Un vero ricco è colui che sa sempre sorridere, anche davanti al dolore.
Il dolore non può farlo piangere né egli ha bisogno di felicità per gioire.
Per sua stessa natura egli è felice.
Esternamente può non aver nulla da dichiarare come suo, gli eventi possono non
essergli favorevoli, ma interiormente egli vive nella pienezza e nella pace.
Non avendo nulla da guadagnare e nulla da perdere ogni cosa dell’universo è
sotto il suo controllo: acqua, aria, terra ed etere, sole, luna, stelle, spazio.
La vita gli appare come un giardino: è del tutto normale che le foglie si
secchino e i fiori appassiscano, ma ripulendosi del decadimento del passato egli
può godere della bellezza di nuove foglie e di nuovi fiori.
Egli sa che la vita è ricordo nella dimenticanza: perdona ciò che deve essere
perdonato, dimentica quel che è da dimenticare.
E al risveglio è come la luna riflessa nell’acqua: la luna non si bagna e
l’acqua non s’increspa.
La luna e il cielo si rispecchiano nella rugiada, anche in una sola goccia.
Il risveglio che non turba la persona è come la luna che penetra nella goccia di
rugiada.
La persona che non ostacola il risveglio è come la goccia di rugiada che non
ostacola il cielo.
Egli è padrone, non schiavo perché possiede, nel tempio più segreto del suo
essere, la saggezza: nulla a che vedere con il sapere o l’informazione, nulla a
che fare con i testi sacri, le dottrine o le filosofie.
La vera saggezza non è mai presa in prestito, è esperienza individuale
autentica, sboccia nel silenzio, parola di chi cerca lo Spirito.