IL TERRITORIO
Il territorio del comune di Quittengo è situato sulla sinistra del torrente Cervo. Dal fondovalle, ascende nella valle del riale di Mosso e sui contrafforti montani, con le minuscole frazioni sommerse tra il verde dei faggi, delle querce, dei castagni, e con le baite accompagnanti pascoli fin sotto le cresta Cima del Bonom, Bocchetta di S. Martino, Colma Bella e Monticchio, sullo spartiacque tra il Cervo e il Sessera. Il centro urbano e raggiungibile deviando sulla destra alla Balma e percorrendo la strada che si inerpica sul dorsale del monte; è altrettanto raggiungibile deviando sempre sulla destra all'ingresso dell'abitato di Campiglia Cervo.
Fra le sue frazioni ricordiamo Balma, Malpensà, Oriomosso, Rialmosso, Roreto.
NOTIZIE STORICHE
Etimologia: il nome deriverebbe dalla radice pre-indoeuropea quit balcone erboso, luogo soleggiato, alla quale fu aggiunta la desinenza germanica – engo (luogo fortificato sede della piccola guarnigione).
Anticamente faceva parte delle Alpi di Andorno. I primi abitanti furono pastori provenienti dalle vicine zone, che si trasferirono nella stagione estiva, per i pascoli. Solo verso gli inizi del '500, vi presero fissa dimora. Il 14 marzo 1700, si eresse a Comune autonomo, staccandosi dalla Comunità della Valle d' Andorno. Nel 1722 fu smembrato dal feudo di Andorno e passò al Regno Sardo. Nella frazione Roreto ebbero ospitalità i ministri Cavour, Cassinis, Ferraris ed altri. Verso la fine dell''800 e l'inizio del '900, villeggiò per quindici anni, in estate presso la famiglia Achille Patti nella stessa frazione di Roreto, lo scrittore Edmondo De Amicis.
CHIESE ED ARTE
Chiesa Parrocchiale dedicata alla “purificazione di Maria Vergine”. Edificata ad Oriomosso, la chiesa del XVII sec. conserva all'interno alcuni quadri di notevole valore ed un tronetto il legno scolpito.
Chiesa Parrocchiale dedicata ai SS: Apostoli Filippo e Giacomo. Edificata a Rialmosso, forse del XIV sec. conserva decorazioni, affreschi, e sculture pregevoli in legno quali: gli Angeli della Cappella della Madonna (1671), opera di Pietro Antonio Serpentiero, un Cristo processionale ed il tabernacolo, opera di Giovanni Battista Serpentiero, il pulpito scolpito da Michelangelo Serpentiero ed infine la Statua di S. Giovanni Battista opera di Carlo Gaspare Serpentiero.
Affresco dell' XI sec. sul muro di una casa in via Maestra.
Affresco del 1722 attribuito a Vincenzo Costantino, sul muro di una casa presso la chiesa parrocchiale. (15)
CAVE DELLA BALMA
La principale risorsa dell'Alta Valle Cervo è stata oltre un secolo la sienite, che per le sue caratteristiche meccaniche ed estetiche è considerata tra i migliori materiali da costruzione, tanto che le opere realizzate in questo materiale sono tuttora presenti in molte parti d'Italia e del Mondo. La prima area di estrazione della sienite (a partire dal 1840), oggi conosciuta come Cava Antica e Quarona si estendeva dalla testata del ponte della Balma verso San Paolo Cervo sino al rio Driagno; la seconda cava, casa delle Sangie (dal 1881) dalla testata del ponte della Balma verso la strada di Riabella sino al Rio Bricheiro; la terza, detta cava del Piantino (dal 1889) compresa tra il rio Bricheiro e il rio (della) Gula. ( da: Carta e penna, puncia e mazzët; gli anni d'oro delle cave della Balma, sito della “casa museo – alta valle del Cervo “)
LA FERROVIA
Sul finire del XIX secolo, nel 1891, venne inaugurata la ferrovia da Biella al capolinea Balma, voluta dagli imprenditori locali e realizzata dalla Société Generale de Chemin de Fer Economique di Bruxelles e riscattata da capitali biellesi nel 1922. La ferrovia fu chiusa e smantellata nel 1928.
EDIFICI
“Punt dj'alman”.
Ponte degli allemanni, in frazione Bogna, edificato nel 1780.
Pista In frazione Rialmosso: esistono resti della settecentesca macina in pietra per la canapa, ingranaggi in legno e maceratoio. Fu restaurata a cura del Centro Studi di Documentazione Biellese
Doc.Bi.
Sede del dazio. Tra le frazioni Romani e Maciotta, è un'antica costruzione tipica in pietra e legno situata dove passava l'antichissima strada, sede del dazio e del forno comune.