Indicazioni su mostre d'arte, non solo biellesi, visitabili con una gita di un giorno, proposte da Maria Teresa Molineris.
Nella straordinaria scenografia del MART, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto, opera dell'architetto ticinese Mario Botta, è allestita per l'intera stagione estiva, una grande mostra dedicata al "Canone classico della bellezza nell'arte italiana del primo Novecento".
"UN' ETERNA BELLEZZA" è stata intitolata la mostra, ed è veramente un entusiasmante inno alla bellezza interpretata dagli artisti italiani che si sono ispirati alla classicità per trarne motivi di innovazione e crescita
Curata da Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari , la mostra offre la straordinaria occasione di poter ammirare, raccolti in un'unica sede, splendidi capolavori .
Ci sono i grandi nomi che evocano momenti straordinari dell'arte italiana del Novecento, a partire dai sofisticati paesaggi di Carrà, per aprire alle proiezioni metafisiche di De Chirico, ai paesaggi e agli incisivi ritratti di Sironi, Oppi, Funi con il ritorno alla figura, e quindi all'ordine, dall'ispirazione di Margherita Sarfatti.
Tecnicamente il percorso espositivo si articola in sette sezioni che scandiscono i tempi della ricerca: Metafisica del tempo e dello spazio. Evocazioni dell'antico. Ritorno alla figura e al ritratto. Il nudo come modello. Paesaggi. La poesia degli oggetti. Le stagioni della vita.
Per ogni sezione , opere particolarmente belle e interessanti illustrano i criteri storico-artistici che compongono il discorso sull'intramontabile canone classico della bellezza che regge, per il periodo storico indicato, l'impianto compositivo della mostra.
Ed ecco delinearsi altri grandi nomi degli artisti della rassegna che, in particolar modo nelle ultime sale del percorso espositivo, offrono un finale di bellezza quasi travolgente.
Casorati con il suo splendido "Concerto" e i ritratti di Teresa Madinelli e di Renato Gualino. I nitidi, icastici dipinti di Antonio Donghi, i vigorosi personaggi di Cagnaccio di San Pietro, l'incantevole, straordinario "Idolo del Prisma" di Ferruccio Ferrazzi. E infine una presenza pienamente indicativa dello straordinario stile delle sculture di Wildt.
La mostra è accompagnata da un importante catalogo curato da Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari, edito da Electa.