stemma Gifflenga
Stemma semitroncato partito: nel PRIMO d'azzurro, a tre rombi d'oro posti in fascia, col capo d'oro alla fascia di rosso, nel SECONDO d'argento, calzato di rosso, alla spada (daga romana) di nero posta in palo con l'impugnatura in punta; nel TERZO, d'argento a tre piante di riso naturale, accompagnate in punta dalla gemella ondata, posta i fascia, d'azzurro.

IL TERRITORIO
Il luogo più suggestivo dal quale si può abbracciare con uno sguardo la piana in cui sorge Gifflenga è il castello di Castellengo, che dalla sommità di una delle numerose colline che orlano il terrazzo baraggivo domina il corso del Cervo. Proprio il torrente è stato il più potente fattore che nel tempo ha modellato questa parte del territorio biellese, determinando di conseguenza le scelte insediative e agricole degli uomini che da millenni qui si sono stabiliti. Gifflenga presenta una situazione insediativa molto particolare, tipica più delle zone collinari e montane piuttosto che della pianura, qual è la divisione in cantoni del suo abitato. Oltre al torrente Cervo che alimentava una fitta rete di corsi d'acqua naturali ed artificiali, da un documento del 1744, si ricorda “la Baudruma (Druma), proveniente dalle Drume di Castellengo, dalle valli di S. Giorgio e dalle valli della Grancia”, le cui acque si gettavano nel riale detto l'Ottina. Particolarmente significativo il corso d'acqua detto Amporolum o Amporolium, che è noto come Roggia Tortuosa e funge da confine tra i comuni di Mottalciata e Gifflenga. Dal XV secolo iniziano a comparire notizie relative alla roggia più importante del luogo: la Roggia del Pesce citata fin dal 1410.


NOTIZIE STORICHE

Etimologia: deriva da un nome germanico di persona Gifilao Gibila, con l'aggiunta del suffisso -ing che indica possesso.

“Nel nome del Signore Dio eterno, in Italia e nell'anno primo del regno del re Ugo, nel mese di dicembre, il giorno decimoquinto, nell'indizione XV, io, Bernardo, figlio del fu Ungebaldo, di stirpe franca, vendo e trasferisco ed in perpetuo cedo in tutto e per tutto a te, Giovanni, figlio del fu Guntardo di stirpe romana, ed ai tuoi eredi, tutto quanto possiedo nel comitato di Vercelli. Ed in particolare nei luoghi chiamati Vettignè, Flaviasco e Gifflenga.” Questo passo, qui tradotto liberamente, è stato estratto da un atto rogato il 15 dicembre 926 in Saxo Pomponiano, dal notaio Giovanni, con il quale Bernardo del fu Ungebaldo Modenese vende a Giovanni del fu Guntardo alcuni beni posti in territorio parmense(a Sabbione Marsalia), come pure i suoi possedimenti posti nel comitato Vercellese, a Vettignè, Flaviasco, e Gifflenga. Iil documento è conservato presso l'Archivio Capitolare di Parma, ed è stato edito nel 1923 da G. Drei in le carte degli archivi parmensi (sec.X-XI), in “Archivio storico per le Provicnia Parmensi”, XXIII, 1923 doc. XXXV.
Se per noi la storia di un luogo inizia quando per la prima volta esso appare con certezza nella documentazione scritta, ecco che questo contratto stipulato nel 926 può in un certo senso costituire l'atto di nascita di Gifflenga. Nel 101 a C. fu teatro della disfatta dei Cimbri da parte dei legionari di Mario. I Cimbri bloccati dal torrente Cervo, non riuscirono a raggiungere le colline che rappresentavano per loro l'unica via di fuga. Un diploma di Federico Barbarossa nel 1155 elenca Gifflenga tra le pievi della Diocesi di Vercelli nel 1186. Dopo essere passato al comune di Vercelli, che nel 1248 lo diede in feudo ai Conti di S. Martino e poi ai Savoia fu aggregato nel 1407 a Castellengo.


LA PARROCCHIA
La Chiesa parrocchiale è dedicata a S. Martino. La Chiesa precedente eretta nel cantone Fontana fu distrutta dal terribile alluvione del 1648, essendo molto a ridosso dell'alveo del torrente Cervo


Cliccando sul nome del comune si accede alla sua scheda dettagliata
Pagina realizzata nel mese di marzo 2016 - Testo di Giorgio Gulmini, notizie tratte da:
- EOS Editrice Novara, STEMMARIO CIVICO Biellese, Cusiano, Novarese, Ossolano, Valsesiano, Verbano, Vercellese.
- Comune di Gifflenga, STORIA DI GIFFLENGA, una comunità e la sua terra nei secoli a cura di Gabriele Ardizio, Tipolitografia Botalla, Gaglianico (BI), 2007.
Biellaclub.it offre una panoramica sul biellese. E' un grande archivio che si migliora nel tempo. Tutto il materiale è pubblicato gratuitamente. Il nostro unico obiettivo è di valorizzare il biellese. Tutti possono aderire al progetto e collaborare.


Credits
questo sito appartiene a chiunque abbia contribuito alla sua crescita nel tempo. E' utile e gradita qualsiasi collaborazione, anche solo occasionale. Per contattarci o inviare materiale: biellaclub@gmail.com