A quel tempo non c’era esistenza né non esistenza; non c’erano i mondi né il cielo. Non c’era alcun aldilà. Non c’era morte, né immortalità e il giorno non era distinto dalla notte. Quell’uno respirava senza fiato, nel suo isolamento. Oltre a Quello non c’era niente. L’oscurità era avvolta nel buio. Tutto era un’unica acqua, senza alcuna distinzione. Era inattivo, coperto dal vuoto. Quell’uno divenne attivo per la potenza del suo stesso pensiero. Affiorò per prima cosa il desiderio, il primo seme della mente. I veggenti hanno colto nell’estasi meditativa il collegamento fra l’essere e il non essere. Tutti i gli dei sono posteriori a quest’attività creativa. Allora chi sa donde tutto ciò sia venuto all’essere? Donde sia venuta questa creazione, se sia sostenuta o no, chi la stia governando dal più alto dei cieli? Lui forse lo sa o forse non lo sa!
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