MENDRISIO (SVIZZERA) MUSEO DELLA CITTA’
7 APRILE – 30 GIUGNO 2019
ORARI: da martedì a venerdì 10-12 / 14-17. Sabato e festivi: 10-18. Chiuso il lunedì.
La Città di Mendrisio, Dicastero Museo e Cultura, continua la felice progressione espositiva proponendo artisti di qualità e fama internazionale in belle mostre allestite per consolidare la propria presenza nel mondo dell’arte nazionale e internazionale.
E’ la volta del pittore Piero Guccione (Scicli, 1935 – Quartarella. Modica, 2018) un noto esponente della pittura italiana del Novecento.
Nella bella struttura espositiva dell’antico Convento di San Giovanni , oggi restaurato e adibito e eventi culturali, in una mostra ricca di dipinti e pastelli, documenti e fotografie, appare in tutta la sua importanza il credo artistico e poetico di Piero Guccione che ha per oggetto il “mare”.
Un mare calmo, sereno, declinato in tutte le più tenere sfumature dell’azzurro, destinato a cogliere, nel susseguirsi lineare di quasi impercettibili onde, la magia di .geometrie nascoste , come linee di un pentagramma, per sorreggere la sommessa , eterna voce di un canto: il movimento del mare
“Il mare:cosa infinita” lo annuncia nel saggio in catalogo Paolo Nifosi. Di “Luogo e Logos”scrive per le sue opere Barbara Malacrida. “Lo stupore e la meraviglia” sono i termini scelti da Elena Pontiggia
Ma è lo stesso Piero Guccione ,dalla sua casa in riva al mare a scrivere con semplicità: “La mattina mi sveglio, guardo i carrubi, i muretti, la luce, e la mia giornata è fatta. Vado a dipingere , ho in mente una luce”.
E in questa ricerca della “luce” si dipana. quasi per intero, il suo lungo discorso sul mare. Fino a proporre in ogni dipinto una reale linea esterna che determina, quasi come un parametro di richiamo, una dimensione estetica , strettamente legata nell’indagine filosofica alla grande superficie del mare. Azzurra, sempre, rigorosamente, dolcemente azzurra fino a ricreare , nella stanza in cui i dipinti sono esposti, un’aura di tranquilla serenità.
Fino a ricercare, anche nel breve annullarsi delle onde sulla sabbia, le linee di quell’immenso discorrere dell’infinita “immobiltà-mobilità” del mare che tanto aveva affascinato l’artista sorreggendo la sua creatività.