La notte tra il 30 aprile ed il 1° di maggio c’era la festa di Beltane (letteralmente “i fuochi di Bel”), che segnava l’inizio della stagione estiva. La cerimonia era basata sul simbolismo della luce e del sole; era la festa più pagana e più sfrenata, durante la quale erano concessi liberi accoppiamenti, nei quali ogni uomo era l’incarnazione del dio, ogni donna una dea: i fuochi di Beltane fecero salire vertiginosamente per secoli il tasso di natalità.
I Sassoni chiamavano questa festa Walpurgisnacht, la notte di Walpurga. Era la notte delle streghe, delle fate e degli spettri. La notte in cui venivano evocate le forze germinatrici della natura, che dovevano portare fertilità ai campi, e gli spettri dei defunti si accostavano ai viventi per rubare loro il soffio vitale. Le fate uscivano dal folto dei boschi per ammaliare i mortali, le streghe lasciavano loro antri per catturare qualche vittima da immolare a Satana. Ma la luce dei fuochi faceva fuggire fate e streghe, e ricacciava i morti nell’aldilà. Come con Bride, la Chiesa ha trasformato questa dea in una santa, Walpurga, una monaca inglese (710-778) che aveva lasciato la sua terra per diventare badessa del monastero tedesco di Heidenheim; divenuta santa, la si invocava per allontanare streghe e demoni. Il mese in cui si onorava la Grande Madre divenne il mese mariano per eccellenza, dedicato alla Madonna.
Beltane era la festa della luce, durante la quale il popolo si riuniva per celebrare con danze e canti la bella stagione. Riti propiziatori benedivano le case per favorire ricchezza, prosperità, salute e felicità. Era un giorno dedicato alle previsioni del futuro ed alla divinazione, alle formule magiche fatte con l’acqua e col fuoco; all’alba le donne si riunivano per la raccolta di piante atte a scongiurare i malefici e… per diventare più belle: i fiori di Beltane erano stati bagnati dalla dea e davano giovinezza e bellezza per un intero anno.
Un albero, detto “albero di maggio” o semplicemente “il Maggio”, veniva poi portato al centro del villaggio la mattina, e ornato con fiori e focacce dolci, simbolo del trionfo della vita sulla morte, del bene sul male, della comunione dell’uomo col principio divino. La gente tagliava rami da un albero di biancospino e decorava l’esterno delle case. Il biancospino era considerato l’albero della speranza e della protezione divina; era coperto da un tabù, che proibiva di tagliare i suoi rami, ma l’interdizione veniva annullata solo per Beltane. Alla sera si preparavano due grandi falò, che simboleggiavano il ritorno della vita e della fecondità della terra. Le greggi venivano ritualmente spinte fra i due fuochi, per purificarle e proteggerle per il resto dell’anno. Un’altra usanza era saltare il falò di Beltane: i giovani saltavano sopra il fuoco per propiziarsi la fortuna nella ricerca della sposa o dello sposo, i viaggiatori saltavano uoco per assicurarsi un viaggio sicuro, le spose per avere molti figli e le donne incinte per assicurarsi un parto facile. Le feste, le danze, i giochi, le rappresentazioni teatrali ed i banchetti proseguivano fino a notte, prendendo sovente una piega piuttosto sfrenata. Il giorno dopo potevano riprendere le guerre……..
Etimologia Deriva dal tedesco antico Walpurgis, probabilmente formato da “wala”, campo di battaglia, o da “wal”, scegliere, e “bergs”, proteggere.Santa Valpurga è considerata la protettrice contro le stregonerie e la magia.