L’essere e il non essere si generano a vicenda, il difficile e il facile si completano a vicenda, lungo e corto, alto e basso, suono e tuono, prima e dopo, si foggiano, s’invertono, si accordano, si seguono a vicenda. Per questo l’uomo saggio pratica il non-agire: egli esercita il muto insegnamento, senza parole, assiste al nascere delle cose senza ostacolare, le lascia sviluppare senza opporsi, nè s’ingerisce della vita altrui.