HENRI CARTIER- BRESSON E LA FONDAZIONE PIERRE GIANADDA

“ HENRI CARTIER- BRESSON  E LA FONDAZIONE  PIERRE GIANADDA”  . COLLEZIONE  SZAFRAN.   
A cura di Jean Henry Papilloud, Sophia Cantinotti, Pierre Layrat, Aude Rainbault.
FONDAZIONE  PIERRE GIANADDA. MARTIGNY (SVIZZERA) 
CATALOGO  EDITO DALLA FONDAZIONE.

Quanto  l’arte fotografica rientri fra gli interessi  artistici, culturali  e  tecnici  di Leonard Gianadda , ideatore e  fondatore della prestigiosa “Fondazione Pierre Gianadda”  di Martigny (CH), che ha iniziato la propria carriera   come giornalista  foto reporter,  lo attestano  le diverse grandi mostre dedicate alla fotografia realizzate nel corso  degli anni  dalla nascita  della Fondazione.

L’ultima importante mostra allestita nel vasto spazio della “Fondazione Pierre Gianadda” è  dedicata a Cartier- Bresson, gigantesco protagonista e maestro di quest’arte.

La mostra : “Henri Cartier Bresson e la Fondazione Gianadda. Collezione Szafran” è sostanzialmente frutto di  un forte intreccio di amicizie che hanno  legato  tre grandi  personaggi:  Henri-Cartier Bresson, Sam Szafran  e  Leonard Gianadda.

Ed è lo stesso Cartier Bresson  ad offrire la chiave interpretativa della sua  arte:

 “Ciò che costruisce l’uomo è relativamente durevole, mentre ogni frammento della sua vita può essere raccolto o perduto nello spazio di un secondo.  Cogliere questa frazione di secondo è, io penso, il ruolo più importante del fotografo”:

E ancora: “ Io camminavo tutto il giorno, lo spirito teso,  cercando nelle strade di cogliere dal vivo delle foto come flagranti delitti. Avevo soprattutto il desiderio di cogliere in una sola immagine   l’essenziale di una scena che si stava realizzando”.

Un’ autentica filosofia  operativa (anche se  Cartier-Bresson , forse celiando, lo nega: “Nous ne sommes pas des philosophes”) ,cui ,dalle pagine del ricco catalogo che accompagna la rassegna, gli fa eco lo stesso Leonard Gianadda: “  Facendo un ritratto si spera di cogliere il silenzio interiore di una vittima consenziente”, fatto altrimenti impossibile.

“Fotografare – dice ancora Cartier Besson –  C’est une facon de vivre”.

“ La Leica è il mio carnet di note, rapido, discreto, non più grande della mia mano”.

Il ricco percorso della mostra , in cui si alternano preziose immagini , disegni e interessanti documenti, attesta, nell’assoluta perfezione delle fotografie, lo straordinario livello  operativo  raggiunto dall’artista.

La Collezione fotografica Szafran  è stata donata alla Fondazione Pierre  Gianadda. Rimarrà in mostra, con le fotografie autografate del lungo scambio di messaggi e immagini fra Cartier Bresson e il suo grande amico, il pittore Sam Szafran, fino  al 21  febbraio del prossimo anno.

MARIATERESA  MOLINERIS

Per il passaggio al tunnel del Gran San Bernardo,  ai visitatori provenienti dall’Italia , rimane sempre  valido il transito gratuito del ritorno ,presentando il biglietto di ingresso alla Fondazione Gianadda.

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Maria Teresa Molineris
Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d’arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale “il Biellese” le rubriche “Specchio”, “Parole, parole, parole” e dal 1990 la rubrica d’arte “Grandi mostre” alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica “Artenotizie”. Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto “Il cuore del monte”, un volume sul Santuario di Oropa, edito da “Lassù gli ultimi”.