Prima di essere cotto, il re del pollaio era sottoposto ad un cruento rito antico perdurato ancora nel secolo scorso
Sino agli ’20 del secolo scorso si svolgeva nei cantoni Gianadda, Chiocchetti e Montangero di Curino un singolare rito nel quale il gallo – è facile intuirlo – non era il festeggiato bensì la vittima. Eccone la vivace testimonianza fornita da Eugenio Gianadda [...] Gli antropologi ritengono che il significato originario di queste manifestazioni vada ricercato nella funzione di capro espiatorio svolta dagli animali, sacrificati dalla comunità contadina allo scopo di rigenerarsi ritualmente prima di affrontare la nuova annata agraria. La pratica di giochi cruenti contro gli animali, d’altro canto, è ancora presente nelle culture di agricoltori e di allevatori di tutto il mondo, ed è interessante notare come la nostra “festa del gallo” di ottant’anni fa avesse molto in comune con riti che oggi consideriamo arcaici e primitivi.
4 febbraio 2010 - Testi e immagini forniti da RIVISTA BIELLESE.
Un ringraziamento particolare a Mauro Lampo e all'autore dell'articolo proposto, Sergio Marucchi.