O dono dell’eternità! O mistero meraviglioso e nascosto! Molti segreti mi sono stati svelati. Da molto conosco la saggezza degli alberi, il frassino, la quercia e l’olmo hanno parlato ore con me dalla mia infanzia, la betulla e il nocciolo e tutti gli alberi della foresta verde non sono mai stati muti. C’è un calderone ornato di perle, dei cui doni non sono ignaro. Ne parlerò poco; i suoi tesori sono noti ai bardi. In molti andarono in cerca di Caer-Pedryfan, solo sette ritornarono con Artù, ma la mia anima era presente. Sette sono gli alberi di mele nel bellissimo frutteto. Ho mangiato dei loro frutti, che non sono concessi ai sassoni. Non sono ignaro di un capo che è glorioso e venerabile. I guerrieri vivevano in perpetuo diletto, le cui gioie sarebbero state immortali. Se non avessero aperto la porta del sud, avrebbero festeggiato per sempre, ascoltando il canto dei fatati uccelli di Rhiannon. Che nessuno mi insegni nulla sull’Isola di Vetro, nelle vesti dei santi che tornavano da lì c’erano gli odori del paradiso. Conoscevo tutto questo e tuttavia la mia conoscenza era ignoranza, perché un giorno, mentre camminavo vicino Caer-rhiu nella più importante foresta del Gwent, vidi la splendida Myfanwy, mentre faceva il bagno nel fiume Tarógi. I capelli le ricadevano morbidi intorno. La corona di Artù si era dissolta nella nebbia lucente. Guardai nei suoi occhi azzurri come fossero paradisi gemelli. Il suo corpo era in ogni parte ornamento e miracoli. O dono dell’eternità! O mistero meraviglioso e nascosto! Quando abbracciai Myfanwy un attimo divenne eternità.