Il cimitero monumentale di Oropa è collocato oltre i mille metri di altezza e nella sua parte superiore le edicole funerarie sono collocate entro un bosco di grandi faggi, preesistente alla nascita del cimitero. La struttura formata da un campo aperto delimitato da un porticato e dalla parte sovrastante all’interno del bosco richiamano la struttura del cimitero di Genova, per questo motivo il cimitero di Oropa è stato soprannominato “la piccola Staglieno”.
Il progetto originario risale al 1877 ad opera di Ernesto Camusso e fu ampliato in differenti fasi (1888, 1934, 1967). Il cimitero presenta molti spunti interessanti sia per i personaggi famosi sepolti (tra cui lo statista Quintino Sella, il fotografo Vittorio Sella e tre vescovi fra cui monsignor Giovanni Pietro Losana), sia per le opere di scultura, pittura ed architettura che vi si trovano al suo interno.
Nel complesso possiamo seguire l’evoluzione della scultura italiana degli ultimi centotrenta anni: vi possiamo cogliere echi neoclassici (vi è persino una versione in bronzo della marmorea tomba degli Stuart che Antonio Canova scolpì per San Pietro in Vaticano), Realismo e Simbolismo, qualche richiamo alla Scapigliatura e infine le stilizzazioni proprie delle correnti artistiche più aggiornate. Nel secondo dopoguerra lo stile di costruzione delle edicole funerarie è cambiato, passando ad uno stile di piccoli chalet. Tale modello è stato a sua volta superato per tornare, nelle ultime costruzioni, ad una sobrietà classica.
Interessanti sono anche molte epigrafi, principalmente quelle ottocentesche e del primo novecento, che raccontano al visitatore molte storie, drammatiche o quiete. L’insieme di queste storie permette al visitatore di lanciare uno sguardo sugli usi e costumi di una società ormai lontana.