[...] nella seconda metà del Trecento e nel Quattrocento declina in Piemonte la potenza dei Visconti di Milano, dei Marchesi del Monferrato e dei signori feudali minori, di fronte alla progressiva ascesa di Casa Savoia [...] Tranne Masserano l'intero Biellese è saldamente in mano ai Savoia e così resterà fino all'Unità d'Italia, nonostante tutte le successive numerose guerre con le Signorie rivali, Francesi, Spagnoli, Austriaci. Fatta eccezione naturalmente per il periodo Napoleonico, quando l'intero Piemonte sarà annesso dal 1802 al 1814 all'Impero Francese [...] Dal Cinquecento al Settecento comandano gli Avogadro. Sono secoli di debolezza per l'Italia, divisa numerosi staterelli (Signorie, Ducati, Principati e Repubbliche) in perenne lotta continua, Ne approfittano le potenze straniere, che si assicurano il predominio politico nella penisola. Prima comandano i francesi, poi c'è un lungo predominio spagnolo e a seguire comandano gli austriaci, I Savoia riescono a mantenere il possesso del loro staterello transalpino, perlopiù in condizioni vassallaggio rispetto al regno di Francia. [...] La Signoria su Mottalciata degli Alciati, che nel 1577 avevano ceduto ai Ferrero di Masserano altre porzioni del feudo, termina definitivamente nel 1618, quando i Savoia espropriano Giacomo Alciati degli ultimi beni in suo possesso [...] Nel 1620 viene investito del feudo il Conte Gian Aurelio Arborio, il quale, con atto del 1 luglio 1624 rogato dal notaio Bucino, ne fa donazione al genero Maurizio Trolio Avogadro, Conte di Massazza e Collobiano. Da questi discenderà il Conte Carlo Ignazio Avogadro, definitivamente investito di Mottalciata con patente sabauda del 29 giugno 1722, mediante l'esborso di lire 5000. Gli Avogadro cederanno le loro enormi proprietà terriere, a quanto ci risulta, subito dopo la prima guerra mondiale, tra il 1919 ed il 1920: sono anni in cui grossi possidenti e latifondisti vendono a poco prezzo, lottizzandole, le loro età terriera, per paura di essere espropriati dal Movimento Socialista [...]
[...] Sono due sacerdoti appartenenti alla famiglia Bais di Candelo artefici della costruzione dell'Oratorio di San Rocco e fieri avversari dei “comunisti” (vale a dire le autorità comunali) di Mottalciata [...] pare che la decisione di edificare una cappella e poi l'Oratorio di San Rocco risalga a voto fatto dalla popolazione in seguito alla peste del 1630. Ciò combacia con il nome: San Rocco e il protettore dei malati, degli ospedali e dei lazzaretti. [...] Nel 1661 di Conti Franchignono di Castellengo donano un terreno di loro proprietà per poter ampliare la costruzione di San Rocco. Nel 1699 Don Bais ed il notabile Bartolomeo Gaudino si recano a Torino dai Conti, che ivi risiedono, per ottenere un'altra parte del terreno confinante ed ottengono. [...] Già nel 1682 Don Bais è entrato in lite con il parroco e con il Comune di Mottalciata per le solite questioni di diritti e di proprietà. Poi si scontra con i parrocchiani di San Salvatore. Il 12 aprile 1697 i notabili di San Salvatore in polemica con Don Bais richiedono l'unione alla più vicina parrocchia di Gifflenga. Non saranno accontentati: Don Bais ricorre dapprima al Tribunale Ecclesiastico di Vercelli, poi alla Curia di Milano mentre la comunità di Mottalciata ricorre alla Regio Senato Sabaudo di Torino. Le sentenze sono contrastanti la costruzione resta interrotta e la situazione degenera il 30 novembre 1710, quando dalle discussioni si passa ad una spedizione punitiva. È un Don Bais pesto di botte e sporgere denuncia al notaio contro “...i Consoli (autorità comunali) Matteo Sapino e Paolo Piantino ed i sig. … per averlo bastonato ed aver sfasciato con nodosi randelli l'abitazione del curato, scardinando dei pioli usci e finestre, distruggendo quasi tutto ed in più intimando di evacuare entro tre giorni la suddetta casa e se non l'avesse evacuata di nuovo sarebbero tornati ...” [...]
