Abbiamo inventato Dio perché moriamo. A volte dico che fuori dalla testa dell’uomo non c’è nulla. Un decapitato non può credere in Dio, anche se può già essere in paradiso. Il problema sta qui. Moriamo e allora ci chiediamo: muoio e cosa succede dopo? Alcuni di noi sanno che non succede niente ed è finita qui. Io dico che l’essenza umana è un intermezzo tra il niente e il niente, perché prima di nascere c’era il niente e dopo c’è ancora il niente. Per noi, dal punto di vista dell’essere, è il niente. Ma altri non la pensano così. Pensano che ci debba essere qualcosa, che chiamano Dio. Fuori dalla testa dell’uomo non c’è il bene, non c’è il male, non ci sono gli ideali, non c’è Dio, non c’è niente. Tutto quello che abbiamo ce lo portiamo nella testa. Tutte le guerre sono assurde, ma le guerre di religione sono più assurde di tutte , perché si fanno in nome di non si sa cosa. La capacità di autoinganno dell’essere umano non ha limiti. Inventa qualcosa e si convince che quello che ha inventato è una verità definitiva. Tutto succede dentro di lui, non c’è niente fuori. La parola “solitudine” non è sola, perché ha bisogno di qualcuno che sia solo. La solitudine in relazione a cosa? In relazione all’altro che non c’è. In realtà io penso che nessuno sia solo. La solitudine assoluta sarebbe il nulla, che, d’altra parte, non ha coscienza di nulla, nemmeno della propria solitudine!
Josè Saramago in un’intervista resa ad Eduardo Mazo e pubblicata nella traduzione italiana su Internazionale n. 456 del 27 settembre 2002, pag. 41 e ss.