stemma Veglio
Stemma: partito di rosso e d'azzurro al primo di due fasce ondate nebulose d'azzurro al monte all'italiana in punta, al secondo alla fabbrica fumante, in punta, al fuso d'oro in capo.
Veglio
viadotto di Pistolesa

IL TERRITORIO
Il Comune di Veglio è compreso lungo le falde del monte Terlo che dallo spartiacque tra il Sessera e lo Strona attraversa una zona montana ricca di pascoli. Le falde del monte Terlo inquadrano il centro urbano di Veglio che dirama le direttrici verso Camandona come verso Pistolesa. La strada che scende al fondo valle ove la frazione Romanina, sulla Pettinengo – Vallemosso, è una strada che merita citazione per la conoscenza più completa di un biellese turistico da scoprire. Confina con Camandona, Valle Mosso, Pistolesa, i territori montani di Mosso S. Maria e di Piatto. Nel fondo valle scorre, in confine con Vallemosso, un breve tratto del torrente Strona, Confluiscono a questo torrente, a sinistra, il rio Envera e il rio Poala. Il primo scorre a ovest lungo il confine di Camandona e nasce presso il Moncerchio e il monte marca di Piatto; il secondo nasce presso la rocca di Argimonia e segna a est con il corso medio e inferiore il confine con Pistolesa.


NOTIZIE STORICHE
Etimologia: l'origine del toponimo non ha un'interpretazione sicura, anche se la tesi più accreditata fa risalire il termine da “vegliare, che veglia”, riferito alla posizione del paese, posto come una “sentinella” che allunga la sua vista sulla Valle di Mosso, ricevendo per primo il sole mattutino.

Veglio si eresse a comune nel 1742 con la scissione di Mosso. Nel Medio Evo era feudo dei Bulgaro e nel sec. XIII ebbero alcuni diritti feudali sul territorio di Veglio i nobili vercellesi De Carraris. Il paese fu già contado dei Panissera, consignori di Lessolo.


LE CHIESE

Chiesa parrocchiale dedicata ai SS. Giovanni Battista e Dionisio. L'attuale è una ricostruzione, della fine del XVII sec. della preesistente cinquecentesca. La chiesa, ad una sola navata, venne restaurata nel 1844; le decorazioni interne sono di Pietro Lace di Andorno (1696). Opere interessanti sono: l'altare maggiore con balaustra, in marmi policromi, del XVII sec.; l'altare del Rosario e la cassa del battistero, tipici esempi di scultura lignea dell'artigianato locale del XVII sec. Il campanile è del XVIII sec.

Oratorio di S. Antonio Abate. Edificato nel cantone Botto nel XVI sec., l'oratorio venne restaurato il secolo successivo; la facciata porta incisa la data 1721. L'interno è ad unica navata con altare in massoneria.


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Pagina realizzata nel mese di marzo 2016 - Testo di Giorgio Gulmini, notizie tratte da:
- Tip. Lib. “UNIONE BIELLESE” Biella, Biellese Industriale, Professionale, Commerciale, Artigianale, vol. 2° 1971.
- Guido Garlanda, IL BIELLESE di 150 anni fa e nei secoli, Sandro Maria Rosso Editore Stampatore in Biella, 1975.
- COMUNI DELLA PROVINCIA DI BIELLA, vol. III, collana a cura del Consiglio Regionale del Piemonte, NEROSUBIANCO Edizioni, aprile 2005.
- Gabriella Giovannacci Amodeo, Nuova Guida Biella & Provincia, Libreria V. Giovannacci, Biella, Stampa-Urbana, Vaprio d'Adda, MI, 1994.
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