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articolo tratto da "Rivista Biellese", periodico trimestrale: luglio 2000

Il maestro ebanista che operò in San Sebastiano

di Sonia Damiano

Trasferitosi a Biella da Vespolate, prima del 1526 vi apre bottega. Sono opera sua gli stalli della basilica. Più che dall'intaglio, la qualità del prodotto è determinata dalla moderna tarsia

L'abside della basilica di San Sebastiano in Biella è percorso da un insieme di stalli opera del meistro Jeronimo de mellis de vespola, così come si legge negli accordi intercorsi tra questi e il padre don Egidio de santagata preposito di san sebastiano di Biela (1), risalenti al febbraio del 1546; erano trascorsi sei anni dalla consacrazione di tale edificio di culto, voluto da Sebastiano Ferrero (2). Il leggio pertinente agli stalli di San Sebastiano venne esposto da Vittorio Viale, nel 1938, alla mostra Gotico e Rinascimento in Piemonte (3). In tale circostanza solo i dati di stile erano a disposizione degli studiosi, impegnati nel corretto inquadramento dell'arredo; si legge infatti nella scheda del Viale: "Il leggio fa parte di quel mirabile complesso, che è il coro di San Sebastiano di Biella, costruito nel primo quarto del XVI secolo". Ma nel 1947 (4) Pietro Torrione reperiva nell'archivio di Casa Lamarmora (5) l'originale del contratto stipulato tra il capitolo dei lateranensi di San Sebastiano ed il 'mastro ebanista", così come lo si potrebbe definire secondo una felice terminologia di XVIII, piuttosto che non di XVI secolo. Il Torrione inseriva il Mellis tra i "maestri intagliatori piemontesi del Rinascimento", ma l'etichetta, a mio modo di vedere, non rende merito alla specificità professionale: non è tanto l'intaglio a determinare la qualità del prodotto che esce dalla bottega biellese del nostro, quanto la più moderna tarsia. [...] leggi tutto

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Prima pubblicazione Biellaclub: 2001. Aggiornamento del 02 agosto 2011 - Testi e immagini forniti da RIVISTA BIELLESE.
Un ringraziamento particolare a Mauro Lampo e all'autore dell'articolo proposto, Sonia Damiano.