Nei suoi scritti René Guènon ricorda che nel simbolismo indù è citata la Grande Muraglia,
che è costituita dalla montagna Lokaloka, che a sua volta separa il cosmo (loka) dalle tenebre esteriori che rappresentano il caos devastatore (aloka).
Secondo l’esoterista francese La Muraglia rappresenterebbe la barriera spirituale posta a difesa del nostro mondo sensibile contro l’assalto delle influenze oscure, basse e infernali delle orde demoniache.
Tale barriera, però, è destinata a consumarsi verso la fine dei tempi, aprendo così il passaggio alle realtà infernali.
Le potenze infere sono già presenti sul nostro piano: esse passano attraverso delle fenditure. Questi varchi di accesso alla nostra realtà sono anche il risultato sconsiderato di evocazioni spiritiche e pratiche negromantiche, che insidiano il potere difensivo della barriera.
Il processo di corrosione della barriera – dovuto allo “scavare” metaforico delle orde di Gog e Magog – è emblematico del momento di “crisi” del nostro ciclo storico: l’uomo, dimentico del ruolo a difesa della Muraglia, apre gli spiragli di passaggio alle forze infere, “infracorporali”, verso il nostro piano.
Sia inconsciamente, sia deliberatamente, l’uomo moderno crea dei varchi per il passaggio di queste influenze malefiche.
Ciò può accadere anche in buona fede come fanno colore che, avendo abbracciato teorie di neospiritualismo (oggi le chiameremmo New Age), non si rendono conto che professano una forma moderna di contro iniziazione.
Lo spiritismo, la canalizzazione, la stregoneria, etc. danno libero accesso a queste potenze infere attraverso varchi e fenditure: è come strofinare la lampada e fare uscire il Genio….
Il paragone con la lampada di Aladino calza a pennello, perché, come abbiamo visto, le orde di Gog e Magog non sono altro che i figli degli ifrit (jinn demoniaci) malvagi che hanno scelto di unirsi alle schiere demoniache degli Shaitan (Satana islamico).
Tratto da: Il fattore Oz – Enrica Perucchietti