Quando il cervello umano, dopo milioni e milioni di anni di evoluzione, acquistò il senso dello spazio e del tempo, l’uomo cominciò a farsi delle domane che sono alla base delle sue credenze e filosofie:
“Da dove vengo? Chi sono? Dove sono? Dove vado?”.
Nel rispondere a queste domande gli uomini dell’antichità furono guidati da un alto grado di intuizione che gli uomini di civiltà più recenti hanno perso.
Al pensiero degli uomini antichi non erano stati ancora posti dei limiti e perciò, guidati da una più viva intuizione naturale delle cose, potevano avvicinarsi di più alla verità.
Col passare del tempo le credenze religiose e i sistemi filosofici, accettati dalla maggioranza, vennero a restringere l’orizzonte del pensiero, e per molto tempo ogni ricerca sul passato dell’uomo che non fosse in accordo con ciò che era insegnato dalla Genesi biblica, era considerata blasfema. …
Democrito (460-361 a.C.), creatore della teoria atomistica basata sui tre fondamenti: atomo, vuoto, moto, può essere considerato un precursore dei grandi fisici delle epoche successive, da Galileo a Newton, fino a Bohr e Einstein. Ma dopo Democrito la filosofia della Natura degenerò nella sofistica che, allo studio della vita naturale, sostituì quella dell’uomo come soggetto conoscente e pensante.
È in questo periodo che le scienze naturalistiche si separano da quelle puramente filosofiche, restando fino al XVIII secolo in una posizione di secondo piano.
Con Aristotele (384-322 a.C.) il pensiero umano cambiò direzione, inaugurando quel metodo di classificazione di tutte le cose del creato che ha portato l’umanità a diventare schiava delle sue costruzioni e classificazioni mentali. Se Aristotele non fosse vissuto, forse il pensiero umano avrebbe seguito una strada più lenta, ma più vicina ai valori spirituali della vita che a quelli mentali e scientifici.
L’attuale frattura fra il grande progresso tecnico e il limitato sviluppo morale dell’uomo può essere considerata una conseguenza dell’avere l’uomo accettato la guida del metodo aristotelico.
La filosofia di Aristotele, che poggiava “sui modelli ideali” di Platone e sul concetto dell’universo di Pitagora, retto da rapporti numerici, quantitativi, trionfò su tutti gli altri sistemi, e alla concezione evoluzionistica della vita oppose una concezione fissista che fu poi accettata dalla dottrina Cristiana, poiché essa si accordava con l’interpretazione letterale della Genesi, il primo libro della Bibbia.
Per molti secoli la verità accettata ed indiscutibile fu quindi che la Terra era stata creata 5 o 6 mila anni avanti Cristo, e che questa creazione aveva richiesto sei giorni.
Ma molti uomini, in vari punti della Terra, cominciarono a formulare teorie diverse sull’origine del creato e di tutti gli esseri viventi, e poiché i pensieri non hanno barriere e influiscono sulle menti preparate, come le onde herziane agiscono sugli apparecchi radio sincronizzati su di esse, presto nuovi pensieri e nuove teorie vennero a guidare l’uomo nella ricerca del suo passato.