Sergej Aleksandrovič Esenin
Noi adesso ce ne andiamo a poco a poco verso il paese dov’è gioia e quiete.
Forse, ben presto anch’io dovrò raccogliere le mie spoglie mortali per il viaggio.
Care foreste di betulle!
Tu, terra! E voi, sabbie delle pianure!
Dinanzi a questa folla di partenti non ho forza di nascondere la mia malinconia.
Ho amato troppo in questo mondo tutto ciò che veste l’anima di carne.
Pace alle tremule che, allargando i rami, si sono specchiate nell’acqua rosea.
Molti pensieri in silenzio ho meditato, molte canzoni entro di me ho composto.
Felice io sono sulla cupa terra di ciò che ho respirato e che ho vissuto.
Felice di aver baciato le donne, pestato i fiori, ruzzolato nell’erba, di non aver mai battuto sul capo
le bestie, nostri fratelli minori.
So che là non fioriscono boscaglie, non stormisce la segala dal collo di cigno.
Perciò dinanzi a una folla di partenti provo sempre un brivido.
So che in quel paese non saranno queste campagne biondeggianti nella nebbia.
Anche perciò mi sono cari gli uomini che vivono con me su questa terra.