L'escursione porta al piccolo lago della Mora, posto in panoramica posizione sulla valle Oropa. L'itinerario qui proposto può essere integrato con il sentiero D11, passando per l'alpe Pian di Gè, in modo da compiere un bel giro ad anello, in questo è consigliabile organizzarsi con due macchime per ridurre i tempi di rientro lungo il Tracciolino. Altra interessante opportunità è la salita dall'alpe della Mora al poggio Frassati, dal quale è possibile rientrare al Tracciolino lungo il sentiero Frassati.
Raggiunto il santuario di Oropa con la strada statale 144, si costeggia il parcheggio antistante il santuario fino all'incrocio con la strada proveniente dalla funivia; qui si imbocca la via antistante (SP 15, Tracciolino). Si segue il Tracciolino per circa 3.5 km fino a giungere ad un piccolo aggregato di case dove si parcheggia l'auto. Si torna indietro per un centinaio di metri fino all'inbocco di una strada sterrata posta in corrispondenza di un diruto edificio.
Inboccata la strada (figura 1) in breve tempo si giunge in corrispondenza dei ripetitori ben visibili fin dalla partenza, si passa sulla destra e si continua a salire lungo l'evidente via, con alcuni tratti ripidi, dopo di che si incontrano alcuni tornanti. In corrispondenza di un tornante a sinistra si trova un ometto di pietre con una croce, lo si oltrepassa, ed in breve, si giunge al bivio con il D34 (paletto indicatore) che porta a congiungersi al sentiero dedicato al beato Pier Giorgio Frassati. Poco oltre il bivio si giunge all'alpe Dama (figura 2). Si lascia sulla sinistra la costruzione e, dopo una breve salita, si giunge ad un bivio; si tiene la destra passando in corrispondenza della costruzione di Cascina Deiro. Dopo una breve salita la strada piega a sinistra, seguendo il versante, entrando in valle Oropa. Giunti all'alpe Giassit (belle viste sui monti Tovo, Camino e Rosso, figura 3). Sulla costruzione cartelli indicatori bianchi e rossi (D2) invitano a salire lungo il versante. Il primo tratto del sentiero non è molto evidente, ma la giusta via è sembre ben evidente grazie a numerosi segni bianchi e rossi sui massi (figura 4) ed agli ometti di pietra, porta a prendere velocemente quota diventando via via più evidente. Il sentiero tende poi a perdere pendenza, ora piega decisamente a destra, portando a tagliare il versante. In breve si giunge in vista dell'alpe della Mora (figura 5). Si lascia la costruzione sulla sinistra e si segue il sentiero (qui D33) guidati da paletti di legno, si scende fino al lago della Mora (figura 6), dal quale si godono belle viste sul santuario di Oropa, sulla testata della valle Oropa e sulla parete sud del Mucrone (figura 7). Per la discesa, in alternativa alla via di salita, è possibile seguire una via alternativa. Al lago si guada l'emissario del lago, e si segue l'evidente sentiero (D33) che in breve porta sulla cresta di una piccola dorsale. Il sentiero piega a destra scendendo, in breve, alla costruzione dell'alpe Pian di Gè. Qui si prende l'evidente strada che con una serie di risvolti scende fino ad Oropa.
Giunti all'alpe della Mora, la si oltrepassa e si prende, guidati da cartelli indicatori, il sentiero D2 che sale ripidamente lungo il versante giungendo in breve sulla linea spartiacque, in corrispondenza di una leggera despressione. Qui si svolta a sinistra, si sale su di un piccolo dosso, ove è posto un ometto di pietre con targa commemorativa della visita di papa Giovanni Paolo II (figura 8), la si oltrepassa ed in breve si giunge al poggio Frassati, dove è posto un ometto di pietra dedicato al beato Pier Giorgio Frassati (figura 9). Belle viste sul Mucrone (figura 10), sulla Colma del Mombarone (figura 11) e sul santuario di Oropa (figura 12). Il rientro può avvenire per la via di salita oppure seguendo in senso inverso il sentiero D41 (sentiero Frassati). Giunti al Tracciolino, si dovrà seguire la via asfaltata per circa un chilometro, per tornare al luogo ove si è lasciata l'auto.