Fa impressione vedere la foto satellitare di un bosco situato nei pressi del Lago di Bertignano.
Senza apparente motivo un cerchio di insolito colore intorrompe il fitto della vegetazione.

La passeggiata nel bosco, lungo sentieri ormai sepolti dalla vegetazione o abbandonando del tutto le tracce dei sentieri, può riservare sorprese come costruzioni di muri a secco che delimitavano zone ormai abbandonate. Quando si giunge nel Pùrcarel ci si imbatte in un "laghetto".
Quindi nessun mistero?
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Già alla fine degli anni Quaranta un torinese avvistava degli uomini verdi che si aggiravano nei boschi attorno alla cava di Pùrcarel. In quella zona, sono stati registrati diversi episodi analoghi.
L'intero spazio boschivo è un antico sito archeologico celtico; la cava era un immenso foro circolare, perfettamente rotondo e con dodici menhir disposti attorno. Il risvolto insolito è che le pietre sono di origine lavica e, non essendovi vulcani nella zona, non si riesce a capire come vi siano arrivate.
Adesso la cava, inaccessibile e protetta da una fitta vegetazione, si è trasformata in una palude, che sembra però non risentire dell'influsso della Luna sulla marea.
Nel 1990 è stato rinvenuto un pezzo di nastro di computer (il che fece sospettare che qualche esoterista vi si fosse recato di nascosto per studiare con strumenti moderni la disposizione astronomica o astrologica di questa Stonehenge piemontese). |
Cava di Pùrcarel è il nome che è stato dato ad una depressione naturale di forma circolare, di circa 60 metri di diametro, presente nell'area boschiva del Lago di Bertignano.
A causa del terreno semiargilloso, tipico delle morene, il luogo è soggetto saltuariamente a trasformarsi in stagno d'acqua piovana, con tanto di fauna anfibia, pur non possedendo né immissari, né emissari.
Il sito risulta di interesse archeologico. Fu sede di un presidio preistorico-palafitticolo, costituito da capanne poggianti su dodici ammassi di pietre, tutt'ora visibili sul bordo.
Scavi archeologici portarono alla luce dei materiali ceramici, riferibili a due differenti epoche, il Neolitico (3500 a.C.) e la tarda Età del Bronzo (1500 a.C.). È di parere comune il collegamento con le due piroghe preistoriche, ritrovate nel vicino Lago di Bertignano, e custodite al Museo di Antichità di Torino. |