Biellaclub home page

articolo tratto da "Rivista Biellese", periodico trimestrale: ottobre 1999

Quasi un secolo di cure ghiacciate

di Gian Paolo Chiorino

Nel Biellese si sviluppò una scuola idroterapica più dolce di quella tedesca, più articolata nell'uso della temperatura. Il declino dell'idroterapia avvenne lentamente quando l'indirizzo alberghiero prevalse su quello medico

Un albergo vicino ad Oropa con duecento letti, uno a Graglia con centocinquanta e due ad Andorno con altrettanti, cento letti a Cossila e cento a Biella Piazzo. Un sogno per il futuro del turismo nel Biellese? No, è la realtà di un secolo fa. Non erano posti letto qualsiasi, attrezzati alla buona come in una locanda di paese alla fine dell'800 o spartani come quelli per i pellegrini ad Oropa. Erano in alberghi eleganti, circondati da giardini, da laghetti e da passeggiate, con buoni ristoranti, con sale di lettura, da biliardo e da ballo e soprattutto con molte stanze di cura, all'avanguardia e di gran moda. Si tratta, è chiaro, degli 'stabilimenti idro-terapici' biellesi, nati nello spazio di trentanni dal 1850 al 1882. Una realtà che meraviglia un poco, che sembra stridere con il nostro carattere riservato e con la nostra scarsa propensione all'industria del turismo. Si stenta ad immaginare che nel luogo delle rovine misteriose e degradate di Oropa Bagni, cui noi biellesi del 2000 non riusciamo a dare decente sepoltura, vivessero duecento eleganti persone dal lieve e colto conversare, impeccabili nei loro vestiti di fine '800, attente ad osservare gli ospiti illustri degli "stabilimenti" (il Carducci, il Marconi, la Duse, i principi di Casa Savoia), liete di ammirare le montagne dalle finestre dell'albergo rivolte a nord e la pianura afosa ed opaca da quelle che guardavano a sud. Liete di godere del verde, della pace, di un bicchiere di latte fresco, delle cure un po' empiriche ed un po' scientifiche cui, abbastanza di buon grado, si sottoponevano. Come fecero i biellesi dell'800 a convogliare nelle nostre valli da maggio a settembre qualche migliaio di turisti che viaggiavano in treno ed in carrozza per un giorno almeno, ed a farli restare per alcune settimane a curare il corpo e lo spirito ed a vederli tornare puntuali l'anno successivo? Come nacque questo business, chi lo inventò, chi lo spinse, chi studiò queste cure, chi le sperimentò sui malati, chi le pubblicizzò così bene? E poi perché proprio nel Biellese? Quanto dipese da questi luoghi, quanto dalle acque, dal clima, dagli "stabilimenti", dai medici, dalla fiducia o dalla moda? Quale fu l'aspetto serio delle cure e quale quello mondano? Cosa ci resta: un semplice ricordo, un insegnamento, qualcosa che vale ancora oggi? A centocinquantanni dall'apertura del primo stabilimento idroterapico ad Oropa ed a sessanta dalla chiusura dell'ultimo a Graglia, è interessante tracciare un bilancio di questo particolare fenomeno durato quasi un secolo, riordinando criticamente le notizie che sull'argomento ci sono pervenute. Per organizzarlo meglio e renderlo più leggibile si può cercare di schematizzarlo, raggruppandolo in alcuni argomenti che facciano da filo conduttore per una più agevole lettura, lasciando a chi è interessato di approfondirlo attraverso la vasta bibliografia disponibile. [...]

Rivista Biellese - copertina
anteprima articolo

Leggi tutto:

e-book

Versione integrale
in formato .pdf
e-book

Versione per E-Book Reader
, file in formato e-pub.
ATTENZIONE: certi dispositivi trasformano il file scaricato da .epub a .txt
se vi succede occorre rinominare ripristinando l'estensione in .epub


Prima pubblicazione Biellaclub: 2001. Aggiornamento del 01 agosto 2011 - Testi e immagini forniti da RIVISTA BIELLESE.
Un ringraziamento particolare a Mauro Lampo e all'autore dell'articolo proposto, Gian Paolo Chiorino.