1966 per il Palazzo della RAI di Roma”,
Le sculture di carattere religioso sono esposte nei saloni al piano superiore del Palazzo Arcivescovile. Una serie di sale in cui è situata anche la Pinacoteca che annovera alcuni grandi dipinti di antichi maestri.
Molte e bellissime le opere esposte fra le quali primeggia la celebre scultura “Giobbe” in cui pare riassunta la grande arte di Francesco Messina.
Sono presenti raffinate sculture che ritraggono Santi e Sante di cui si possono ammirare l’armoniosa perfezione dei volti . la gentilezza dei gesti e l’elegante panneggio degli abiti e dei manti.
Notevoli le immagini della Santa Caterina realizzata in candido marmo per essere collocata nella città di Roma e il bozzetto dell’austero monumento di Papa Pio XII della Basilica di San Pietro, colto nella ieratica compostezza del gesto benedicente.
MARIA TERESA MOLINERIS
CURIOSITA’ LOCALI
Tra i visitatori della Mostra dedicata alle opere di Francesco Messina, nella sede dell’Arca, a rendere omaggio all’artista nei festeggiamenti del“giovedì grasso” del celebre Carnevale Vercellese c’erano anche due illustri personaggi le maschere principali della manifestazione: il Biciualn e la bella Main