UMANA COSA E’ AVERE COMPASSIONE DEGLI AFFLITTI… Così scriveva tempo fa il Boccaccio. La compassione è grande, bella la compassione, indescrivibile la sua dolcezza, più del miele. Più preziosa dell’oro fino, più splendente del sole, più resistente del diamante. Inattaccabile è la compassione, non c’è forza oscura, paura o tenebra che possa ostacolarla, essa vive in eterno, seppur nascosta è onnipresente, e come l’acqua tutto permea, come acqua nel deserto è ristoro per il viandante. Come il tiepido sole del mattino, delicata è la compassione, non s’impone la compassione, ma a tutti si sottomette, non sulle vette essa dimora ma negli angoli più nascosti, non si accompagna con i potenti né con gli arroganti, fugge gli irosi, ma si compiace dei semplici e dei puri di cuore, i sinceri sono i suoi amici. E’ nel cuore d’ogni bimbo, nel sorriso delle mamme, nell’amore del padre, nell’abbraccio del fratello, nella certezza dell’amico, ma soprattutto è nel nostro cuore che freme e vive i ogni respiro. La compassione allarga il cuore, tonifica le arterie, è la migliore medicina per il cuore, allunga la vita. La compassione dal cuore discende nella milza, rossa e calda come il Sole d’estate, dove diventa bontà, poi sale, tiepida come l’estate di San Martino, gialla come l’oro nei polmoni, per diventare coraggio e dignità, dai polmoni discende, fresca come l’autunno e bianca come il metallo, ai reni, dove simile al velluto fuori e all’acciaio dentro, dona energia e vigore, ed infine, la compassione, sale fredda come l’inverno, blu come l’acqua profonda, al fegato per diventare gentilezza e poi di nuovo sale, verde come un albero in primavera, al cuore, in un eterno circolo…uno dei tanti dispensatori di vita. Ma la cattiveria del cuore, l’ignavia della milza, la tristezza dei polmoni, la paura dei reni ed infine la rabbia ceca del fegato, esauriscono la compassione, allontanando da noi salute e felicità.