stemma Pray
Stemma: D’argento, all’albero di verde uscente dalla punta e sostenuto da due orsi al naturale affrontati controrampanti, ornamenti esteriori del Comune

IL TERRITORIO
Il nucleo centrale di questo comune è situato nel fondovalle, sulla sponda sinistra del torrente Sessera. Su questo lato si distende con Pianceri, il Colle Turlo, il Colle Gruppo, verso Coggiola e Caprile, lungo i declivi montani che scendono dall' Alpe Noveis. Sulla sponda destra risale a ovest lungo le colline di Flecchia fino al confine di Portula e Trivero; a est, sul versante nord delle colline di Curino, dal Colle Naccio giunge a Cima la Guardia e si affaccia sulla pianura. Dalla confluenza del Ponzone, si addentra profondamente, lungo il corso inferiore di questo torrente, in una valle, che presenta caratteristiche di clima, uniche in tutto il Biellese. Il principale torrente è il Sessera, che lo attraversa da nord ovest a est, da Coggiola a Crevacuore. Al torrente Sessera confluiscono a destra il Ponzone, che raccoglie le acque del Triverese e il torrente Coggiolasca, che scende da Curino, dove nasce a est di Cima la Guardia. Sulla sponda sinistra sfociano: il rio Carolo, che nasce presso la frazione Fervazzo di Coggiola e il rio Caneglio, che scende da Caprile e segna con il suo corso medio e inferiore il confine tra i due paesi.


NOTIZIE STORICHE
Etimologia: denominato come Pray di Coggiola, dal latino pratales, che indicava l'area verde (prato) del comune.

Pray faceva parte del feudo di Coggiola, e con questa località ebbe comune la storia. Smembrato da Biella, fu infeudato a Giovanni Battista Manelli, che ebbe il titolo di conte il 29 giugno 1620. Il feudo fu poi tolto al Manelli e infeudato a Francesco Dal Pozzo, conte di Ponderano nell'anno 1643. Restò al Dal Pozzo fino al 1721. Tra la vicende di Pray sono da ricordare specialmente quelle di carattere sociale e gli scioperi dei tessitori e delle tessitrici di Valsessera che interessarono l'opinione pubblica per vario tempo, avendo risonanza nazionale. L'agitazione nel mondo operaio biellese ebbe punte rilevanti negli anni 1864, 70, 73, 74, 77, 89 e si accentò specialmente a Pray e in Valsessera nel 1897. Al comune di Pray si unirono nell'anno 1928 i territori di Flecchia e Pianceri.

Flecchia. Faceva parte del conitato di Pombia e nel sec. X era passata sotto la giurisdizione dei Vescovi di Vercelli dai quali lo tenevano in feudo i Signori di Bulgaro. All'estinzione della linea dei Bulgaro, signori di Flecchia, ritorna ai Vescovi di Vercelli che la comprendono nel feudo di Crevacuore e poi nel principato di Masserano dei Ferrero Fieschi. Flecchia ebbe gravissimi danni dai seguaci di Fra Dolcino, il quale nel 1305, la fece incendiare e distruggere. Nel 1928 entrò a far parte del Comune di Pray.

Pianceri. Era una frazione di Crevacuore che si staccò per erigersi in comune autonomo nel 1736. Si riunì a Pray nel 1928.


CHIESE

Chiesa di S. Ambrogio (a Flecchia). Fu edificata sui resti del medioevale Castello distrutto da Fra Dolcino.

Chiesa dedicata all'Assunta (a Pray alto). E' una vecchia costruzione più volte rifatta che conserva, dell'originale edificio, la base semicircolare dell'abside, realizzata coi pesanti sassi tratti dal torrente Sessera.

Chiesa dedicata ai SS: Antonio e Rocco (a Pray alto). Edificata nel XVII sec., fu più volte rimaneggiata.


EDIFICI

Palazzo Rizzi (a Flecchia). Edificato nel XVII sec. sui resti di un antico maniero medioevale, è un'elegante costruzione con ampio loggiato a due ordini di tre arcate, sormontato da un piccolo loggiato continuo.

La “Fabbrica della ruota”. Lungo il torrente Ponzone è situato un antico opificio, tipico esempio di archeologia industriale. Particolarmente interessante è l'edificio della turbina che dava moto alla “fabbrica della ruota” tramite la caratteristica corda d'acciaio. Il lanificio, costruito dai fratelli Zignone verso la fine del XIX sec. fu attivo fino al 1927, quando l'alluvione causata dal torrente Ponzone, danneggiò gravemente la costruzione. Ricostruito dalla famiglia Zignone, continuò a produrre fino al 1965. Nel 1966 fu acquistato da Carlo Beretta che nel 1991 lo donò al DocBi. Attualmente l'edificio è predisposto per conferenze, incontri, congressi ed è stato allestita una mostra permanente sulla storia e funzionamento dell'edificio.


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Pagina realizzata nel mese di marzo 2016 - Testo di Giorgio Gulmini, notizie tratte da:
- Tip. Lib. “UNIONE BIELLESE” Biella, Biellese Industriale, Professionale, Commerciale, Artigianale, vol. 2° 1971.
- EOS Editrice Novara, STEMMARIO CIVICO Biellese, Cusiano, Novarese, Ossolano, Valsesiano, Verbano, Vercellese.
- Gabriella Giovannacci Amodeo, Nuova Guida Biella & Provincia, Libreria V. Giovannacci, Biella, Stampa-Urbana Vaprio d'Adda – MI, 1994.
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