un
tesoro da salvare |
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Le
cappelle del Sacro Monte |
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Come in tutti i santuari, anche a S. Giovanni si diede vita alla costruzione
di cappelle per riprodurre plasticamente la vita del Santo. Nel 1661 esistevano
già tre cappelle. Verso il 1700 si stabilì di costruirne altre cinque
lungo la mulattiera, fino allora unica strada che da Campiglia saliva
a S. Giovanni, e furono dedicate ai grandi eremiti e penitenti. Dal registro
dei conti risulta che le statue di queste cappelle furono ridipinte e
restaurate dal pittore Fossati nel 1791 («Più pagato al Sig. Fossati pittore
per l'opera da esso prestata attorno alle Statue delle Capelle... £. 115»
- «Più al Sig. Vicario per pasti somministrati al Pittore Fossati £. 22.
10»). |
Le
due cappelle più antiche, che si trovavano nelle vicinanze del santuario
erano dedicate una all'«Annuncio dell'Angelo a Zaccaria con bellissime
statue di rilievo alte al naturale e nell'altra si rapresenta la Visitatione
della Santissima Vergine ». La cappella di Zaccaria fu demolita non molti
decenni fa per allargare la strada e ancor prima quella della Visitazione,
mentre le altre cinque sono ora ridotte in pessime condizioni: le statue
sono state in buona parte spezzate e i dipinti delle pareti, eseguiti
dal pittore Pietro Lace di Andorno (inizio del sec. XVIII), sono rovinati
dall'umidità e dalle infiltrazioni dell'acqua piovana. Le statue in terracotta
dipinta, come si può desumere da quelle ancora intatte della seconda e
della quinta cappella, sono opera di un modellatore assai valente. Basandosi
sulla descrizione contenuta in un libretto di devozione del 1885 e su
quanto ancora resta, possiamo farne la seguente descrizione.
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La seconda cappella è dedicata a S. Ilarione. Il Santo è rappresentato disteso su un misero giaciglio, con le mani giunte, in atto di preghiera. E' la statua meglio conservata. I dipinti della parete di fondo rappresentano una delle sue tentazioni, col demonio che gli presenta alcuni cavalli carichi di beni terreni; quelli delle altre pareti S. Ilarione che assiste i malati e la sua protezione anche dal cielo. |
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La terza cappella ha per titolare S. Gerolamo. Il Santo, acefalo, è rappresentato in ginocchio mentre si percuote il petto con una pietra. I dipinti murali raffigurano nella parete centrale la SS. Trinità e S. Gerolamo flageflato da demoni; in quella destra il Santo atterrito dal suono della tromba del Giudizio Universale e in quella sinistra il suo trionfo, mentre viene portato dagli Angeli in cielo. |
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La
quarta cappella è la più piccola e più povera. Mancano i dipinti sulle
pareti, forse cancellati durante i restauri del 1894. E' dedicata a S.
Onofrio e il Santo è raffigurato in ginocchio, in abito da penitente,
ma la statua è spezzata a metà busto.
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La
quinta cappella rappresenta la Maddalena. E' la più ampia e per due lati
è ornata di porticato. Sulla facciata si intravede ancora la scritta evangelica:
Remittuntur ei peccata multa quia dilexit multum. La statua è ancora
intatta e rappresenta la Santa in ginocchio in atteggiamento di preghiera.
Le pareti di fondo sono dipinte dal Lace, che raffigurò la Maddalena rapita
in alto e nellaa parte inferiore il mare e la città di Marsiglia.
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Queste
cappelle necessitano di urgenti riparazioni. Oltre le statue, che potrebbero
essere ricomposte, perchè restano ancora quasi tutti i pezzi, anche i
tetti hanno bisogno di essere riparati, in quanto sono già in parte crollati.
Attendere oltre equivarrebbe a perdere per sempre una parte non indifferente
del patrimonio artistico del santuario e dell'intero Biellese.(testo
tratto da "Storia della chiesa biellese - Vol. V - Don Delmo Lebole
- Biella 1989 )
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pagina realizzata nel maggio 2002 |