stemma Soprana
Stemma semitroncato partito: il PRIMO, di rosso, alla croce d'argento; il SECONDO d'oro, allo scaglione diminuito, di azzurro, sormontato dal giglio, dello stesso; il TERZO, d'argento, alla ruota di mulino, di otto pale, di nero, posta all'altezza del punto d'onore, accompagnata in punta dalla gemella ondata, posta in fascia, di azzurro.
Soprana
Ex Mulino Susta (XVII sec.)

IL TERRITORIO
Il contrafforte montuoso che si erge a ridosso del Ponzone di Trivero e di balza in balza delimita i territori di Mezzana configura in un armonico assieme la posizione di Soprana, quasi ad indicare nel contempo, la levatura orografica della sua posizione. Le frazioni di Baltigati, di Cerruti, la Cerreia oltre al centro urbano vero e proprio si caratterizzano per la spiccata posizione panoramica. Il suo territorio, dal romito Santuario della Madonna della Neve, ai confini di Mezzana, sulla sinistra del torrente Ostola, si inerpica lungo i dossi collinari, che salgono verso lo spartiacque del Ponzone, culminante nel monte Capoposto; e lungo le “Rive Rosse di Curino”, dalla frazione Molinengo, attraverso monte Locala, monte Solivo, fino alla Cima la Guardia, con un breve sconfinamento a nord della Valle del Ponzone, verso Pray. Il principale corso d'acqua è il torrente Ostola, che nasce presso il monte Capoposto; è affluente di sinistra del torrente Cervo, nel quale sfocia presso Castelletto Cervo.


NOTIZIE STORICHE
Etimologia: il nome di questo comune trae origine dalla sua particolare ubicazione. Era in antico il cantone posto nel luogo più elevato del Mortigliengo, donde il nome “Soprana”.

Il Comune ha scelto questo stemma per ricordare la storia, la dedizione e l'attività economica che tanto diede alla popolazione sopranese. La parte storica e di dedizione include l'arma di Savoia, l'elemento comune ai feudatari Wilcardel e Audifredi rappresentato dallo scaglione, nonché simbolo peculiare di San Giuseppe, patrono della parrocchia indicato con il giglio. La parte economica è invece rappresentata dalla ruota del mulino e dalla gemella ondata quali elementi significativi dell'attività molitoria e della forza motrice. La storia di Soprana è legata alla storia del comune di Mortigliengo, di cui in passato fu uno dei cinque cantoni. Sino al 1243 il territorio e la popolazione di Mortigliengo rimasero sotto la giurisdizione feudale dei vescovi di Vercelli. Nella seconda metà del Trecento, Mortigliengo, come gli altri comuni del Biellese, passò sotto il dominio di casa Savoia a causa delle discordie scoppiate tra la città di Biella ed il vescovo di Vercelli per l'esazione di un dazio sul vino e di una gabella sul sale. All'inizio del Seicento il duca Carlo Emanuele I accorpò il comune di Mortigliengo a quello di Trivero e costituì un unico marchesato a favore di Giovanni Wilcardel De Fleury. Durante l'impresa militare del 1616-1617 nel biellese, nell'ambito della guerra tra Carlo Emanuele di Savoia e la Spagna, il comune di Mortigliengo si trovò costretto ad alloggiare i soldati del conte Gromo, che recarono molti danni; il peggio si ebbe quando gli spagnoli, durante una scorreria avvenuta nel 1649, saccheggiarono tutto il quartiere di Sopra incendiando buona parte delle case esistenti e costringendo metà degli abitanti ad emigrare. Tale episodio produsse uno stato di miseria che si protrasse molto a lungo, tanto che nel 1657 la Camera dei conti decise di ordinare un'inchiesta dal quale risultò che la popolazione si Soprana era scarsissima, le terre incolte e le case per metà incendiate o distrutte. Nel 1627 il comune di Mortigliengo si sciolse e i vecchi cantoni si Soprana, Mezzana, Casapinta, Crosa e Strona si costituirono comuni autonomi. Nel 1722 il feudo fu venduto con il titolo comitale a Giovanni Giacomo Audifredi, direttore delle Gabelle.


CHIESE ED EDIFICI

Chiesa parrocchiale dedicata a S. Giuseppe. L'attuale edificio venne eretto nel XVII sec. sui resti del preesistente assai antico. La facciata venne rifatta verso la metà del XIX sec. e, contemporaneamente , si costruì il porticato che la circonda quasi completamente. Pregevole è l'altare maggiore con balaustra, attribuito agli Olgiati di Viggiù (XVIII sec.)
Oratorio della Beata Vergine della neve. L'oratorio venne eretto verso la metà del XIX sec., a sinistra del torrente Ostola, lungo la strada per Mezzana, incorporando parzialmente quello originario molto più antico. Di quest'ultimo esiste ancora la volta dell'abside interamente affrescata da Daniele De Bosis all'inizio del XVI sec. L'altare in marmo bianco di Carrara è del 1926.

Oratorio di S. Giovanni Battista. Situato in cantone Baltigati, probabilmente del XVI sec. l'oratorio venne quasi completamente rifatto nel XVIII sec. Su di un muro laterale si può ammirare un affresco del primo cinquecento raffigurante la Madonna in trono col Bambino, San Rocco e altro Santo guerriero.

Oratorio della fuga in Egitto. Noto come “Giset dal sabiun”, è un piccolo oratorio settecentesco che si trova lontano dalle abitazioni, circondato dai boschi in una posizione incantevole. All'interno vi è un minuscolo altare in massoneria; nel coro vi è un dipinto raffigurante la fuga in Egitto. Il massiccio campanile contrappone la durezza della viva pietra alla terra rossiccia dei monti che l'attorniano.

MULINO AD ACQUA SULL'OSTOLA - Una delle poche testimonianze idrauliche rimaste nel Mortigliengo. Si presenta come un insieme di edifici costruiti in periodi diversi a partire già dal Seicento. In un primo momento, intorno al 1630, la costruzione utilizzata per la festa della canapa venne donata alla parrocchia di Soprana che ne rimase proprietaria per circa due secoli; venne poi ceduta verso la metà dell'Ottocento, ad Angelo Susta. Da quel momento in poi venne utilizzata non solo per la pesta della canapa, attività diffusa e tipica delle valli biellesi, ma anche per l'attività molitoria. Verso i primi del Novecento l'attività commerciale rendeva obsoleto il vetusto impianto per cui gli fu affiancata una nuova costruzione che si può collocare a metà strada tra protoindustria e industria vera e propria. Quando nel 1940 cessò definitivamente l'attività, l'edificio venne venduto alla ditta Giletti di Ponzone. Nel 1966 il mulino è stato donato dalla famiglia Giletti al Comune, che lo ha inserito nel sistema ecomuseale della provincia di Biella.


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Pagina realizzata nel mese di marzo 2016 - Testo di Giorgio Gulmini, notizie tratte da:
- Tip. Lib. “UNIONE BIELLESE” Biella, Biellese Industriale, Professionale, Commerciale, Artigianale, vol. 2° 1971.
- COMUNI DELLA PROVINCIA DI BIELLA, vol. III, collana a cura del Consiglio Regionale del Piemonte, NEROSUBIANCO Edizioni, aprile 2005.
- EOS Editrice Novara, STEMMARIO CIVICO Biellese, Cusiano, Novarese, Ossolano, Valsesiano, Verbano, Vercellese.
- Gabriella Giovannacci Amodeo, Nuova Guida Biella & Provincia, Libreria V. Giovannacci, Biella, Stampa-Urbana, Vaprio d'Adda, MI, 1994.
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