La Rivoluzione di Parigi del 1789 dà definitivo colpo di grazia ai residui poteri feudali. Le successive guerre incendiano l'Europa nel 1796-97 l'esercito francese, guidato dal 27enne Napoleone Bonaparte, sbaraglia con una guerra lampo Piemontesi e Austriaci. Nizzardo, Savoia e Piemonte sono ammessi alla Francia. In molti paesi del Biellese, a partire dal dicembre 1798, viene piantato nella piazza principale l'albero della libertà a testimonianza simbolica della conquistata libertà dal potere assoluto della monarchia e dei privilegi dei nobili. [...] Da una lettera di rimprovero inviata nel 1805 dal sottoprefetto di Biella al maire (sindaco) di Mottalciata, si capisce che, dopo l'iniziale entusiasmo per le idee democratiche francesi, sono subentrati la diffidenza, l'apatia e il boicottaggio, in particolare rispetto ai tributi e alla coscrizione militare obbligatoria. [...]
ALCIATI (geografico di paese) signori feudali di Mottalciata dal 1335 al 1618, anticamente citati con nome De Alzatis. Originari di Alzate Brianza o Alzate Novarese. Il ramo di Mottalciata si è estinto nel 1838.
[...]AVOGADRO (mestiere). Signori feudali di Mottalciata dopo il 1618. Da “avogaria” = avvocatura. Il ramo della famiglia Avogadro della Motta si estingue nel 1944 con la morte del Conte Emiliano.
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BARBERO (mestiere) …è un cognome molto diffuso in tutta Italia, con le varianti Barbieri, Barberis, ecc. Deriva naturalmente dalla professione di un antenato barbiere. A Mottalciata esistono tuttora alcune frazioni (Canton Barbero Superiore, Canton Barbero Inferiore e Cascina Robattino)
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BONA (paterno o soprannome). Variante di Bono che una grafia antica corrispondente all'attuale aggettivo “buono” e fu ampiamente utilizzato, da solo o in composti, come nome proprio di persona. Divenne quindi cognome discendente di un qualche Bono oppure anche di persone considerate di animo buono. I Bona di Mottalciata sono originari di San Silvestro.
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DAMA (soprannome). Il cognome è raro in Italia ma a Mottalciata è il più antico e il più diffuso, egemone in Frazione Drumma. Bisogna risalire al medioevo e forse agli insediamenti romani di Santa Maria di Bozzolina. E' rimasta, generazione dopo generazione, una semplice religiosità silvestre femminile, dirige credenze che si tramandano di madre in figlia, di conoscenza delle erbe medicinali e di superstizione. Ancora fino a pochi anni fa certe donne, quando il bambino era malato, oltre a consultare il medico il farmacista, si rivolgevano anche alla ”masca” per vedere se dal suo pentolone risultava “avere i vermi”. Ma in passato, per scaramanzia o per paura, non si poteva usare il termine “masca” o “maga”, bensì il più neutro “dama” (dal francese “dame” = signora). Fra l'altro ancor oggi in dialetto piemontese per “dama” intende l'uccello notturno.
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MASSERANO (geografico di paese). Antico cognome biellese, avi originari del paese di Masserano. Il cognome è già citato in atti notarili del Quattrocento.
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PIANTINO (mestiere). Cognome antichissimo e tipico di Mottalciata. Citati in atti notarili del Quattrocento, furono famiglie benestanti ed occuparono diverse cariche pubbliche comunali. Esistono tuttora due cantoni: Canton Piantino Inferiore e Canton Piantino Superiore. L'origine del cognome è legata al mestiere e alle proprietà (agricoltura, boschi, commercio di legname).
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VIALARDI (paterno). Altra famiglia molto antica. ... nel Medioevo i Vialardi furono famiglie ricche e potenti, in particolare i Vialardi di Verrone e di Sandigliano. A Mottalciata ebbero grande proprietà terriere, diritti su rogge e mulini. Ancora oggi i resti dell'antico castello degli Alciati sono di proprietà delle famiglie Vialardi, discendenti di una stirpe quasi millenaria.
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Lo
scopo di queste pagine è di mostrare (attraverso i libri) le
caratteristiche storiche, turistiche, sociali ed economiche del Biellese.
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che cresce e migliora nel tempo. IL BIELLESE NEI LIBRI è a disposizione
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