Me ne stavo acciondolato, ed anche mezza intontito , a pensare a nulla di preciso. Ero mezzo accasciato sulla scrivania, nel semi-buio dell’ufficio vuoto delle tredici e col freddo piu’ che mai avvilente che mi impediva di ottenere un giusto allontanamento mentale dalla realta’e dal luogo.
Squilla il telefono.
Mia madre mi avvisa che e’ arrivata una busta. Lei…(.per sbaglio ….per carita’!!!!)…l’ha aperta.
Con solita voce esitante, malinconica ed un po’ stentata mi comunica che sono invitato, presso un ristorante locale, alla serata di non so quale precisato gruppo di coscritti .
Forse e’ addirittura qualcosa di collegato alla scuola, che ogni tanto, a scadenze piu’ o meno variabili ,si ripropone.
A fine telefonata ero ancora piu’ accasciato di prima ed ancora piu’ malinconico.
Stanno facendosi numerose queste iniziative (ed in genere tali inviti arrivano sempre nella casa dei genitori…..quella in cui lo scolaro abitava ai tempi delle frequentazioni), ex-compagni di classe, coscritti o membri di associazioni di cui un tempo si faceva parte e di cui si ha addirittura perso la memoria. Ma loro no…loro ( o lui..o lei…insomma l’organizzatore/trice) ricordano bene. E ti riesumano dal tuo oblio del passato per cancellare, con un colpo di bacchetta magica travestito da appuntamento programmato, gli anni ( molti..) che separano la tua vita attuale da quella di un passato che tramite tale evento si vuole per forza riportare in vita.
Continuo a pensarci. Oltre a facebook che e’ la bandiera dei “ritrovamenti forzati”, ci sono anche altre vie, sempre apparentemente piacevoli e spiritose, ma in realta’ subdole e involontariamente malinconiche.
E’ notevole questa necessita’ di rinsaldare legami mai in realta’ davvero rotti ma erosi dalla polvere del tempo.
Se devo rivedere qualcuno, vorrei fosse il caso imprevisto a doverlo decidere.
Ed allora ci si fara’ spontaneamene ( e magari un po’ ipocritamente) sul luogo e posto ,le solite osservazioni di come il tempo non ci abbia cambiato ed il racconto delle ultime novita’, di storia personale, di vita o altro. E’ il caso…..,. Va bene. Doveva succedere. Magari e’ piacevole, magari triste, ma almeno e’ stato spontaneo.
Ma organizzato…..no! Organizzato proprio no.
Se tante persone le ho perse di vista ci sara’ un motivo. Magari un motivo scontatissimo come la vita stessa che ovviamente prende la sua strada per ognuno di noi,ed allora perche’ devo rivedere persone che non vedo da 20 o trent’anni, di cui ho un ricordo( piacevole o meno non fa differenza) scolpito nella bellezza del pensiero ed indissolubilmente cementato in in quel periodo? Se Giuseppe era bambino lo voglio ricordare bambino, con le mani sporche di cioccolato e le ginocchia perennemente rovinate da giochi selvaggi nel cortile. Non voglio rivederlo in giacca e cravatta , magari con venti kili di troppo o senza capelli; e nemmeno voglio rivederlo bellissimo, rampante e realizzato. Non lo voglio rivedere”su appuntamento” perche’ mi piace immortalato in quei ricordi. E Simona con i suoi pianti isterici perche’ Andrea le rubava la merenda e le sue esplosioni di gioia quando trovava le figurine della Barbie giuste che le mancavano alla raccolta non la voglio rivedere ora, madre di qualche figlio, moglie sconsolata o anche donna felice ed appagata ,fresca di parrucchiera.
Certe cose devono stare al posto proprio, immutabili nella “provvisorieta’ eterna” di un ricordo che in quanto tale resta incollato a sensazioni, momenti , eventi che col trascorrere del tempo ti portano una struggenza ed una nostalgia lieve ed amabile che un ritrovato forzato incontro spesso cancella in un momento.
E’ un po’ come aprire un vecchisismo armadio e ritrovare abiti che non indossi da una vita. Abiti che ricordavi che ti stavano benissimo ed ora, che riprovi ad indossarli, non ti vanno piu’ bene , oppure te li senti addosso con imbarazzo.
Se ne accenno con qualcuno, vengo subito tacciato di non essere di compagnia, di voler evitare le occasioni…..ma non e’ cosi.Solo penso che le occasioni arrivano quando devono arrivare come pure gli incontri giusti. Se una persona e’ uscita dalla tua vita, doveva essere cosi’. Se deve rientrarci preferisco che sia una improvvisa e spontanea coincidenza,( che peraltro non esiste, anche una coincidenza e’ frutto del proprio cammino e di quanto deve succedere) a riproporla sul mio percorso invece che venga deciso da un menu’ di trattoria di paese , a prezzo fisso, servito sulla tavolata da 50 posti e neppure che me lo suggerisca una foto digitale che mi sorride nella posta elettronica,” rubata” dall’album delle scuola, con annesso un messaggio: Ti ricordi di me? Vuoi chattare? Vuoi essere mio amico.?
Si mi ricordo di te… si…ERAVAMO amici….no…non voglio chattare , ti prego…. Voglio ricordarti con le ginocchia sbucciate o le figurine in mano.