La dimestichezza con il francese e con l'uso dialettale accende la polemica sulla necessità d'uso della lingua unica. Occorre un metodo pratico per l'insegnamento dell'italiano. Lo inventa il biellese Agostino Fecia con tavole descrittive disegnate da Giovanni Gallo.
... L'italiano nelle riforme del 1729 non esiste ancora come disciplina scolastica autonoma (la lingua corrente è il francese), ma introducendo la grammatica latina scritta in italiano si finisce per ufficializzare la lingua toscana a livello scolastico. Negli anni successivi lo studio dell'italiano diventa obbligatorio ma circoscritto alla scuola di élite: un ora la settimana, il sabato. Sul finire del secolo il problema della "italianizzazione" subisce un moto accelerato e si allarga a macchia d'olio. Si discute di tutto, la divulgazione della lingua italiana viene estesa anche al ceto femminile, vittima di un'educazione eccessivamente francesizzante, e Gaspare Morando, scolopio ligure trasferitosi a Torino, pubblica "La damigella istruita". Con Galeani Napione si entra nel vivo di una questione che angustia i linguisti del tempo a cavallo tra Sette e Ottocento: è urgente capire quali devono essere le forme corrette della divulgazione parlata e scritta della lingua italiana, quindi il dibattito tra puristi, 'cruscanti" e possibilisti diventa una vera e propria battaglia a colpi di trattati, libelli, saggi. Il punto cruciale è se si devono seguire e fino a che punto i dettami dittatoriali della Crusca, i fiorentini eccessivi, oppure no. Di pari passo si pubblicano le prime grammatiche, i libri destinati agli alunni delle scuole non solo superiori, i trattatelli o gli "ajutarelli" che devono facilitare il passaggio dal diffuso dialettismo alla nuova lingua.. [...] leggi tutto
Prima pubblicazione Biellaclub: 2001. Aggiornamento del 02 agosto 2011 - Testi e immagini forniti da RIVISTA BIELLESE.
Un ringraziamento particolare a Mauro Lampo e all'autore dell'articolo proposto, Pier Paolo Benedetto.