FONTE: vuotiaperdereblog.com
C’è da sempre, nel Biellese, una “linea di demarcazione” abbastanza ben individuabile tra la quota della quotidianità e del lavoro e quella della sacralità e della vacanza. In quella fascia di altitudine, dove finiscono le fabbriche, si trovano i santuari e, fino a un secolo fa, gli stabilimenti idroterapici. Al di sotto la fatica, al di sopra la fede e, per un numero sempre crescente di persone, lo svago e la salute.
Oropa Bagni nasce nel 1850 come prima struttura idroterapica in Italia. Il clima, le acque salutari biellesi e la discrezione tipica delle montagne, fecero, in breve tempo, un luogo molto amato dall’aristocrazia dell’epoca. Gente come Gabriele D’Annunzio, la Duse, Arturo Toscanini, trascorrevano giorni e giorni, in quel che fu il primo luogo dedicato alla cura della persona, e, in particolar modo, alla cura dei reumatismi. Una struttura enorme, come si evince dalla foto, capace di ospitare 400 persone. Uno sforzo economico immane, per l’epoca, tenendo conto anche dei lavori e dei tempi che furono (immaginate cosa voleva dire portare sui carri l’occorrente per poterlo costruire e la distanza di 3 km dal primo centro abitato, che altri non è, che il Santuario d’Oropa, teatro di pellegrinaggi e di venerazioni e uno dei pochi dedicati alla Madonna Nera, presumibilmente, di origine templare. Il successo era enorme per l’epoca: circa 20.000 visitatori l’anno.
Per sfarzo e qualità dei servizi offerti (vi erano ben cinque sorgenti naturali e un’assistenza clinico- terapica d’avanguardia), Oropa Bagni divenne ben presto un punto fisso per le vacanze di molti aristocratici.
Nel 1910, con la crisi dell’aristocrazia e della medicina termale, lo stabilimento fu venduto alla Curia di Alessandria che lo utilizzò come colonia estiva. Abbandonato negli anni ’20, fu acquistato nel 1987 dall’azienda acquifera biellese Lauretana, che affermò di voler riaprire le sorgenti chiuse e di riqualificare l’ambiente.
La strada che collega Biella al santuario di Oropa si snoda tra le balze della valle, e somiglia ad una qualunque tortuosa strada di montagna del nord Italia. In realtà, questa piccola strada porta con se una serie infinita di testimonianze del passato, del “glorioso” passato biellese. Le tracce più evidenti di questo passato sono quelle del suggestivo tram che collegò Biella e Oropa dal 1911 al 1958: dalla strada si possono ancora vedere ponti, resti (mutilati) della linea aerea, terrazzamenti e trincee del sedime tramviario.
Verso la metà degli anni ’80, lo stabilimento subì un devastante incendio che ne minò pericolosamente il “braccio est”, quello che si trovava davanti arrivando dalla suddetta stradina. All’incendio, sicuramente doloso, fece seguito il clamoroso ritrovamento di alcuni oggetti rubati da un cimitero vicino, accompagnati da scritte “sataniche” sui muri e resti di poveri animali sgozzati. Subito l’alone romantico di Oropa Bagni lasciò il posto alla paura: per i biellesi, quel luogo un tempo fastoso e motivo di vanto divenne un postaccio da evitare, una sorta di santuario alla rovescia in cui si venera il diavolo invece che la madonna. Ovviamente, come spesso accade in questi casi, non avvenne nessun altro episodio del genere, ma Oropa bagni non riuscì mai più a cancellarsi la nomea di “posto maledetto”. Provate a scrivere su Google “Oropa Bagni”, e guardate qual è il primo suggerimento della barra di ricerca……