Non e’ cosa strana cosa si possa sentire in un bar di un piccolo paese, l’ultimo giorno dell’anno.
I soliti inevitabili auguri, le solite frasi fatte di una buona fine ed un migliore inizio, il tutto condito dalle grandi aspettative innanzitutto di una notte di passaggio piena di divertimento con chissà quali sorprese od incontri, per terminare con la speranza di un futuro anno positivo , o almeno migliore di quello passato. Non importa come sia stato quello passato, il successivo dovrebbe essere migliore. Sempre.
Mentre ascoltavo questi discorsi, ai tavoli vicini, apparentemente banali ma che in realtà racchiudono una speranza globale di un futuro migliore che , nella fatidica notte di San Silvestro, diventa un pensiero comune e quindi carico di energia. Nessuno sfugge a questo.
Lo pensa il giovane che passerà la notte in discoteca, lo pensa chi lo passerà in famiglia o con gli amici, chi con la persona amata ed anche chi, soprattutto,lo passerà da solo e basta.
Cambieranno le sensazioni. Allegria , esuberanza, eccitazione, tranquillità o tristezza. Un arcobaleno di sentimenti che unisce i suoi colori in un unico antichissimo sentimento che l’uomo prova dai tempi più remoti: la speranza. La speranza del meglio, qualsiasi esso sia.
Un nuovo lavoro, un amore, una famiglia, meno ansie e soprattutto tanto coraggio.
Coraggio nello sperare il meglio ……che e’ già un po’ avvicinarlo.
Mentre sentivo tanti auguri , conditi da baci ed abbracci quasi più di circostanza che sentiti, nella mente e nel cuore di ognuno c’era comunque la speranza del meglio.
Ed io leggevo un giornale, che tra oroscopi e vaticini inevitabili del momento ,anche di questo si parlava…….del coraggio.
Leggevo perfino di una persona che si augurava per l’anno a venire maggior potere e maggior prestigio ed anche, perché no, maggiore cattiveria per riscattare un anno di umiliazioni e delusioni.
Ma la cattiveria non porta in nessun luogo perché per chi ha il potere e’ facile e scontato essere cattivi e per chi non lo possiede essere cattivi può far sembrare stupidi dato che e’ una cattiveria frustrante non supportata neppure dall’assurda possibilità di sbocco. Meglio quindi pensare al coraggio, al coraggio di vedere una luce anche dopo un anno tanto buio. La luce innanzitutto delle piccole cose che possediamo e che nessuno ci può togliere se davvero ce le siamo conquistate. Specialmente se queste cose non sono materiali ma costruite all’interno di noi stessi, magari con fatica e difficoltà, ma ormai davvero nostre. Il coraggio di pensare che per quanto poco abbiamo c’e sempre qualcuno che quel poco non lo ha o non lo avrà mai, anche se pare stare meglio di noi, e che la nostra forza sta nell’unicità’ di noi stessi, con le immense potenzialità che abbiamo, irripetibili perché uniche come la fonte unica generante. Che il nuovo anno possa dare a tutti il coraggio di poter esprimere se stessi, come meglio potrà e vorrà, ed innanzitutto di continuare a sperare. Una speranza globale può valere più di mille previsioni ed auspici …ed anche più di mille oroscopi.