stemma Cavaglià
Stemma: di verde , al cavallo d'argento rivoltato, inalberato, sopra un monte dello stesso movente dalla punta.
Cavaglià
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IL TERRITORIO
Il Comune di Cavaglià si estende a sud e a est verso la pianura vercellese di Carisio, di Santhià, di Alice Castello, in un paesaggio increspato da piccole alture e da poggi. A mezza strada per Alice Castello si scorgono le vestigia di un largo letto di fiume chiamato Dora morta, che la tradizione vuole fosse parte dell'antico àlveo della Dora Baltea.


NOTIZIE STORICHE
Etimologia: incerta, potrebbe connesso con il nome latino Caballus che vuol dire cavallo.
Il suo antico nome gli venne dal grande allevamento di cavalli ivi tenuto dai Romani. Ma di cavalli da soma o da tiro; altrimenti, se fossero stati cavalli da cavalcare il nome cambiava in EQUARIA, da equus come erano chiamati allora i cavalli di questa specie. Cavaglià fu il posto chiave e il luogo di accesso alle aurifondine della Bessa e delle strade che portavano i commerci verso il Canavese, la Valle d'Aosta e nelle Gallie. Avanzi di strade, di lapidi, di oggetti testimoniano la romanità di questo paese. La via delle Gallie passava per Santhia, Cavaglià, costeggiava il lago di Viverone, toccava Ivrea, Aosta e attraverso le Alpi, giungeva alla Gallia. Un'altra via serviva per salire a Salussola e ricevere l'oro che si estraeva dalle vicine aurifondine. Prima del 1000, il luogo di Cavaglià era possesso del Monastero di S. Michele di Lucedio e passò poi per donazione, nel 961, ai Canonici di Sant'Eusebio di Vercelli. Il Comune aveva la fortuna, e la disgrazia insieme , di vivere sopra una terra fertile, produttiva, situata in mezzo ai possedimenti di grossi feudatari, e vicina alla strada militare sulla quale scorrevano di continuo gli eserciti invasori, bivaccatori, predatori, violentatori ed a causa di ciò, diventò preda e possesso ora di un conte, ora di un marchese ora di un vescovo, ora di un principe (ghibellino) o del papa (guelfo). Nel 1188 era il conte Guglielmo di Cavaglià a spadroneggiarvi; ma nell'anno 1201 vi ritornava il conte Aimone. Dispute, colpi di mano, sangue, saccheggi. Nel 1207 i contendenti giunsero ad un accordo. Nel 1217 un Arrigo di Cavaglià passava al partito guelfo e si riconciliava col comune di Vercelli dominato dal vescovo. Ma ecco subito intervenire il vescovo di Ivrea, il quale riesce ad acquistare la superiorità sui conti di Cavaglià. Da un atto del 7 marzo 1227 risulta che Cavaglià doveva dare alla diocesi d'Ivrea tre cavalli e dieci lire per il fodro, ossia il foraggio militare. (…) Più avanti si introduce anche il marchese di Monferrato, e ottiene il feudo Cavaglià dal vescovo d'Ivrea (…) Nel 1277 si vide il conte Filippo, farsi guelfo e allearsi con i comuni di Ivrea e di Vercelli,dominati dai rispettivi vescovi (…) Ma non bastava. Nel 1370 Galeazzo Visconti, signore di Milano, con grosso esercito di fanti e di cavalli devasta le terre dominate dal marchese di Monferrato, il quale chiede aiuto al conte di Cavaglià che si allea con Galeazzo a cui deve però consegnare i castelli e provvederlo di vettovaglie.(...) nel 1407 Cavaglià fu sottoposta al Capitanato di Santhià (…) viene poi acquistata dal conte Solaro di Moretta (..) Infine gli ultimi a possedere Cavaglià furono i marchesi di Ciriè.


UOMINI INSIGNI

BERTONI TOMMASO, dell'ordine dei predicatori, scrisse “Discorsi sopra la fabbrica del progettato naviglio da Ivrea a Vercelli. Torino 1663. Il naviglio ch'egli imponeva di costruire avrebbe dovuto partire dalla Dora Baltea presso Ivrea, passare sopra la Serra di Viverone portare le acque di irrigazione a Cavaglià e giù fino alle vaste ed incolte Baragge di Rovasenda.
GERSEN GIOVANNI sec. XIII immortale, autore del De Imitatione di Christi. Fu monaco benedettino nel Monastero di S. Stefano di Vercelli, di cui fu Abate dal 1220 fino alla morte.
SALINO LUIGI (v. 1850) collaboratore di Cavour. Fu segretario generale degli interni in Torino e in Firenze.


EDIFICI STORICI E CHIESE

Di pregevole interesse architettonico è il castello alle porte est del paese (verso Santhià), fatto costruire dalla ricca famiglia Rondolino nella prima parte del XVIII secolo e completamente ristrutturato in stile neo-medioevale alla fine del XiX secolo.
Chiesa di S. Michele Arcangelo di impronta barocca, edificata tra il 1779 e il 1786 su progetto dell'architetto Filippo Castelli. L' interno a navata unica, conserva interessanti arredi lignei settecentesche. All'interno è custodito un prezioso organo ottocentesco di Serassi di Brgamo.
Chiesa di Nostra Signora di Babilone, d'impronta rinascimentale, le cui attuali fondamenta furono edificate nel XVII secolo sulla pre-esistente chiesetta, sorge nei pressi del cimitero.. La pianta è ellittica con quattro cappelle e sormontata da una cupola con lanternino.


VIA FRANCIGENA

Il comune è situato lungo il tracciato della Via Francigena, sul ramo proveniente dal Colle del Gran San Bernardo, che prosegue poi verso Santhià.


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Pagina realizzata nel mese di febbraio 2016 - Testo di Giorgio Gulmini, notizie tratte da:
- Tip. Lib. “UNIOME BIELLESE “ Biella, Biellese Industriale, Professionale, Commerciale, Artigianale, vol. 2° 197.
- Guido Garlanda, IL BIELLESE, di 150 anni fa e nei secoli, Sandro Maria Rosso Editore Stampatore in Biella 1975
- EOS Editrice Novara, STEMMARIO CIVICO Biellese, Cusiano, Novarese, Ossolano, Valsesiano, Verbano, Vercellese.
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